Nuovo inceneritore Settimo. Smaltimento dei fanghi Smat, Legambiente: "Qual è la verità?"
Circola l'ipotesi che i fanghi di depurazione incrocino la strada del progetto di nuovo inceneritore a Settimo Torinese. "Sullo smaltimento dei fanghi Smat dice pubblicamente il contrario di quello che sostiene in conferenza dei servizi: qual è la verità?". Comunicato stampa Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta del 03.10.2011
03 October, 2011
Poco più di una settimana fa l'ad Smat Paolo Romano, durante la visita della Commissione comunale Ambiente al depuratore Po-Sangone di Castiglione Torinese, dichiarava che i fanghi di depurazione, venduti in gran parte sul mercato (110 mila tonnellate sulle 130 mila prodotte), non avrebbero preso la strada dell’inceneritore.
Tre giorni prima, in realtà, la Smat sosteneva il contrario nella conferenza propedeutica alla fase di VIA dell’impianto confermando le preoccupazioni di Legambiente, che in un comunicato stampa dello scorso 21 settembre scriveva: “appare di tutta evidenza l’insostenibilità economica di tale proposta ed è pertanto logico attendersi sia l’adesione alla medesima della SMAT per i fanghi degli impianti di depurazione acque che dell’ATO-R per la quota residua degli RSU”.
Previsioni subito smentite dall'ad Smat ma confermate invece tre giorni prima in sede ufficiale dai suoi tecnici durante la Conferenza di specificazione del progetto del nuovo inceneritore. Sul verbale della Conferenza la Smat “chiede la possibilità di utilizzare come combustibili solidi secondari anche i residui della depurazione delle acque reflue urbane prodotte presso l’impianto di Castiglione Torinese”.
A chiudere il quadro delineato fin ora c'è poi la messa in vendita del 49% di Seta Spa (Società Ecologia Territorio Ambiente) a cui parteciperà il socio privato di Ecoema, acquisto di cui pare intuitivo e banale il collegamento d'interesse strategico con il nuovo impianto a Settimo Torinese.
“Se due anni fa il tavolo tecnico della Provincia di Torino aveva bollato come inutile il secondo inceneritore e lo stesso Sindaco Corgiat aveva dichiarato che non si sarebbe fatto nulla se non necessario, ora si ribalta questa logica, mettendo in discussione il rispetto delle regole del gioco democratico. “A questo punto ci si domanda a cosa è servito istituire un tavolo tecnico, elaborare studi e confrontarsi per poi ignorarane i risultati e trovate scorciatoie nei salotti privati della politica. – Dichiarano Michele Bertolino, responsabile settore rifiuti Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta e Stefano Ciafani, responsabile scientifico Legambiente Nazionale – Poca trasparenza e poca chiarezza sono le parole chiave che inaugurano il progetto di questo secondo inceneritore torinese. La SMAT, la ASM, la SETA sono aziende pubbliche i cui amministratori e presidenti sono di nomina politica”.
Rimaniamo fermamente contrari al progetto di un ulteriore impianto che reputiamo inutile. La politica non si nasconda dietro il fatto che è una iniziativa privata perché questa è un’iniziativa a profitti privati e costi pubblici e la cabina di regia è politica. Se vogliamo fermare la deriva di questa nazione e lo scollamento tra la gente e la politica serve prima di tutto onestà intellettuale.