Tar, sacchetti: respinto il ricorso di Unionplast per quanto riguarda la sospensiva
Il Tar Lazio respinge la richiesta di Unionplast e di alcune aziende produttrici. che sollecitavano la sospensione del provvedimento con cui il ministero dell'Ambiente ha vietato la commercializzazione degli shopper in plastica: "All'applicazione della norma non sono connesse sanzioni per il caso della violazione e il danno lamentato ha consistenza meramente patrimoniale". Il testo dell'ordinanza
25 February, 2011
Il Tar del Lazio conferma per ora il divieto di commercializzazione dei sacchetti in plastica.
I giudici della III sezione ter del tribunale amministrativo, presieduti da Giuseppe Daniele, infatti, hanno respinto la richiesta con cui l'Unionplast e quattro aziende produttrici sollecitavano la sospensione del provvedimento con cui il ministero dell'Ambiente ha vietato a partire dal primo gennaio scorso la commercializzazione degli shopper in plastica.
Il Tar ha ritenuto che non sussistono i presupposti per accogliere le richieste dei ricorrenti "anche in considerazione del fatto - si legge nell'ordinanza - che all'applicazione della norma non sono connesse sanzioni per il caso della violazione e che il danno lamentato ha consistenza meramente patrimoniale, come tale suscettibile di integrale ristoro nella opportuna sede del merito".
Unionplast e gli altri ricorrenti contestano il divieto sotto un profilo tecnico, ritenendolo illegittimo in quanto non disposto con un decreto ministeriale preventivamente sottoposto all'attenzione della Commissione europea, e sotto un profilo economico perché lo stesso ha portato a un drastico e improvviso crollo degli ordini di acquisto e all'annullamento dei contratti di vendita, e sta causando un'improvvisa chiusura delle aziende con serie ricadute occupazionali.
Dopo questa prima sentenza del Tar, che respinge la richiesta di sospendere la efficacia del provvedimento, si andrà quindi al giudizio di merito.
Sembra quasi che dalla motivazione con cui il Tar respinge la sospensiva, ci si trovi di fronte a un provvedimento fantasma. Anche se in realtà - in misura difficile da quantificare - ha inciso sul mercato dei sacchetti.
"E' una grande soddisfazione, la conferma del Tar del divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica ha commentato Stefano Ciafani (responsabile scientifico di Legambiente) - Il bando dei sacchetti è una norma dal grande valore ambientale, che ci colloca in Europa e nel mondo tra i Paesi più virtuosi proprio perché si tratta di una norma dalla grande valenza ambientale".
Il commento di Unionplast (fonte:Polimerica)
"Nell'ordinanza si legge che il programma sperimentale previsto dalla Finanziaria per il 2007 è stato adottato. Se così è stato noi non ce ne siamo accorti - commenta il direttore di Unionplast Enrico Chialchia - Il programma, come prevede la stessa legge, doveva essere definito attraverso un decreto ministeriale concertato che, in realtà, non è mai stato emanato". E aggiunge: "Non si tratta di interpretazione di norme, ma di fatti; di una circostanza che doveva essere accertata: l’esistenza o meno del decreto, l’attuazione o meno del programma". Secondo Chialchia, la decisione dei giudici parte quindi da premesse non corrette. "Inoltre - aggiunge il direttore di Unionplast -, nell'ordinanza non viene nemmeno accennato il tema centrale della mancata notifica alla Commissione Europea, aspetto sul quale la giurisprudenza comunitaria e nazionale è concorde nell'affermare l’inapplicabilità di una legge che introduce divieti, se questa non viene prima notificata a Bruxelles".
