Rifiuti, primo esperimento a Napoli di compostaggio condominiale
In attesa della delibera sui rifiuti del neo sindaco de Magistris i cittadini partenopei cominciano a darsi da fare: sessanta condomini hanno acquistato una compostiera per produrre meno rifiuti e ricavarne terriccio fertilizzante
08 June, 2011
A Napoli in un palazzo a Corso Vittorio Emanuele circa 60 cittadini hanno acquistato una compostiera per smaltire i rifiuti che servirà un intero condominio. Si tratta della prima compostiera condominiale in città. «Se la pratica si diffondesse i napoletani in prima persona potrebbero contribuire alla risoluzione dell’emergenza rifiuti senza spendere milioni fondi pubblici per la costruzione di megaimpianti inutili e oltretutto potrebbe essere un motivo di rilancio per un’agricoltura di qualità». Ad annunciarlo è il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, che sottolinea: «La pratica del compostaggio domestico è indicata da molti come un elemento fondamentale per la buona gestione dei rifiuti nelle nostre città. Il concetto è molto semplice: produrre meno rifiuti. Ogni cittadino separando il materiale secco riciclabile da quello umido compostabile opera una prima differenziazione dei rifiuti. Nel caso della frazione umida basta lasciar fare alla natura ciò che fa da milioni di anni. Gli scarti alimentari, le foglie, tutto ciò che è costituito da materia organica può essere decomposto da specifici batteri, e trasformato in compost, cioè terriccio molto nutriente. Questo compost può essere utilizzato per fertilizzare campi, giardini, boschi o per il recupero di cave abbandonate. Insomma è una risorsa dal valore non indifferente».
L’auto organizzazione dei cittadini partenopei dipende anche dalla mancanza, in Campania, di impianti di compostaggio in grado di trasformare i rifiuti organici in compost: tranne che a Salerno, e a Santa Maria la Fossa dove 2 mesi fa fu scoperto un impianto abbandonato.
«La compostiera - conclude Borrelli - è uno strumento prettamente urbano, da tenere fuori al balcone o nel cortile di un condominio, non serve ovviamente a chi possiede un giardino. Smaltire naturalmente questa tipologia di rifiuto significa produrre meno immondizia, rendere più facile lo smaltimento dei rifiuti a livello regionale e, in periodi di crisi, avere meno rifiuti per strada. Va ricordato che sono proprio i rifiuti organici la causa del cattivo odore e della produzione di percolato, e rappresentano circa il 40% sul totale di immondizia prodotta. Solo con queste azioni piccole, concrete e dal basso si può davvero risolvere l'emergenza rifiuti e contrastare in modo concreto il mondo delle ecomafie».