Guerra dell’acqua. Nel mirino le caraffe filtranti
L’industria delle minerali all’attacco: “Poco igieniche” - da La Stampa (Cronaca di Torino) del 23.02.2011
23 February, 2011
Grazia Longo
Alcuni le usano per praticità, altri per non abusare nel consumo delle bottiglie di plastica. Le caraffe che filtrano l’acqua del rubinetto sono sempre più diffuse sulle nostre tavole, ma ora c’è una denuncia che le mette in discussione.
A presentarla, al procuratore Raffaele Guariniello, è stata Mineracqua, la Federazione italiana delle industrie delle acque minerali, che ha inviato al magistrato anche una corposa perizia realizzata dall’Università La Sapienza di Roma. Nei documenti si afferma, sulla scorta di analisi svolte all’università, che gli apparecchi Coop, Brita e Auchan presentano problemi igienici.
Le accuse saranno ora verificate dai carabinieri del Nas e da un laboratorio analisi scelto dalla procura, il pm Guariniello, intanto, ha aperto un fascicolo per diffusione di alimenti pericolosi e per frode in commercio.
Agli investigatori e ai biologi il compito di verificare se davvero le caraffe finite nel mirino sminuiscono le qualità dell’acqua e ne mettono a rischio la purezza. Secondo la perizia dell’Università La Sapienza, l’acqua filtrata dalle brocche «subisce un impoverimento nutrizionale poiché si riduce l’effetto di sostanze come fluoro, iodio e calcio, utili all’organismo». L’attenzione è poi concentrata sulla possibile «proliferazione di batteri e la concentrazione do sostanze indesiderabili e nocive». Ciò è additato alle modalità di pulizia e manutenzione della caraffa indicata nelle istruzioni. Secondo Mineracqua, infatti, il lavaggio inferiore ai 50° non distrugge la carica batterica. Ce n’è anche per i filtri: favorirebbero l’intensificazione di sostanze igienicamente non adeguate.
Le cose stanno davvero in questi termini? Al di là degli interessi economici in ballo, torna alla memoria un’altra indagine di Guariniello. Quella che, nel 2003, prese di mira l’acqua minerale. Dopo un problema dell’acqua Fiuggi, Raffaele Guariniello, ordinò di sottoporre ad analisi tutte le acque minerali autorizzate in Italia: sia in bottiglia sia alla sorgente. Sorprendente la scoperta: il non rispetto da parte dei laboratori di analisi degli standard del metodo di rilevabilità previsti dalla legge.
Tornando alle caraffe filtranti, il direttore Qualità della Coop Italia precisa che i loro prodotti sono stati seriamente e approfonditamente testati.
«Prima di metterle in commercio - osserva Maurizio Zucchi - abbiamo controllato il luogo e le modalità di produzione. Ci è parso tutto assolutamente in regola. Ma, per garantire meglio il consumatore, ci siamo affidati ad un laboratorio analisi per una perizia. E i risultati sono stati perfettamente in regola, sia per la caraffa vera e propria, sia per il filtro. Ovviamente ci sono delle abitudini da non trascurare, come non tenere l’acqua non più di 24-48 ore e lasciare la caraffa in un luogo fresco».