Il testo dell'ordinanza:
REPUBBLICA ITALIANA
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio
(Sezione Terza Ter)
ha pronunciato la presente
ORDINANZA
sul ricorso numero di registro generale 874 del 2011, proposto da: Unione Nazionale Industrie Trasformatrici Materie Plastiche (Unionplast), De.mi.plast di Mion Giannina, Soc. di Leo Packaging S.r.l., Soc. Lavorazione Plastica S.r.l., Soc. Sipa Management S.r.l., in persona dei rispettivi legali rappresentanti p.t., rappresentati e difesi dagli avv. ti Luciano Butti, Federico Peres e Stefano Grassi, con domicilio eletto presso lo studio di quest’ultimo in Roma, piazza Barberini,12;
contro
il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, in persona dei rispettivi Ministri p. t., rappresentati e difesi dall'Avvocatura Generale dello Stato, presso cui sono domiciliati per legge in Roma, via dei Portoghesi, 12;
e con l'intervento di
ad opponendum, Associazione Legambiente Onlus, in persona del legale rappresentante p. t., rappresentata e difesa dagli avv. ti Mariadolores Furlanetto e Massimo Iannetti, con domicilio eletto presso lo studio della prima in Roma, v. A. Vivaldi, n. 15;
per l'annullamento,
previa sospensione dell'efficacia,
- della nota del 30 dicembre 2010 del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare recante precisazioni in merito al divieto di commercializzazione delle buste di plastica in vigore dal 01 gennaio 2011;
- del provvedimento, reso noto con comunicato stampa pubblicato sul sito istituzionale del Ministero dello sviluppo economico il 30 dicembre 2010;
di ogni altro atto o provvedimento, anche non conosciuti, ivi compresa l’ulteriore prescrizione resa nota dal Ministero dello sviluppo economico, a mezzo proprio addetto stampa, il 3 gennaio 2011 con cui si precisa che “Forma, dimensioni e spessore non contano, il bando all’utilizzo di buste e sacchetti vale per tutte le categorie”;
Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio dell’Avvocatura Generale dello Stato in difesa delle Amministrazioni centrali intimate;
Visto l’atto di intervento ad opponendum di Legambiente Onlus;
Vista la domanda di sospensione dell'esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dalla parte ricorrente;
Visto l'art. 55 cod. proc. amm.;
Visti tutti gli atti della causa;
Ritenuta la propria giurisdizione e competenza;
Relatore nella camera di consiglio del giorno 24 febbraio 2011 il Cons. Donatella Scala e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
CONSIDERATO che, ai sensi del combinato disposto dei commi 1129 e 1130 dell’art. 1, commi della legge n. 296/2006, sin dal 2007 è stato avviato il programma sperimentale a livello nazionale per la progressiva riduzione della commercializzazione di sacchi per l'asporto delle merci che, secondo i criteri fissati dalla normativa comunitaria e dalle norme tecniche approvate a livello comunitario, non risultino biodegradabili, ed è stato individuato, decorrere dal 1° gennaio 2011, il definitivo divieto della detta commercializzazione di sacchi non biodegradabili per l'asporto delle merci che non rispondano entro tale data, ai criteri fissati dalla normativa comunitaria e dalle norme tecniche approvate a livello comunitario;
RILEVATO che le note impugnate hanno consistenza di meri comunicati con valenza ricognitiva della decorrenza del divieto di commercializzazione previsto inequivocabilmente dalla legge;
RITENUTO, pertanto, che non sussistono i presupposti per accordare la chiesta misura cautelare, anche in considerazione del fatto che all’applicazione della norma non sono connesse sanzioni per il caso della violazione e che il danno lamentato ha consistenza meramente patrimoniale, come tale suscettibile di integrale ristoro nella opportuna sede del merito;
RITENUTO di compensare le spese di lite in tale fase, attesa la peculiarità della fattispecie trattata;
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio – Sezione Terza Ter - RESPINGE l’istanza cautelare citata in premessa.
Compensa le spese della presente fase cautelare.
