Tpl, i cittadini chiedono più qualità
Tre ricerche presentate in un seminario Isfort illustrano come i romani non siano soddisfatti dei mezzi pubblici. Lentezza, scarsa regolarità e qualità, poca capillarità sono i punti più critici. Investimenti in questi ambiti permetterebbero di strappare alla mobilità privata quasi 9 milioni di spostamenti
20 September, 2011
Rendere più agevoli gli spostamenti con i mezzi pubblici, ridurre gli inquinanti atmosferici e il consumo di territorio. Sono queste, secondo un’indagine condotta da Gerardo Marletto, docente di Economia all’università di Sassari, le azioni su cui puntare per rendere Roma più sostenibile. Tre priorità che sono il risultato di una procedura partecipata, cioè di una consultazione con cittadini (in questa ricerca intervistati al telefono) e istituzioni, associazioni e aziende di trasporto. Un metodo molto usato nel Regno Unito, dove la decisione di politiche di sostenibilità passa spesso attraverso procedure simili di consultazione e confronto delle parti interessate. Allo studio, presentato durante il seminario promosso dall’Isfort (Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti) “Politiche urbane e mobilità sostenibile: le prospettive per Roma Capitale”, hanno partecipato la Provincia di Roma, la Regione Lazio, le associazioni ambientaliste e Ferrovie dello stato, ma si notano anche assenze eclatanti: il Comune di Roma, Atac e l’Agenzia per la mobilità.
Il convegno Isfort è stata anche l’occasione per la presentazione dei primi dati disaggregati dell’annuale ricerca dell’Agenzia Roma (per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali) sui livelli di soddisfazione dei cittadini in merito ai servizi di trasporto pubblico. «Il voto medio dato dai cittadini ad autobus e tram è 5,4, alla metro 6,1», spiega Gabriele Ugolini, che ha curato la ricerca. Tra i motivi di mancato utilizzo dei mezzi pubblici, c’è, in oltre la metà dei casi, la scarsa qualità, seguita da problemi di accessibilità (circa 23%). E se si prospetta ai cittadini di pagare di più il biglietto per un trasporto pubblico migliore, si dice disponibile a un aumento l’8,4% degli utenti di bus e tram e il 9,8% dei passeggeri abituali della metropolitana. Quando poi si domanda se i servizi sono migliorati o peggiorati negli ultimi due anni, quasi la metà degli intervistati risponde che sono rimasti uguali, mentre, nel caso di bus e tram, sono peggiorati per il 33,2% e migliorati per il 14,2%; nel caso della metro, vede un miglioramento il 19,2% del campione e un peggioramento il 24,9%.
Dati sostanzialmente confermati da un’altra indagine condotta da Isfort nel 2009 e dedicata ai fattori che influiscono sulle scelte dei romani in merito al mezzo da usare per i loro spostamenti. «Come hanno spesso sottolineato ricerche di questo tipo, nella Capitale più della metà dei cittadini usa il mezzo privato, mentre gli spostamenti a piedi o in bicicletta non superano il 13% e quelli con i mezzi pubblici si attestano tra il 33 e il 41%», spiega Carlo Carminucci, direttore dell’Isfort. L’utilizzo del trasporto pubblico diminuisce man mano che ci si allontana dal centro, e crollano gli spostamenti a piedi o in bicicletta, che dentro l’anello ferroviario sono il 46,9% sul totale e fuori dal Grande raccordo anulare toccano quota 22,9%. Tra i motivi che spingono i cittadini a non prendere bus o metro, c’è in primo luogo la poca capillarità, seguita dalla lentezza dei mezzi, dalla scarsa regolarità, dalla mancanza di qualità e comodità, e infine da una preferenza incondizionata per l’auto propria. Se si migliorassero questi aspetti, una quota maggiore di cittadini sceglierebbe il trasporto pubblico, ma, precisa Carminucci, «non bisogna dare per scontato che tutti gli spostamenti che si fanno con l’auto potrebbero direttamente trasferirsi sul Tpl». I più propensi a cambiare sono le donne, gli over 64 e chi ha un titolo di studio più basso. «Si calcola che gli spostamenti settimanali in auto siano quasi 19 milioni. Di questi, potrebbero spostarsi sui mezzi pubblici il 47%, circa 8,8 milioni». Uno scenario che sarebbe già positivo per la sostenibilità dell’ambiente urbano, ma che deve essere sostenuto e stimolato, continua Carminucci, «attraverso azioni strutturali di potenziamento dell’offerta e dissuasive dall’uso dell’auto privata, come Ztl, sosta a pagamento e strade a pedaggio».