Videoinchiesta Adnkronos. RAEE, molti negozi non applicano il decreto 'uno contro uno'
Dal 18 giugno 2010 esiste l'obbligo per i venditori al ritiro gratuito di qualsiasi apparecchiatura elettrica ed elettronica dismessa, a fronte dell'acquisto di un prodotto nuovo equivalente. Con l'aiuto di una telecamera nascosta Adnkronos ha ripreso cosa succede in alcuni negozi
14 December, 2011
Vivere senza cellulare è impossibile. Tanto che oggi, non ne basta più uno. Gli apparecchi telefonici diventano sempre più sofisticati e la facilità con il quale si sostituiscono è imbarazzante. Tolti quelli che 'ereditano' familiari o amici, dove vanno a finire gli apparecchi che non funzionano più? La maggior parte degli italiani li accumula in un cassetto non sapendo che, a fronte dell'acquisto di un cellulare nuovo, il negoziante è obbligato a ritirare e smaltire gratuitamente il vecchio.
Si tratta del cosiddetto decreto 'uno contro uno' entrato in vigore il 18 giugno 2010, ossia l'obbligo per i venditori di elettrodomestici al ritiro gratuito di qualsiasi apparecchiatura dismessa dopo l’acquisto di un prodotto nuovo equivalente. Ma, nonostante sia passato più di anno, in molti lo ignorano.
Con l'aiuto della telecamera nascosta dell' Adnkronos -il video andrà in onda domani all'interno della rubrica Tv 'Prometeo' in coda al programma 'Italia economia' e sul sito Ign (www.adnkronos.com)- abbiamo ripreso cosa succede in alcuni negozi quando si vuole comprare un nuovo cellulare e rendere il vecchio: su sei negozianti solo uno ha spiegato l'esistenza della legge. Il punto, però, è che il ritiro non è facoltativo ma obbligatorio.
Addirittura, in una grande catena di distribuzione, nonostante il cartello con esposta la legge, la commessa spiega che il ritiro è valido solo per i grandi elettrodomestici come lavatrici, frigoriferi o forni. Anche in questo caso, si tratta di disinformazione. Il decreto 'uno contro uno', infatti, spiega Giorgio Zampetti, dell'Ufficio Scientifico Nazionale di Legambiente, “vale per tutti gli elettrodomestici, dai più piccoli come i cellulari fino a quelli più ingombranti. E' necessario, dunque, informare quanti più cittadini possibile”.
Per questo è nata la campagna di informazione congiunta di Legambiente e Remedia, 'Noi ci crediamo e li ricicliamo. E tu?': la mini guida Raee sarà distribuita nei numerosi eventi di Legambiente e promossa in molti circuiti on line. La non applicazione della legge da parte dei rivenditori è un problema che era stato già evidenziato da uno studio Ipsos per Ecodom (il Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio elettrodomestici) pubblicato a marzo.
L'indagine, infatti, rilevava che il 58% dei grandi elettrodomestici dismessi dai consumatori non veniva ritirato dai rivenditori. Percentuale che saliva all’88% nel caso dei piccoli elettrodomestici. Una situazione che, a distanza di sei mesi, è rimasta invariata.
Per non parlare del livello di conoscenza dei cittadini: solo il 17% degli italiani, infatti, sa che esiste questo obbligo, il 53% ne ignora l’esistenza. “Bisogna intervenire sull'informazione ma in un'ottica di sistema insieme al ministero dell'Ambiente anche con delle pubblicità progresso” commenta all'Adnkronos, Giorgio Arienti, direttore generale Ecodom.
Ma anche il decreto necessita di qualche modifica: “occorre facilitare la consegna dei Raee ai negozianti. Invece di chiedere al cliente le proprie generalità non sarebbe più utile avere all'interno dei rivenditori enormi ceste per raccogliere i telefoni? Di certo sarebbe più pratico” e si raccoglierebbero molti più Raee “visto che i tre quarti scompaiono”.
Dal primo gennaio al 30 novembre 2011, Ecodom ha raccolto in tutta Italia circa 80 mila tonnellate tra frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie da cui ha ricavato 52.611.000 kg di ferro, 2.346.000 kg di alluminio, 1.433.000 kg di rame, 6.340.000 kg di plastica. Grazie al processo di trattamento e riciclo, 1.554.000 tonnellate di anidride carbonica (Co2) non sono state immesse nell’atmosfera e l'utilizzo delle materie prime ha permesso un risparmio energetico di circa 568.617.000 di kwh. I vantaggi, dunque, ci sono. Basta comunicarli anche perchè, conclude Arienti, “finchè non si fa informazione è difficile migliorare”.
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