La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 24 febbraio 2011 con l'intervento dei magistrati:
Giuseppe Daniele, Presidente
Carlo Taglienti, Consigliere
Donatella Scala, Consigliere, Estensore
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 25/02/2011
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)
24 commenti
Scrivi un commentotommy
09.02.2012 20:02
stimo per essere massacrati da qualcuno che vuole monopolizzare questo mercato mettendo a rischio molti posto di lavoro ragazzi diamoci una scossa ,lo sato non ci aiuta e non ci aiutera mai
tommy
09.02.2012 20:02
stimo per essere massacrati da qualcuno che vuole monopolizzare questo mercato mettendo a rischio molti posto di lavoro ragazzi diamoci una scossa ,lo sato non ci aiuta e non ci aiutera mai
tommy
09.02.2012 20:02
stimo per essere massacrati da qualcuno che vuole monopolizzare questo mercato mettendo a rischio molti posto di lavoro ragazzi diamoci una scossa ,lo sato non ci aiuta e non ci aiutera mai
Sacchetto di Plastica
02.03.2011 20:03
E' stato pubblicato lo studio dell' agenzia ambientale UK sull' impatto degli shopper in plastica:
http://www.environment-agency.gov.uk/news/127553.aspx
sconosciuto
02.03.2011 20:03
Andate all'esselunga, tra i sacchetti in materbi, ci sono dei sacchetti che "sono conformi alla direttiva EN 13432" ma a me sembrano di plastica e basta...
wglishoppers
02.03.2011 19:03
Napoli, sacchetti-spesa biodegradabili
E' boom di quelli falsi. Cinesi nel mirino (mattino.it) Grazie legambiente, ferrante, ministero ambiente. GRAZIE. GRAZIE. GRAZIE.
Annalisa
01.03.2011 21:03
"Rinnovabili, dopo le proteste il governo potrebbe modificare il decreto Romani. Giovedì il testo definitivo
Secondo indiscrezioni, l'ampiezza del fronte contrario al decreto potrebbe aver convinto il ministro della necessità si un passo indietro. Possibile un alleggerimento dei limiti per il fotovoltaico in aree agricole e la riduzione graduale (e non brusca) degli incentivi del Conto energia. La Prestigiacomo conferma: governo alla ricerca di un testo più equilibrato."
E PER NOI SOLO LA MORTE...
Annalisa
01.03.2011 17:03
@ Mauro P.
Difficile continuare a produrre come prima (anche se non esiste motivo per non farlo) quando le persone ai negozianti dicono "No, io la busta non la pago perchè la TV ha detto che me la devi dare gratis".
A nulla vale il volantinaggio che faccio negozio per negozio per dire loro che anche il TAR ha detto che non ci sono sanzioni.
Non si sa perchè in Italia si rispetta l'unica legge che non esiste..
Ciro
01.03.2011 15:03
Si continua ad essere sempre piu' confusi si continua ad essere sempre meno protetti dal governo che si fa' con piacere le leggi a suo favore.... il fine e' sempre lo stesso farci fessi e contenti! Ecco cosa e' emerso in Inghilterra sui sacchetti che al ministero dell'ambiente dicono che inquinano. Ma gli shopper fanno davvero male?
Lunedì 21 Febbraio 2011 14:28
La notizia l'ha lanciata nella sua edizione domenicale - una delle più seguite nel Regno Unito - il quotidiano The Indipendent. Un giornalista della prestigiosa testata ha potuto visionare uno studio commissionato dal Governo inglese nel 2005, completato nel 2007 e non ancora reso pubblico, sull'impatto ambientale dei sacchetti per la spesa distribuiti nei supermercati. Secondo la ricerca condotta dall'agenzia per la protezione dell'ambiente, i sacchetti in polietilene sarebbero 200 volte meno impattanti sul clima rispetto a quelli in cotone e avrebbero emissioni di CO2 equivalenti pari a un terzo di quelli in carta distribuiti nei punti vendita.
