“La Società del Riciclo”. La carta, tra mercato delle materie prime seconde e sistema consortile
La carta e il mercato delle materie prime seconde. La struttura e l'evoluzione del sistema consortile italiano per il recupero e il riciclo degli imballaggi. Gli interventi di Enzo Scalia - ad Interseroh Italia - e Luca Piatto – Conai - al convegno “La Società del Riciclo” che si è svolto a Genova il 26 e 27 ottobre 2011
02 November, 2011
Il 26 e 27 ottobre 2011 si è svolto a Genova il convegno internazionale “La Società del Riciclo: attuazione pratica della direttiva quadro sui rifiuti a livello locale e regionale”, organizzato da Acr+ (l’Associazione delle Città e le regioni per il riciclo e lo sviluppo sostenibile) e AICA (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale), in collaborazione con il Comune di Genova e Amiu Genova e con il contributo di Cns, ERICA soc. coop. e Novamont spa.
Il mercato delle materie prime seconde: la carta
“Le materie prime secondarie sono diventate un fortissimo punto di interesse dell'economia mondiale. L'Occidente viene ormai definito il luogo delle urban mines, le miniere urbane dove tirare fuori carta da macero, vetro, plastiche e polimeri vari, per alimentare processi produttivi di prossimità, ma non solo. Le dinamiche dell'export sono fortemente condizionate da oscillazioni che erano considerate incredibili fino ad un paio di anni fa. L'Europa negli ultimi anni ha avuto un risveglio sulla carta da macero anche se la Cina continua ad essere il principale Paese a richiedere questo prodotto con un'esigenza di importazione pari a 24 milioni di tonnellate all'anno. Ma i segnali cominciano ad essere contrastanti e lo continueranno ad essere sempre di più, perché gli asiatici stanno sviluppando raccolte locali. Di conseguenza calerà questo fabbisogno. E la proprietà di questi materiali diventa e sarà sempre di più un fattore di successo o insuccesso”. E' il quadro tracciato da Enzo Scalia, amministratore delegato di Interseroh Italia (azienda che opera nel settore della commercializzazione di materie prime secondarie, in particolare di carta da macero).
“Quando si parla di mercato delle materie prime e prime secondarie dobbiamo essere preparati ad avere un cuore abbastanza forte: oscillazioni di prezzo repentine, violente e improvvise, per chi non abituato a trattare, diventano qualcosa di estremamente problematico”. Secondo Scalia, un calo repentino potrebbe avvenire il prossimo novembre con la carta: “Siamo passati da un picco storico del mese di giugno di 140-150 euro/tonn, prezzi di partenza in Europa, scivoleremo a mio avviso sotto i 50 euro alla fine di novembre”.
Una riflessione sui sistemi di filiera
“In un semestre Comieco ha convenzionato più un milione di tonnellate di carta di macero garantendo ricavi per la pubbliche amministrazioni pari a circa 63 milioni di euro. Il sistema Comieco nacque nel 1998 tirando dentro le cartiere, in qualche modo “obbligandole” a prendersi carico e cura della raccolta differenziata della carta in un momento molto piatto di mercato. Oggi l'Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza ha obbligato quelle stesse cartiere dentro Comieco, ad aprire al mercato, quindi la situazione si è ribaltata. Nel 2010 Comieco ha messo all'asta il materiale, la raccolta congiunta o “cartaccia” ha avuto una media ponderata di pagamento all'asta nei mesi picco di 100 euro a tonnellate per materiale ancora da selezionare, cernire e pressare. 100 euro: se virtualmente applicassi i valori di mercato nelle tre aree geografiche avrei che i ricavi delle pubbliche amministrazioni passerebbero a 100 milioni di euro nel semestre. Quindi abbiamo di fatto una perdita secca di 37 milioni di euro da parte delle pubbliche amministrazioni”.
L'amministratore di Interseroh Italia, traccia la sua visione: “Uscire un po' dal sistema consolidato dei sistemi di filiera può fare bene anche alle pubbliche amministrazioni. Il mercato però è una bestia che galoppa senza grande possibilità di essere regolamentata quindi occorre in qualche modo coniugare il ruolo di ruolo di sussidiarietà dei consorzi con valori di mercato: quando il mercato è su, Comieco può fare un tranquillo passo indietro e lasciare che il mercato riconosca i valori che coprono abbondantemente il servizio di raccolta; quando il mercato è giù, Comieco può erogare in funzione anticiclica quello che manca per riconoscere i costi della raccolta differenziata. Questo vuol dire che il prossimo passo, e a mio avviso ci arriveremo, sarà quello di consorzi di materiale che governano i flussi senza intervenire nella proprietà dei materiale lasciando il bene del mercato coniugato con la garanzia di sussidiarietà”.
