Piano parcheggi, la voce dei comitati: «Interventi speculativi, a Roma comandano i costruttori»
In questo periodo partono nella Capitale nuovi cantieri Pup. A rischio la stabilità dei palazzi, previsti effetti negativi sulla mobilità. Petizioni e raccolta firme in via Fermi e via Albalonga, ma l'amministrazione tira dritto
08 February, 2011
Quasi 280 parcheggi, più di 50.000 posti auto che da qui a qualche anno dovrebbero rivoluzionare Roma. È questa la promessa contenuta nel Pup, il Piano urbano parcheggi che dal 1989, quando è stato varato, continua ad evolversi e a ingigantirsi. In questo periodo dovrebbero partire alcuni cantieri (via Enrico Fermi, via Albalonga, via Imeria), mentre altri parcheggi sono già realtà e altri ancora sono solo un progetto sulla carta. I romani, però, non sono d’accordo con un piano che solo apparentemente migliorerà la mobilità cittadina. La costruzione di nuovi parcheggi, prevedono infatti i comitati che si sono formati spontaneamente per dare una forma alla protesta, invoglierà sempre più persone a muoversi in macchina. Inoltre, si tratta di lavori che mettono a rischio la stabilità dei palazzi e che a molti sembrano una speculazione piuttosto che opere di pubblica utilità.
Il Piano urbano parcheggi
L’origine del documento risale a più di trenta anni fa. Il primo Pup viene varato dal comune di Roma nel 1989, in seguito alla legge Tognoli, che promuoveva la costruzione di parcheggi nelle città. «Ma la data che porta a una svolta del Piano Urbano Parcheggi – scrive Legambiente Lazio nel Libro bianco Il bluff del Pup – è il 4 agosto 2006, in cui il Presidente del Consiglio dei Ministri decreta “lo stato di
emergenza per la situazione determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nella città di Roma” e, con la successiva Ordinanza n.3543, del 26 settembre 2006, che “il Sindaco di Roma è nominato, fino al 31 dicembre 2008, commissario delegato per l'attuazione degli interventi volti a fronteggiare l'emergenza dichiarata nel territorio della Capitale”. In pratica l’Ordinanza, prorogata poi fino ad oggi attraverso successive ordinanze, sempre emanate dal Presidente del Consiglio dei Ministri, conferisce al Sindaco “poteri speciali”, come in caso di terremoti, inondazioni, epidemie».
Le criticità
Anna Maria Bianchi fa parte del comitato contro il parcheggio di piazza Gentile da Fabriano, nel quartiere Flaminio. Il parcheggio è quasi finito, ma intanto i comitati del municipio hanno deciso di occuparsi del coordinamento di tutti i gruppi di cittadini che si battono contro il Pup. La materia, ormai, la conosce bene, e illustra i diversi aspetti problematici del Piano. Primo tra tutti, «il conflitto di interessi che caratterizza ogni passaggio». Tutte le indagini necessarie e lo stesso progetto esecutivo, spiega, «vengono prodotti dalla ditta e vengono validati dalla Commissione alta vigilanza, che però non ha nessuna responsabilità concreta, né strumenti per valutare la veridicità delle affermazioni dell’impresa». Spesso i progetti prevedono una parte di posti a rotazione e una parte di box pertinenziali. Ma anche questi ultimi, continua Anna Maria Bianchi, «spesso sono destinati a essere venduti a chiunque. La ditta chiede infatti una deroga e a quel punto il posto auto può essere acquistato anche da chi non vive nelle vicinanze del parcheggio. Un’operazione che sa molto di speculazione. D’altra parte a Roma comandano i costruttori, indipendentemente dalla parte politica che è al governo della città».
I parcheggi in arrivo
Sono almeno quattro le zone dove i lavori stanno per iniziare o sono appena cominciati. In via Albalonga, vicino a piazza Re di Roma, è stato allestito il cantiere, così come a largo Vercelli e in via Imera. «Abbiamo già raccolto più di 1.500 firme contro il Pup. Nel nono municipio sono previsti più di venti parcheggi, ma l’apertura di troppi cantieri ravvicinati paralizzerà la mobilità del quartiere, che già è una groviera a causa dei lavori per la metro C», spiega Fabio Poldi, del comitato di via Albalonga. In via Imera, sempre nono municipio, il cantiere è stato preparato in fretta e in silenzio. Anche qui, i rischi per le costruzioni sono reali: «Sotto il nostro palazzo, come in molte altre aree di Roma, passa una grossa falda acquifera. Ci è stato detto che metteranno delle paratie intorno all’edificio, ma siamo molto preoccupati», racconta Susanna Santini, che sta creando un comitato con i vicini. In via Enrico Fermi, zona viale Marconi, il comitato coordinato da Riccardo Micheli è sul piede di guerra: «Abbiamo ricevuto una diffida dall’impresa che dovrà realizzare il parcheggio, ma non ci fermiamo. La nostra è un’area ad alto rischio sismico e percorsa da due falde acquifere. Abbiamo già raccolto 3.000 firme e nei prossimi giorni presenteremo al Comune una richiesta di riesame, supportata dalle analisi di un geologo», spiega. In questo momento, il problema è dove ripiantare gli alberi che saranno sradicati dalla zona: «Era stato trovato un terreno qua vicino, ma la Soprintendenza ha bloccato tutto perché l’area è di interesse archeologico, visto che nasconde una villa romana».