Lo studio di LCA sarebbe stato condotto su sette diversi tipi di sacchetti: quelli in HDPE avrebbero evidenziato emissioni di CO2 pari a 1,57 kg per unità, che scendono a 1,14 kg se lo shopper è riutilizzato almeno una volta; valore analogo (1,4 Kg) alle emissioni di un sacchetto di carta utilizzato però quattro volte. Nei risultati dello studio, citati da The Indipendent, "il sacchetto in HDPE presenta il più basso impatto ambientale nell'uso singolo in nove delle dieci categorie impiegate per valutare l'impatto ambientale".
Per avere un impatto pari allo shopper in plastica, scrive il quotidiano britannico, una sporta in cotone - e sempre la stessa - dovrebbe essere usata tutti i giorni per un anno, oppure bisognerebbe riutilizzare lo stesso sacchetto di carta almeno tre volte prima di gettarlo nel cestino. Ma, secondo lo stesso studio, il sacchetto di carta è praticamente monouso e quello in cotone viene riutilizzato in media una cinquantina di volte.
Non conosciamo la metodologia della ricerca e non abbiamo potuto visionare direttamente i risultati (ad esempio si parla di sacchetti in HDPE e non in LDPE), quindi bisogna essere cauti sull'interpretazione dei dati. Resta però il fatto che in Italia, prima di mettere al bando i sacchetti, non sono stati condotti studi di alcun genere sull'impatto ambientale delle diverse soluzioni. Almeno il Governo inglese ci ha provato, salvo attendere un po' troppo per divulgare i risultati, attualmente in fase di revisione tecnico-scientifica.
Leggi la notizia integrale su The Indipendent
mauro.p
01.03.2011 12:03
scusate ma perche non continuiamo a produrre e a vendere come prima ?
il tar dice che lo possiamo fare ?
le borse di carta plastificata
ma qualche dubbio, no?
28.02.2011 22:02
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/27/un-pacifico-oceano-di-plastica-la-scoperta-di-captain-moore/94217/
C. Maestrini
28.02.2011 21:02
Innanzitutto vi ringrazio per la fiducia.
Non sono sicuro che abbia senso che sia io a rappresentarvi, anzi credo che potrebbe essere controproducente per tutti.
Posso però cercare di darvi una mano per mettervi insieme.
Sapete che CONFAPI/UNIONCHIMICA si sta muovendo già in questa direzione, ma i loro tempi potrebbero essere un po' lunghi e io ho paura che invece adesso ci voglia rapidità e decisione.
Nel frattempo quindi, NON IN CONCORRENZA con questa inizativa di CONAPI, che anzi se lo desiderate potrebbe venire integrata per dare maggiore impulso, vi propongo due cose da fare subito:
1. la creazione di un sito web in cui registrarsi tutti, per contarsi non solo come aziende ma anche come addetti e fatturato e trovare 2 o 3 punti di convergenza comune. Potrei farmi carico io della realizzazione del sito e della gestione del sito, almeno in questa fase iniziale,
2. organizzare in tempi brevissimi - la prossima settimana al massimo - una riunione a livello nazionale di tutti produttori di shopper, macchinari , distributori, rivenditori e dei produttori di additivi (TUTTI!) per guardarci in faccia e mettere le basi del percorso da fare nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.
In questa circostanza dovrete liberamente eleggere dei portavoce o dei rappresentanti per continuare a lavorare insieme.
L'importante è che siamo davvero tanti, perché altrimenti questa cosa avrebbe l'effetto contrario a quello cercato.
Se volete che proviamo, proviamoci pure.
Qualcuno però mi deve dare una mano.
Io sono raggiungibile al solito indirizzo:
claudio.maestrini@kromabatch.com
Se vi interessa fatevi vivi.
