Concluso il procedimento per AIA ILVA Taranto. Ultima parola al Ministro
L’ultima parola spetterà al Ministro Prestigiacomo per rendere effettivo con un decreto l’autorizzazione integrata ambientale dell’Ilva di Taranto. “Passaggio storico” per Nicastro, insoddisfatte Legambiente e Altamarea. Ultimi dati Arpa Puglia su benzo(a)pirene: “E’ sicuro. Contributo esclusivo di Ilva”
06 July, 2011
Si è chiuso il procedimento relativo al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, di competenza del Ministero dell’Ambiente, per lo stabilimento ILVA di Taranto. Secondo l’assessore alla Qualità dell’Ambiente della Puglia Lorenzo Nicastro, presente a Roma in rappresentanza della Regione, insieme ad ARPA, ISPRA, Comuni di Taranto e Statte, Provincia di Taranto e Ministero della Salute, “si tratta di un passaggio di valenza storica per il territorio tarantino e per la Puglia tutta”. Insoddisfatte, invece, Legambiente e il Comitato di Taranto Altamarea. Preoccupanti gli ultimi rilevamenti sul benzo(a)pirene pubblicati dall’Arpa Puglia il 5 luglio che hanno decretato il contributo praticamente esclusivo di Ilva. Le misurazioni hanno evidenziato valori quattro volte superiori al limite.
Sulle problematiche aperte su diossina, benzo(a)pirene e inchiesta carabinieri del NOE su emissioni nocive emesse dagli altri camini diversi dal camino E312, Nicastro ha sottolineato “che il documento AIA, trattandosi di un’autorizzazione, è per sua natura sempre modificabile e integrabile in meglio”.
La posizione della Regione Puglia
“A seguito dell’emanazione del decreto da parte del Ministro dell’ambiente - ha dichiarato Nicastro - entreranno in vigore limiti emissivi più bassi rispetto a quelli oggi vigenti, in linea con le migliori tecnologie disponibili ottenendo un miglioramento delle attuali condizioni su diversi punti essenziali”.
Per l’assessore, questa autorizzazione ambientale può vantare un controllo sulle emissioni diffuse e concentrate in atmosfera e l’approvazione di una data certa per l’avvio del monitoraggio in continuo delle diossine e l’impegno del Ministero a rivedere l’AIA in funzione del monitoraggio diagnostico in corso e del piano di risanamento avviato per la città di Taranto a seguito degli sforamenti nel rione Tamburi di benzo(a)pirene [B(a)P].
Per quel che concerne gli scarichi idrici - ha concluso l’assessore - l’AIA impone l’obbligo del rispetto dei valori limite previsti dalle migliori tecnologie europee a valle di ogni singolo impianto e, dunque, non più soltanto quelli previsti dalla legislazione italiana allo scarico finale. L’AIA, inoltre, non preclude l’attività di bonifica in corso sul sito di interesse nazionale, nonché ogni ulteriore intervento migliorativo anche alla luce delle migliori tecnologie disponibili che dovessero rendersi disponibili in futuro”.
Insoddisfatte Legambiente e Altamarea
Molto più pessimiste Legambiente e il comitato tarantino Altamarea. Per Legambiente il rilascio di questa autorizzazione è un grave passo indietro. Le condizioni di questa ultima redazione del parere della Commissione Ippc per l’associazione ambientalista sono peggiorative rispetto alle precedenti (leggi qui il comunicato). Per Altamarea “l'AIA che sta per essere varata non è l'autorizzazione che contiene le prescrizioni obbligatorie per cui abbiamo lottato e per cui abbiamo inviato centinaia di pagine di osservazioni tecnicamente molto puntuali”.
Gli ultimi rilevamenti sul benzo(a)pirene dell’Arpa Puglia. Contributo praticamente esclusivo di ILVA
Secondo gli ultimi dati diffusi da Arpa Puglia il 5 luglio 2011, rilevati durante la “Campagna straordinaria di caratterizzazione vento-selettiva” (capace di definire non solo la misurazione ma anche la provenienza degli Idrocarburi Policiclici Aromatici), i primi rapporti di prova relativi al sito Peyrani, situato tra ILVA e la raffineria Agip, hanno evidenziato che la concentrazione di benzo(a)pirene (sottovento) nei pressi di ILVA è pari a 4.46 ng/m3 [il limite è di 1 nanogrammo a metro cubo!]. Molto più alta di quella sopravento; 0.06) e di quella con calma di vento (0.27).
“Se ne deduce - ha decretato senza mezze misure l’Arpa Puglia - il contributo praticamente esclusivo di ILVA”.
Dunque, per De marzo e Marescotti di Altamarea, “i dati sono tali da confermare l'allarme su questo pericoloso cancerogeno. Grazie a questa tecnologia si è potuto finalmente chiarire che l'apporto inquinante dell'Ilva è assolutamente preponderante rispetto alla raffineria Agip, alla Cementir e alle altre industrie vicine".
L'Ilva in passato aveva contestato i dati Arpa (che attribuivano alla cokeria il 98% dell'origine del benzo(a)pirene nel quartiere Tamburi) ipotizzando che nell'area industriale vi fossero altre sorgenti significative di benzo(a)pirene.
"Questo dimostra che - hanno concluso - il parere istruttorio definitico dell'AIA dell'Ilva, ha ignorato sostanzialmente la gravità del problema. L'AIA andrebbe resa molto più prescrittiva sul benzo(a)pirene. Avevamo chiesto un limite emissivo dalla cokeria di 150 ng/m3 dal piano coperchi che la commissione AIA tuttavia non ha accolto con motivazioni inconsistenti".
L’ultima dichiarazione di Nicastro. Lavorare per il bene comune
Alla luce delle ultime agenzie di stampa battute, l’assessore Nicastro, ha aggiunto che “l'AIA è provvedimento di competenza del Ministero dell'Ambiente, per il quale la Regione esprime un parere endoprocedimentale e non vincolante, dunque, è appunto un’autorizzazione e quindi, un provvedimento reso “allo stato dell'arte” e per sua natura sempre modificabile e integrabile in meglio, in funzione della disponibilità delle migliori tecnologie. Continuiamo a lavorare quindi per il bene comune.