Raccolta differenziata, Lombardia al 50%
Marcello Raimondi, assessore regionale all'Ambiente: "I numeri dimostrano che stiamo facendo davvero tanto e bene, ma il cerchio ancora fatica a chiudersi. Il mio auspicio è che la nostra regione riesca a raggiungere velocemente una completa autonomia e indipendenza anche per quello che riguarda lo smaltimento"
06 May, 2011
La media regionale della raccolta differenziata in Lombardia ha raggiunto il 50% con picchi dell'80% in alcuni Comuni.
L'assessore regionale al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia Daniele Belotti insieme all'assessore regionale all'Ambiente, Energia e Reti Marcello Raimondi ha commentato: "I numeri dimostrano che stiamo facendo davvero tanto e bene, ma purtroppo il cerchio ancora fatica a chiudersi. Il mio auspicio è che la nostra regione riesca a raggiungere velocemente una completa autonomia e indipendenza anche per quello che riguarda lo smaltimento. Dobbiamo metterci nelle condizioni di eliminare a regola d'arte quello che produciamo. Il federalismo dei rifiuti, come mi piace definirlo, è il nostro obiettivo e dobbiamo perseguirlo utilizzando un approccio innovativo che consideri gli scarti come una risorsa e non più come un problema".
Anche per questo Regione Lombardia ha deciso di centrare il prossimo Piano dei rifiuti sulla messa in rete degli impianti esistenti e sulla progressiva riduzione dei rifiuti, innescando allo stesso tempo, e come l'ha definito Belotti, "un processo di sana competitività fra i gestori che consenta di tenere le tariffe il più basse possibile". In quest'ottica è evidentemente importante che si arrivi anche a un cambio di mentalità tale per cui anche i cittadini adottino comportamenti virtuosi.
"Siamo sulla buona strada - ha spiegato Belotti - e in questo ci stanno aiutando anche iniziative come quelle dei dispenser per detersivi installati nei centri commerciali o degli shoppers riutilizzabili. Ma con la collaborazione di ognuno si può fare ancora meglio, ad esempio ricorrendo sempre meno ai prodotti 'usa e getta'".
"Quello che noi come Regione abbiamo il dovere di fare - ha sottolineato Raimondi - è informare il più possibile amministratori e cittadini sui reali benefici e rischi derivanti dai termovalorizzatori. Abbiamo a disposizione uno strumento molto incisivo come la Via (procedura di Valutazione di Impatto Ambientale) che, di un impianto di incenerimento, prende in considerazione gli impatti generati dalla realizzazione e dall'esercizio dello stesso, tenendo in conto tutte le componenti ambientali (atmosfera, suolo e sottosuolo, acque superficiali e sotterranee, flora e fauna, salute umana e paesaggio. In base alle specifiche tipologie di rifiuti avviati a combustione, vengono valutate la tipologia e la quantità di emissioni connesse all'esercizio dell'inceneritore, siano esse in atmosfera oppure in ambiente idrico (scarichi di acque di processo, reflui civili ed acque piovane). Per ogni modificazione o impatto ambientale, viene valutata l'opportunità e adeguatezza delle opere di mitigazione proposte e finalizzate ad una riduzione degli impatti previsti".
"Particolare rilevanza rivestono in tal senso - ha aggiunto - i presidi per l'abbattimento delle emissioni in atmosfera, che devono garantire una notevole efficienza nel contenimento di contaminanti, diossine, ossidi di azoto e altre applicando le migliori tecnologie disponibili, cioè quelle più aggiornate ed efficaci. Vengono inoltre presi in considerazione gli interventi proposti per la compensazione ambientale".