ora basta
28.02.2011 13:02
Credo sia tempo di muoverci al più presto perchè non se ne può più di queste prese in giro....Uninonplast HA SBAGLIATO TUTTO, ma noi più di loro a fidarci di quello che ci dicevano! Ci hanno tenuti in sospeso fino al 22 dicembre dicendo che il bando non sarebbe mai entrato in vigore. Hanno sempre opposto resistenza inutile piuttosto che cercare accordi strade che ci potessero salvaguardate un po' tutti! Ci hanno illuso con la milleproroghe, ed ora con il Tar ...e invece? Noi siamo caduti nella rete da pesca come degli ingenui! ORA BASTA! FACCIAMO QUALCOSA SERIAMENTE! Creiamo un gruppo "UNIONSHOPPER" dove possa raggruppare tutti, ma proprio tutti i produttori ed i distributori. Dato per scontato che non si può e non si potrà tornare indietro, poichè credo che l'Unione Europea possa fare ben poco, dobbiamo moverci, ma non solo a parole ed a messaggi come stiamo facendo quì! Se l'ultima strada sono gli additivi, ben vengano, perchè le bioplastiche e gli additivi non possono coesistere? Perchè monopolizzare il mercato solo con bioplastiche?
Oggi proverò anche io a sentire il dott. Maestrini e vediamo se sarà disponibile.
Forza gente, se non ci mettiamo d'accordo, abbiamo i giorni "e dico giorni, non mesi" contati.
Sacchetto di Plastica
28.02.2011 10:02
Colleghi, qui ci dobbiamo dare una mossa, sono tutti contro di noi e non per motivi ambientali/ecologici ma solo per motivi speculativi e di interessi personali!
Leggete un attimo questa brochure e capirete come mai unionplast non può difendere noi, ma fa solo finta...
http://www.canins.it/Brochure_UnionBioplast.pdf
"Il Gruppo Unionbioplast è un
Gruppo Merceologico interno ad
Unionplast che rappresenta le
I m p r e s e a s s o c i a t e a l l a
Federazione Gomma Plast ica
produt t r ici e impor tat r ici d i
manufatti in biopolimeri"
A questo punto penso che anche in europa abbiano "sbagliato" qualcosa nel ricorso...e credo che è qualcosa in più di un presentimento!
Ma come fa Unionplast a difendere noi ed andare contro i suoi associati? Incredibile ora si spiegano svariate cose...
a questo punto se non ci svegliamo e facciamo qualcosa credo che per noi sia la fine!
Sono d'accordo con voi, contattiamo Maestrini e uniamoci, loro cercano la nostra divisione perchè sanno che divisi non possiamo fare niente.
Ciro
27.02.2011 21:02
Concordo con il Dott: Maestrini qui bisogna muoverci e alla svelta, non solo noi produttori ma interpellare anche i rivenditori che non sono pochi. Se nessuno di noi e' capace di prendere iniziativa io proporei di affidarci a lui, anch'io ho avuto modo di conoscerlo telefonicamente, e vi assicuro che tra tutti i rivenditori di additivi interpellati e' sicuramente quello piu' serio. Ringrazio ancora il Dott: Maestrini per la sua disponibilita'e gentilezza.
raffaele
26.02.2011 18:02
Sono un rivenditore e questa situazione mi sta creando non pochi problemi, economici e organizzativi. I clienti non sanno più a chi credere se a noi rivenditori o a certe notizie che danno i mezzi di informazione. Comunque vi ringrazio perchè state facendo una battaglia anche per me e spero che presto si faccia chiarezza su tutta la faccenda, con ossecui RAFFAELE.
B:62
26.02.2011 11:02
Concordo con Maestrini, ora il governo emanerà i decreti attuativi, la norma di riferimento sarà la UNI EN 13432 perché è l' unica disponibile per la "misurazione" della degradabilità di un materiale plastico, ovviamente questa norma non è corretta essendo una norma che misura la compostabilità e non la degradabilità. Per i produttori di sacchetti l' unica speranza è che il decreto non sia troppo restrittivo riguardo ai tipi di buste da considerare nel bando, lasciando fuori i sacchetti di formato e spessore molto grande.Tenendo conto che per gli shopper e i sacchettini da farmacia le bioplastiche possono andare bene, per gli altri tipi di sacchetti l' unica alternativa sono le buste in carta.
C. Maestrini Oxo Plastics Association
26.02.2011 08:02
Una risposta per Ezio, ma forse a carattere più generale.