La struttura del sistema consortile italiano
Luca Piatto - Area Rapporti con il Territorio CONAI - ha ripericorso la struttura del sistema consortile italiano e del contributo ambientale: “Partiamo dai produttori. Nel momento in cui gli imballaggi vengono venduti agli utilizzatori viene fatto pagare il cosiddetto Contributo Ambientale Conai: per ogni tonnellata di imballaggio immesso al consumo, il produttore nel vendere l’imballaggio all’utilizzatore, oltre al costo dell’imballaggio, espone in fattura il contributo ambientale al Conai, che a sua volta lo destina ai Consorzi di filiera che utilizzano queste risorse economiche per tutte le operazioni necessarie per portare il rifiuto di imballaggio dallo stato di rifiuto allo stato di materia prima seconda”.
“Quando l’imballaggio diventa rifiuto entra in funzione il Sistema Consortile, ma non solo: una parte di questi rifiuti vanno a recupero in maniera autonoma perché hanno il loro mercato. Il Sistema Consortile interviene in maniera sussidiaria per portare a recupero e riciclo quei rifiuti che da soli non ci andrebbero, perché i costi di recupero poi non sarebbero supportati dal valore che ha la materia alla fine del processo, quando è diventata materia prima seconda”.
Lo strumento principale per quanto riguarda i rifiuti di imballaggio urbani in cui opera il sistema consortile è l'accordo Anci-Conai. “L’Accordo quadro – spiega Luca Piatto - è stato fatto tra i rappresentanti delle imprese e l’associazione dei Comuni italiani, gli enti che mantengono la privativa sulla gestione dei rifiuti urbani. Per ogni materiale c'è un allegato tecnico che disciplina le convenzioni che ciascun Comune può sottoscrivere con ciascun consorzio di filiera. La convenzione impegna il Comune a fare la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio oggetto di convenzione e a consegnare il materiale ai consorzi di filiera con cui è sottoscritto la convezione. Dall’altro lato la convenzione impegna il consorzio di filiera a garantire il ritiro e l’avvio al riciclo dei materiali e, soprattutto, a riconoscere al Comune un corrispettivo che sostiene i costi che il Comune ha affrontato per effettuare la raccolta differenziata.
L'evoluzione dell'accordo quadro Anci-Conai
“Questo accordo è alla sua terza edizione (la prima volta nel ‘99) – ha continuato Luca Piatto -. Nel corso degli anni si è anche evoluto e in qualche modo è andato incontro ad alcune richieste, tra cui, un'apertura nei confronti del mercato. Il primo accordo prevedeva che i Comuni che avessero sottoscritto la convenzione ci rimanessero per tutta la durata dell’accordo quadro. L’accordo attualmente in vigore prevede la possibilità per i Comuni di entrare ed uscire dalla convenzione di anno in anno ed eventualmente andare a raccogliere delle opportunità date dal libero mercato. Alcuni allegati tecnici, in particolare la carta, vanno anche oltre, perché prevedono la possibilità in convenzione, sempre con cadenza annuale, dichiarando i quantitativi con tre mesi di anticipo con riferimento all’anno successivo, di modulare in convenzione il quantitativo che suppongono di andare a raccogliere. Rimane comunque la prerogativa nell’ambito della convenzione che i consorzi di filiera gestiscano il materiale”.
“Una delle grandi caratteristiche dell’accordo attuale rispetto alle due edizioni precedenti è l’ulteriore importanza che si è data al tema della qualità. I corrispettivi vengono pagati in funzione della qualità della raccolta: minore la qualità della raccolta, misurata in termini di frazioni estranee, minore il corrispettivo che veniva riconosciuto. Questo atteggiamento è stato ripreso nel nuovo accordo e in qualche modo inseverito. Questo in ragione di quello che noi riassumiamo nello slogan La raccolta differenziata è un mezzo non è il fine. L’obiettivo che ci dobbiamo porre è togliere i materiali dalla discarica, avviarli al riciclo e farli diventare materia prima seconda”.
“Se ci ricordiamo che la raccolta differenziata è il mezzo per raggiungere per raggiungere l’obiettivo di portare i materiali al riciclo arriveremo a fare raccolte differenziate di qualità che si riescono a fare quando, in ragione del principio di responsabilità condivisa da tutti i soggetti partecipanti, i cittadini facendo la raccolta differenziata, la pubblica amministrazione introducendo dei servizi efficaci ed efficienti, e il sistema consortile, quando il mercato non riesce ad assorbire i materiali, garantendo l’avvio al riciclo del materiale. Questo comportamento di tutti concede e ci ha concesso di raggiungere gli obiettivi per i rifiuti di imballaggio, risultati che a questo punto non sono del sistema consortile ma di tutta la società del riciclo: in dieci anni di esistenza del Conai, il destino dei rifiuti di imballaggio che una volta sostanzialmente era votato alla discarica (66,8% nel 1998) vediamo come nel giro dieci anni questa percentuale si sia invertita (nel 2010 in Italia è stato riciclato il 64,6% degli imballaggi immessi al consumo e recuperato il 74,9% NdR).
Atti e foto del convegno su www.genoawaste2011.eu