A Taranto si disperde un bolla d'aria di benzene e di anidride solforosa
Il capoluogo Jonico è stato avvolto in una “bolla” d'aria nociva per diverse ore. I tempestivi controlli dell'Arpa Puglia di Taranto hanno potuto appurare che la dispersione “si è originata dalle operazioni di caricamento di greggio dalla Raffineria ENI su una nave collocata nel Porto Mercantile”. In corso le indagini per accertare la funzionalità degli impianti di abbattimento a bordo della nave
30 September, 2011
Nella notte di martedì 27 settembre 2011, nel porto mercantile si stavano svolgendo le normali azioni di carico di greggio che interessano la raffineria ENI, posta a meno di un chilometro in linea d'aria dalla banchina. Ma qualcosa non funziona e inizia a sprigionarsi un odore dolciastro e pungente, quello del benzene, capace di creare intossicazioni e svenimenti (a volte capita di sentirlo quando si imbocca da Taranto la statale, direzione Reggio Calabria, ndr). A rendere tutto più difficile il vento che non diluisce gli odori ma li concentra e li sospinge verso il centro della città vecchia, adiacente alla raffineria (vedi foto, ndr). Gli stessi tecnici controllori del Dipartimento Provinciale ARPA di Taranto ne risentono a causa della vicinanza della sede (l'ex Ospedale Testa).
Scattano i controlli e viene individuata la sorgente delle emissioni. Questa volta il responsabile c'è e non si confonde tra i vari colossi industriali tarantini. “La dispersione - spiega il verbale - si è originata verosimilmente dalle operazioni di caricamento di greggio dalla Raffineria ENI su una nave collocata nel Porto Mercantile”.
“Nonostante il sistema di recupero dei vapori presente sul sistema di caricamento del pontile fosse in funzione all'atto del sopralluogo, - continua il verbale - questo non è stato in grado di assicurare un efficace abbattimento delle sostanze odorigene emesse durante le operazioni”. In conseguenza dell'intervento di ARPA, dopo quattro ore, le operazioni di caricamento del greggio sulla nave sono state sospese. "Tuttavia, il regime dei venti, che ha avuto nel corso della giornata un andamento variabile (prima da sud, poi da nord-ovest, poi nuovamente da sud) con una velocità non elevata, tale da non consentire una rapida diluizione, ha fatto sì che la "bolla" di aria con presenza di sostanze odorigene si sia spostata, in successione, su varie zone della città, continuando a produrre disturbi, allarmi e lamentele".
Diffuse le prime analisi: accertati benzene, toluene e biossido di zolfo fuori norma
L'esame dell'andamento degli inquinanti rilevati dalla rete di qualità dell'aria gestita da ARPA ha evidenziato un valore particolarmente alto di benzene, quasi 8 volte superiore (40 µg/m³) al valore limite consentito dalla legge che è pari a 5µg/m³ , e, in minor misura, di toluene nell'aria.
Rilevato anche un forte incremento della concentrazione di H2S (biossido di zolfo o anidride solforosa), seppure nei limiti di legge, che si forma soprattutto in seguito all'utilizzo di combustibili (carbone, petrolio, gasolio) contenenti impurezze di zolfo. Il dato è stato rilevato a Taranto alle ore 4 presso la centralina di via Machiavelli. Dalle ore 6 (il dato delle ore 5, molto probabilmente è invalido perchè dovuto ad un valore istantaneo troppo elevato, che ha mandato in saturazione il sensore) è iniziata la dispersione delle sostanze organiche, con prevalenza di quelle più bassobollenti (più volatili), e dei composti odorigeni solforati, interessando prima le aree limitrofe al porto e all'area industriale, e quindi le altre zone della città.
L'attività di indagine sul fenomeno accaduto e sulle sue cause, da parte del Dipartimento ARPA di Taranto, è tuttora in corso. Inoltre, al fine di accertare la funzionalità degli impianti di abbattimento a bordo della nave, è stato richiesto l’intervento della Capitaneria di Porto.
Degli esiti saranno informati tutti i soggetti interessati.