La sentenza del TAR non mette minimamente in discussione l'utilizzo degli additivi efficaci, che quindi possono essere utilizzati oggi come ieri (naturalmente ogni produttore/distributore di additivi ha la responsabilità di dimostrare che i suoi prodotti sono veramente efficaci nel rendere la plastica biodegradabile ed ogni utilizzatore ha la responsabilità, nei limiti delle sue competenze, di accertarsi che sia davvero così).
Qual'è però il rischio adesso?
Che il Ministero, che probabilmente aveva atteso la sentenza del TAR prima di prendere qualsiasi ulteriore decisione, promulghi in tempi brevissimi una circolare/decreto attuativo nel quale autorizza solo le cosiddette bioplastiche. E' inutile nasconderselo, le pressioni in questo senso ci sono e sono forti.
Perciò bisogna assolutamente che questo non succeda, perché si tratterebbe di una decisione mossa da criteri che con la tutela dell'ambiente non hanno nulla a che fare, mentre invece chiaramente vanno nella direzione della promozione di specifici interessi economici ed industriali.
E' pertanto importante ed urgente che i produttori di shopper finalmente lascino da parte perplessità ed incertezze e si levino con una voce sola (ci sono vari attori sul palco: UNIONPLAST, UNIONCHIMICA, CONFAPI, eccetera, eccetera) affinché gli additivi efficaci, con tutti i controlli e le limitazioni che si riterranno opportuni, vengano esplicitamente ammessi dal Ministero.
Fino ad oggi questo non è successo, forse nella speranza (irrealistica!) che il TAR riportasse indietro le lancette dell'orologio a dicembre dell'anno scorso.
Non ripetete lo stesso errore: non bisogna illudersi che l'Europa possa intervenire in tempi brevi, ammesso che decida di farlo. I tempi comunitari, infatti, quando va bene, sono dell'ordine di mesi, se non di anni.
Alla situazione di prima non si tornerà. Anche per il semplice fatto che l'avere introdotto per l'imballaggio in plastica il concetto di biodegradabilità è una scelta che ha un suo senso e che riscuote l'approvazione dei consumatori (che sono anche elettori).
Il punto qui però è che biodegradabilità non significa necessariamente bioplastica, anzi!
Gli additivi ci sono e quelli oxo-biodegradabili funzionano: questo è un fatto che, nonostante una insistente campagna denigratoria, è dimostrato scientificamente ed è incontrovertibile.
Naturalmente, come ha sottolineato qualcuno, ho un interesse economico in questa vicenda, non sono il difensore di un'idea, né di una categoria. Ma perchè?, i produttori di bioplastiche non hanno interessi (enormi) in ballo? E di fronte a questi interessi non sono forse pronti a mettere in ginocchio un intero settore?
Il senatore Ferrante, che vi e ci definisce i furbetti del sacchetto, non ha mostrato in più circostanze di avere a cuore gli interessi particolari di una determinata azienda, almeno quanto o forse più di quelli dell'ambiente?
Gli additivi non sono forse una soluzione eco-compatibile ed economicamente sostenibile, che nel contempo salvaguarda una filiera altrimenti in pericolo?
Gli additivi non sono forse la vera soluzione al problema dell'abbandono del rifiuto plastico, che viene da tutti gli ambientalisti considerato il vero problema? Anche se nessuno lo dice (chissà perchè?), da questo punto di vista gli additivi efficaci sono senz'altro migliori delle cosiddette bioplastiche, che, se nel compostaggio si trasformano rapidamente in CO2 (e anche questa non è poi una gran bella cosa!), disperse nell'ambiente terrestre ed acquatico di degradano molto lentamente.
Allora, lasciatemi essere un po' provocatorio: io il mio dovere l'ho fatto. Ho scritto a destra e a sinistra, ho mostrato dati e studi, ho fornito ai miei clienti cetificazioni ed indicazioni chiare, ho parlato con enti ed associazioni, ho messo il mio nome e la mia faccia in gioco dappertutto in questa storia.
