Una "casa passiva" in Torino: meno CO2, meno gasolio, più aria pulita
La Regione Piemonte consegna all'IPLA (Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente) un edificio prefabbricato in legno energeticamente efficiente e costruito nel massimo rispetto dell'ambiente. L'Assessore Quaglia: "E’ stata interamente riqualificata una struttura regionale che oggi, grazie all’utilizzo del legno e all’impiego di tecnologie innovative, è in grado di contenere i consumi e di sfruttare fonti energetiche rinnovabili a basso impatto ambientale"
14 March, 2011
I tecnici lo hanno chiamato PUEEL, ovvero Prefabbricato ad uso Uffici Energicamente Efficiente in Legno. Per chi la vede per la prima volta si tratta di una casetta di legno costruita anni fa all’interno della tenuta Millerose, in Corso Casale a Torino, dove ha sede l’IPLA, l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente, ente strumentale della Regione Piemonte, azionista di maggioranza, del Comune di Torino e della Regione Autonoma Valle d’Aosta, rinata a nuova vita grazie al lavoro dei servizi tecnici regionali della Direzione Risorse Umane e Patrimonio. E la nuova vita dell’edificio è caratterizzata, come si capisce dalla sua definizione, dal fatto di essere una cosiddetta “casa passiva”, ovvero un edificio che è efficiente dal punto di vista energetico e corretto da quello ambientale, secondo i parametri internazionali in materia di efficienza energetica.
Le chiavi della casa sono state consegnate oggi all’IPLA, nelle mani del presidente Lido Riba e del direttore Mauro Piazzi, da parte della Regione Piemonte, rappresentata per l’occasione dall’assessore al Patrimonio Giovanna Quaglia, da cui dipendono i servizi tecnici che hanno realizzato l’intervento, e dall’assessore all’Energia Massimo Giordano, che segue tutte le attività di risparmio energetico, in questo caso ben espresse dalla nuova struttura.
“E’ stata interamente riqualificata - ha spiegato l’assessore Quaglia - una struttura regionale che oggi, grazie all’utilizzo del legno e all’impiego di tecnologie innovative, è in grado di contenere i consumi e di sfruttare fonti energetiche rinnovabili a basso impatto ambientale. Per comprendere l’impatto è sufficiente fare un confronto con l’attuale parco edilizio, dove gli edifici costruiti con tecniche tradizionali, ma privi di isolamento, raggiungono un fabbisogno energetico di 150kWh/m2 rispetto ad un massimo di 30 kWh/m2 consumati dalla “casa passiva”. Questo intervento rappresenta un notevole passo in avanti nell’applicazione di tecnologie e soluzioni energicamente efficienti, ma anche un esempio concreto per l’amministrazione pubblica, che ha di fronte un modello di riferimento di differenti soluzioni tecnologie ed impiantistiche, alcune assolutamente d’avanguardia, realizzate con criteri di ottimizzazione, efficienza e risparmio energetico”.
“Credo che la Regione debba essere all’avanguardia nel campo del risparmio di energia - ha sostenuto dal canto suo l’assessore Giordano – e dare l’esempio come istituzione è segno di coerenza se si intende attuare una politica che guardi non solo al fabbisogno di energia complessivo, ma anche alla riduzione contemporanea di consumi e di inquinamento atmosferico. Allestire una casa come questa fornisce un contributo importante per migliorare l’aria che respiriamo, ma serve anche per essere sempre meno dipendenti dai combustibili fossili, una risorsa energetica ormai agli sgoccioli, e privilegiando la fonte rinnovabile nel modo migliore possibile. Sono scelte che sosteniamo anche con misure specifiche del Piano straordinario per l’Occupazione: “più green”, per incentivare gli interventi di efficienza energetica negli impianti produttivi ricorrendo anche alle fonti rinnovabili, e “più risparmio” per razionalizzare in maniera intelligente i consumi energetici degli edifici pubblici”.
“E’ vero che secondo la terminologia energetica si tratta di una “casa passiva” - hanno detto infine Lido Riba, presidente dell’IPLA, e Mauro Piazzi, direttore - ma preferiamo considerarlo un edificio “attivo”, nel senso che, dal punto di vista del bilancio energetico, il saldo è potenzialmente positivo, consumando meno energia di quanta non ne produca. Siamo riusciti a realizzare il progetto che ci eravamo prefissi, con la riqualificazione energetica dell’intero fabbricato, compiuta attraverso l’utilizzo di legno e l’impiego di tecnologie innovative che puntavano al contenimento dei consumi e allo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili e a basso impatto ambientale. Lo scopo che ci eravamo prefissi con la Regione Piemonte era quello di realizzare una costruzione caratterizzata da un fabbisogno energetico complessivo molto basso, pari a 15 kwh/mqa. Si tenga conto che il fabbisogno di energia netta prima dell’intervento di rifacimento dell’edificio era pari a 145 kwh/mqa. Pertanto il nuovo edificio consuma per il riscaldamento invernale circa 10 volte meno del vecchio. Invece il valore limite del fabbisogno di energia netta che bisognerebbe ad oggi rispettare per realizzare un edificio analogo per geometrie e volumi è di 67,28 kwh/mqa, secondo il DGR n. 46-11968. Il fabbisogno di 15 kwh/mqa è tale da permettere di dichiarare l’edificio “casa passiva” secondo la definizione adottata presso l’istituto Case Passive di Darmstadt - Germania, riconosciuto a livello internazionale”.