Assobioplastiche cita in giudizio Fare Ambiente dopo la lettera-accusa pubblicata su Il Giornale
Una lettera pubblicata su Il Giornale il 30.12.2011 da Fare Ambiente e da 13 aziende definiva l'imposizione della bioplastica compostabile "iniqua e nefasta sia per l'ambiente che per l'occupazione" e a rischio "oligopolio". Il 29 febbraio 2012 Assobioplastiche ha notificato un atto di citazione avanti al Tribunale Civile di Roma per i contenuti della Lettera Aperta ai firmatari. Il comunicato di Assobioplastiche
02 March, 2012
Posizioni contrastanti sul recente intervento normativo in materia di sacchetti per l’asporto delle merci (d.l. 25 gennaio 2012, n. 2, attualmente in fase di conversione) sono emerse sin dai giorni precedenti la sua adozione.
Assobioplastiche, che annovera tra i propri associati produttori e trasformatori italiani ed europei di bioplastiche biodegradabili e compostabili, avrebbe auspicato un confronto
sereno e pacato sulle diverse posizioni in campo. Purtroppo tale confronto non è stato possibile.
L’Associazione ha, invero, preso atto con rammarico della Lettera Aperta pubblicata su Il Giornale del 30.12.2011 da Fare Ambiente – Movimento ecologista europeo, oltre che da 13 società operanti nel settore delle plastiche tradizionali, attraverso la quale è stato diffuso un messaggio gravemente inveritiero e fortemente denigratorio delle caratteristiche delle bioplastiche biodegradabili e compostabili, improntato ad una fuorviante comparazione tra queste ultime e la plastica tradizionale.
Alla luce di quanto sopra, Assobioplastiche si è vista costretta a rimettersi alle valutazioni terze ed imparziali della magistratura, anche al fine di evitare danni ulteriori all’intero comparto delle bioplastiche biodegradabili e compostabili.
Pertanto, si informa che è stato notificato in data 29 febbraio 2012 un atto di citazione avanti al Tribunale Civile di Roma per concorrenza sleale, nei confronti di Fare Ambiente Movimento ecologista europeo e delle 13 aziende firmatarie della Lettera Aperta pubblicata su Il Giornale del 30 dicembre 2011.
5 commenti
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03.03.2012 10:03
Mi sa tanto che allo stand novamont del plast 2012 ne vedremo delle belle....altro che tav!
Sacchettaro
03.03.2012 07:03
Chi tocca la bioplastica muore!
Oltre al danno la beffa… la lobby della bioplastica fa chiudere le aziende, ma non vuole che si dica!
Se qualcuno ci prova lo citano pure per danni!
E mi hanno detto che hanno chiesto 10.000.000 di EUR di risarcimento!
Che la bioplastica fosse cara si sapeva… ma così mi sembra veramente troppo!
Ma è veramente ridicolo: chi sono i danneggiati dall'incredibile campagna denigratoria della plastica organizzata negli ultimi mesi! Le piccole aziende che boccheggiano, o i colossi della bioplastica che hanno triplicato il fatturato nel 2011?
Se non fosse una vera e propria tragedia ci sarebbe da ridere… invece c'è da piangere!
Dal gennaio 2011 viviamo in un incubo e non riusciamo a svegliarci.Siamo le vittime di una terribile ingiustizia e passiamo pure per essere noi gli inquinatori ed i cattivi! E anzi se osiamo dire qualcosa ci prendono pure a sberle.
A questo punto non vedo cosa resti da fare ai signori della ... per farci del male.
Incredibile!
MAURIZIO
02.03.2012 21:03
http://www.tecnologiaindustriale.it/Articoli/Il_nuovo_approccio_di_Plastics_Europe.aspx
MAURIZIO
02.03.2012 21:03
da tecnoplast n5 del 2007
TPL - Sta dicendo che se usassimo solo i biopolimeri avremmo problemi in agricoltura?
"Sì e anche peggio: non ci sarebbe più nulla da mangiare. Quindi dobbiamo trovare un equilibrio che consenta, da un lato, un rifornimento sufficiente di cibo e dall'altro un'adeguata produzione di biopolimeri e di altre sostanze utili come il biodiesel. Ma la produzione di bioplastiche rimarrebbe comunque limitata a causa di un'ulteriore implicazione: incrementare la produzione di prodotti naturali per biopolimeri, biodiesel, metanolo ecc. avrebbe un effetto negativo sulla disponibilità di cibo sui mercati e i prezzi salirebbero. La società vuole davvero spostare la produzione di manufatti naturali verso aree differenti accettando prezzi più alti per il cibo? Io ne dubito, quindi è necessario, come detto, trovare un giusto equilibrio. Mi lasci citare altre poche cifre a conferma dei limiti di utilizzo delle bioplastiche. Esse dovrebbero avere opportunità di mercato nell'ordine del 5% dell'attuale consumo mondiale (solo quello odierno, senza considerare la crescita futura) di materie plastiche: circa 235 milioni di tonnellate. Il 5% è pari a più di 10 milioni di tonnellate. Quindi i produttori di biopolimeri hanno un grande mercato di fronte a loro e ottime possibilità di crescita, ma attualmente la loro capacità produttiva è molto al di sotto di quella cifra. In ogni caso, in questo momento non è d'aiuto se alcune parti - non è il caso di Catia Bastioli, ma di altri produttori - danno l'impressione che ogni oggetto in plastica possa essere sostituito dai biopolimeri. Non aiuta davvero".
MAURIZIO
02.03.2012 20:03
SOSTITUIRE SOLO IL 10% DELLE MATERIE PLASTICHE TRADIZIONALI CON QUELLE BIO RICHIEDEREBBE PIU DEL 20% DI TUTTA LA TERRA ARABILE DEL PIANETA......dichiarazione della dottoressa catia bastioli,amministratore delegato novamont. tratto da tecnoplast n.5 del 2007 pag 14 e succ.
che altro dire.....non penso sia necessario aggiungere altro.