Voi cosa state aspettando ancora?
Se non ci sarà una presa di posizione forte ed unanime di TUTTI i produttori di shopper per l'esplicito ed ufficiale riconoscimento agli additivi efficaci di una dignità almeno pari a quella delle bioplastiche, io nutro serissimi timori che il Ministerò finirà per andare nella direzione che tutti sappiamo, perché non avrà trovato una vera resistenza da questa parte, mentre dall'altra c'è un blocco forte, compatto e molto determinato, che ha saputo guadagnarsi un robusto consenso politico ed istituzionale.
Se il Ministero delibererà in questa direzione, sarà impossibile poi farlo tornare sui suoi passi: non vi rimarrà altro che lamentarvi tristemente su questo a quel blog, nell'indifferenza generale. Che è esattamente quello che le multinazionali produttrici delle cosiddette bioplastiche sperano che succeda.
Io credo, insomma, che non ci sia più tempo da perdere e sono, come al solito, a disposizione di tutti per chiarimenti, informazioni ed iniziative.
Chi lo desidera può contattarmi a:
claudio.maestrini@kromabatch.com
Per concludere, colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che hanno commentato favorevolmente (ma anche sfavorevolmente, come è giusto che sia se vuole un dibattito aperto) la mia intervista pubblicata su questo sito.
EZIO
25.02.2011 19:02
MA NOI PRODUTTORI DI SHOPPER CHE DOBBIAMO FARE? SI PUO USARE O NO IL FAMOSO ADDITIVO? QUESTO E' IL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE.INTANTO LA MIA AZIENDA E' QUASI FERMA E NON SI SA FINO A QUANDO. QUESTA E' LA VERA TRAGEDIA. SONO D'ACCORDO CON IL TROVARE QUALCUNO CHE CI RAPPRESENTI VERAMENTE NEI VARI MINISTERI SENZA SECONDI FINI.
B:62
25.02.2011 18:02
Il TAR non poteva che respingere l' istanza, non è certo possibile la sospensione di una legge dello stato soltanto perché è incompleta o fatta male.
E' inutile continuare a sperare che la situazione si risolva in breve tempo tramite ricorsi od altro, conviene impegnarsi per ridurre al massimo i danni ed adeguarsi al nuovo mercato, dobbiamo tenere conto che la maggioranza dell' opinione pubblica è a favore del bando pertanto i politici non modificheranno mai questa legge. Ora è fondamentale che la situazione si stabilizzi in modo che i clienti possano scegliere con certezza il tipo di busta adatta alle proprie necessità. Per quanto riguarda i decreti attuativi qualora vengano emessi, vista l' aria che tira c'è solo da sperare che non siano troppo penalizzanti per i produttori di sacchetti.
Sacchetto di Plastica
25.02.2011 17:02
Commento su un giornale online del ministro:
"''La decisione del Tar del Lazio sugli shopper - commenta il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo - conferma anche sotto il profilo giuridico la legittimita' della scelta del Governo. Una scelta che e' stata ben recepita e accettata dall'opinione pubblica italiana che ha mostrato una forte sensibilita' ambientale e la disponibilita' a modificare le proprie abitudini per migliorare il bilancio ecologico del nostro paese. Un segnale positivo, quindi, che rafforza il nostro impegno per superare, d'intesa con la Ue, anche le questioni tecnico-giuridiche sulla compatibilita' del provvedimento con la normativa europea''."
Secondo me questa sentenza creerà ancora più confusione.Se per me (che ho letto le motivazioni) ne vien fuori che i sacchetti di plastica possono essere prodotti e venduti perchè non mi si può comminare una sanzione, alla gente che che non leggerà le motivazioni e sentirano le interviste del ministro di legambiente ecc... crederanno che la legge è davvero valida e noi produttori siamo una lobby e vogliamo proteggere le nostre ricchezze!
Ancora disinformazione, la vera malattia di questo secolo altro che plastica!
