Rinnovabili, aree non idonee: il comune di Carlantino al Tar contro la Regione Puglia
Il comune di Carlatino ricorre al Tar contro la Regione Puglia al fine di poter costruire sul proprio territorio un parco eolico. Secondo le linee guida pugliesi sulle “aree non idonee” alla realizzazione di parchi da fonti rinnovabili, Carlantino risulta interamente vincolato paesaggisticamente come SIC (siti di importanza comunitaria), come IBA (area protetta per gli uccelli) e come “Area Tampone” relativa alla conservazione degli habitat naturali
07 March, 2011
Il recente "Regolamento per le aree non idonee” (Reg. n.24 del 30 dicembre 2010), approvato in virtù delle “Linee Guida nazionali per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili” (Decreto attuativo del 10 settembre 2010), ha precluso al comune di Carlantino la possibilità di poter impiantare una qualsiasi concentrazione (centrale solare o parco eolico) che produca energia da fonti rinnovabili.
Il sindaco del comune foggiano, Dino D’Amelio, l'ha definita provocatoriamente “schizofrenia amministrativa”, l'imposizione di diversi vincoli tutti ricadenti nella medesima area comunale. I tre vincoli, in particolare, richiamati dal sindaco, sono il SIC, i siti di importanza comunitaria ai fini paesaggististici, comprendente il 75% del territorio, mentre la copertura è al 100% per il vincolo dell’IBA (Important Bird Area) mentre pesa per un quarto quello definito "Area Tampone", relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. L'insistenza di questi importanti vincoli potrebbe far pensare all'insufficienza del concetto di area "non idonea" promuovendo, in aggiunta, l'istituzione di area "protetta", eppure di diverso avviso è il sindaco D'Amelio che ha dichiarato: "La totale preclusione alla realizzazione di parchi da fonte rinnovabili è incostituzionale".
Per questo motivo, il Comune è ricorso al T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale) contro la Regione Puglia. L’Amministrazione dauna ritiene che l’ente regionale, nella parte del regolamento in cui prevede l’impossibilità di realizzare impianti energetici da fonti rinnovabili, abbia agito in violazione delle disposizioni di legge. La totale preclusione per la realizzazione di impianti da fonti energetiche rinnovabili è in contrasto con i principi di necessaria partecipazione dei soggetti interessati alla istruttoria (in questo caso il Comune di Carlantino). Anche una sentenza della Corte Costituzionale, secondo il sindaco, “ha stabilito che la Regione Puglia non può provvedere autonomamente alla individuazione di criteri per il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti alimentati da fonti di energia alternativa”.
“Da un punto di vista giuridico - ha dichiarato D’Amelio - “nessun Comune può subire divieti generalizzati per la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili”. Il decreto ministeriale emanato in materia dal Ministero per lo Sviluppo Economico in settembre sancisce che l’individuazione delle aree e dei siti non idonei per la costruzione degli impianti non può riguardare porzioni significative del territorio né tradursi nell’identificazione di fasce di rispetto di dimensioni non giustificate da specifiche e motivate esigenze di tutela”.
Ancora il sindaco, ha ricordato le rassicurazioni fornite dall’assessore regionale alla Qualità del Territorio, Angela Barbanente, durante l'incontro per l’adesione al Patto dei Sindaci sull’energia sostenibile e per la partecipazione al programma comunitario “Elena”, circa la possibilità del comune di Carlantino (già quasi totalmente vincolato) di poter installare impianti sia eolici che fotovoltaici.
L’area del comune carlantinese è interessata dalla presenza di fauna e flora in modo assolutamente non differenziato rispetto a quanto accade in gran parte del territorio pugliese dove sono presenti sia impianti eolici che fotovoltaici. Una più accurata valutazione della realtà avrebbe potuto consentire l’installazione di impianti da fonti pulite rispettando al contempo l’interesse pubblico a non deturpare il patrimonio naturalistico. In conclusione, il Comune di Carlantino assicura che la realizzazione del parco previsto (in tutto 6-7 pale) non avrebbe ripercussioni negative sull’habitat e sugli animali.