Torino: arriva l’acqua sfusa all’Università
All’inaugurazione del primo distributore anche la vice-sindaco di Parigi. Alla Palazzina Einaudi i comitati per l’acqua pubblica sposano la campagna T.V.B. Ti Voglio Bere
09 June, 2011
Acqua in bottiglia all’Università? No, grazie: pubblica e sfusa è meglio! È questa l’idea rilanciata dagli Studenti Indipendenti durante la conferenza stampa di ieri per l’inaugurazione di Acquamat, il primo distributore di acqua alla spina, installato nella Palazzina Einaudi di corso Regina. Una inaugurazione che, non a caso, cade alla vigilia del referendum per l’acqua pubblica del 12 e 13 giugno e che, di nuovo non a caso, ha come ospite la vice-sindaco di Parigi, luogo simbolo della ripubblicizzazione del servizio idrico.
Presenti alla conferenza, anche il “Comitato 2 sì per l’acqua bene comune” e il Centro Studi Ambientali di Torino, che ha lanciato il progetto T.V.B. Ti Voglio Bere per la valorizzazione dell’acqua della rete, a cui l’Università di Torino ha aderito attraverso l’installazione di Acquamat, realizzata dalla ditta Luxnova, che da domani erogherà acqua trattata liscia, gasata e lievemente gasata, a temperatura ambiente o refrigerata, per un bere più sostenibile.
“Le acque in bottiglia all’Università non sono più le benvenute”, ha dichiarato Lorenzo, responsabile del progetto proposto dagli Studenti Indipendenti . “Abbiamo deciso di offrire un’alternativa sostenibile al consumo di acque imbottigliate e agli enormi profitti che su di esse realizzano le multinazionali dell’acqua incoraggiando l’utilizzo di quella del rubinetto. In questo modo dimostriamo anche il nostro impegno comune col “Comitato 2 sì per l’acqua bene comune” in vista della scadenza referendaria del 12 e 13 giugno”.
“Siamo molto contenti che l’Università abbia condiviso le finalità del progetto T.V.B. Ti Voglio Bere – ha continuato Lorenzo – e crediamo che possa essere esportato in tutti gli ambiti universitari, luoghi di cultura per eccellenza dove è importante far entrare iniziative come questa, volte alla creazione di una cultura dell’acqua bene pubblico”. “T.V.B. è un percorso che parte da un’idea di consumo critico e responsabile della risorsa idrica, sempre più scarsa e limitata - ha aggiunto Domenico Filippone del Centro Studi Ambientali -. Da qui l’importanza della sua valorizzazione, attraverso il risparmio idrico e la scelta di bere quella della rete: solo così dimostriamo di tenere davvero a questo bene comune”.
E allora l’invito è quello di andare a dimostrarlo anche alle urne, il 12 e il 13 giugno. E arriva da Mariangela Rosolen, del Comitato referendario e dalla vide-sindaco di Parigi, Anne Le Strat: “Continuate a lottare per l’acqua pubblica. A Parigi abbiamo difeso la riforma per ripubblicizzare l’acqua potabile e fornire una gestione più efficace, economica e democratica che coinvolga attivamente i cittadini attraverso diverse iniziative. Anche noi portiamo avanti campagne per promuovere l’acqua del rubinetto, contro quelle imbottigliate. Battaglia difficile, perché le lobby sono molto potenti, ma i risvolti sono tanti: sociali, politici, ambientali, economici e portano a una società più giusta e sostenibile”. L’importante è crederci, fino in fondo. E allora per il referendum, bonne chance!
Palazzo Nuovo, solo acqua sfusa è guerra alle bottiglie di plastica - da La Repubblica del 07.06.2011