Sacchetto di Plastica
25.02.2011 17:02
Considerazioni personali su Unionplast:
1) Non ha mai rappresentato la filiera dei produttori di shoppers e non ha mai cercato una sorta di unione di noi produttori e il risultato (a questo punto mi viene da chiedere se voluto!) è sugli occhi di tutti!
2)La legge 296/2006 è stata approvata dalla finanziaria del 2007.Unionplast non ha fatto nulla in questi anni per avere un dialogo con i ministeri competenti/governo per INIZIARE/SVILUPPARE un piano SPERIMENTALE in vista del bando, o quando meno sollecitare ed coadiuvare i ministeri competenti ad emanare i decreti attuati in tempi celeri, in modo da preparare i PROPRI associati in tempo.
3)Non solo.Si è aspettato il 1° febbraio per depositare il ricorso, quando la legge risale a 2 anni e mezzo prima.Poteva essere impugnata anche nel 2007.
4) Il ricorso è contro i comunicati stampa e non contro la legge 296/2006.
5)Nel corso degli anni sopratutto dopo il primo rinvio della legge al 1° gennaio 2011, Unionplast ha sempre detto che il bando sarebbe stato abrogato o almeno rinviato di 3/5 anni, finanche gli ultimi giorni di dicembre le chiacchiere erano quelle.
5) Si dice che è stato presentato ricorso alla commissione europea da parte di Unionplast, ma a questo punto io non ci credo,anzi chiederei alla redazione di contattare Unionplast e farsi dare copia del ricorso alla commissione europea.O anche in quel ricorso hanno preso in considerazione i comunicati stampa e non la legge?
Insomma, come devo chiamarla Unionplast o UnionBIOplast ?
Spero di essere smentito...ma ad oggi queste sono domande più che legittime!
In conclusione, bisogna che ognuno di noi si attivi per verificare se veramente è stato fatto ricorso in europa,trovare il testo del ricorso e organizzarci tra noi produttori per avere almeno un incontro con il ministro dell'ambiente.
A questo punto credo che bisogna fare un pò di telefonate vederci tra di noi e scegliere un rappresentante che ci rappresenti veramente.
Maurizio
25.02.2011 16:02
Apriamo gli occhi, Unionplast non sta dalla nostra parte loro volevano solo poter vendere le scorte. A loro interessa fare le bioplastiche che fanno già e al massimo il rigenerato non faranno niente contro la Novamont stanno già lavorando con loro!!!
Sacchetto di Plastica
25.02.2011 15:02
Ho appena letto le motivazioni alla sentenza e ci sono vari punti che non quadrano.
1) Unionplast ha fatto ricorso al TAR non contro gli art. 1129/30/31 art 1 legge 296/2006, ma bensì è ricorsa contro il comunicato stampa del 30 dicembre...PERCHE' NON SI E' FATTO RICORSO CONTRO LA LEGGE 296/2006?
2)Nella sentenza del TAR viene considerato il periodo che va dal 2007 al 31 dicembre 2010 per la SPERIMENTAZIONE.In realtà tutti sappiamo che in quegli anni non si è fatta NESSUNA SPERIMENTAZIONE.
3)Nella sentenza si ritiene che non si può procedere alla misura cautelare (sospensione) ANCHE IN CONSIDERAZIONE del fatto che alla norma NON SONO CONNESSE SANZIONI.
Ci rendiamo conto?In primis se il TAR avesse accolto il ricorso cosa avrebbe sospeso? Di sicuro non la legge 296/2006 ma i comunicati stampa del 30 dicembre e del 30 gennaio...in pratica il bando ci sarebbe stato comunque!
E poi il TAR ha preso tale decisione visto che SECONDO LORO ci sono stati 2 anni e mezzo di sperimentazione e infine il TAR dice che è inutile accogliere il ricorso tanto chi non rispetta la legge non può essere sanzionato...
Aiutatemi...io veramente non ci capisco niente più!