Secondo inceneritore torinese: “Lavoreremo per non farlo”. Calati i rifiuti nel 2008
Al convegno “Quale ciclo integrato per la Provincia di Torino” organizzato da Legambiente, il cambio di rotta. E la Provincia annuncia: “Nel 2008 un calo della produzione di rifiuti del 2,3%”
16 March, 2009
Si è tenuto sabato 14 marzo il convegno organizzato da Legambiente nazionale “Quale ciclo integrato per la Provincia di Torino”. Dopo una prima parte in cui sono stati esposti i dati (e i numeri) relativi ai rifiuti torinesi, una tavola rotonda moderata da Wanda Bonardo ha acceso l’interesse e il dibattito sul secondo inceneritore.
Se da una parte il sindaco settimese Corgiat rivendica il fatto di aver sempre assunto una posizione chiara “Se servirà, si farà”, dichiarava gia parecchio tempo fa, dall’altra le associazioni ambientaliste spingono pesantemente sull’inutilità del secondo impianto: “Non siamo noi a dire che il secondo impianto è inutile, ma i numeri – dirà Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente Nazionale – e lo studio sul ciclo di vita degli impianti eseguito dal Politecnico di Torino e commissionato dalla stessa Provincia di Torino è chiaro: lo scenario migliore è quello di un’elevata raccolta differenziata con impianti di pretrattamento. Diciamo quindi no al secondo impianto”.
I numeri, proprio i numeri riservano sorprese: l’assessore Massaglia annuncia che, dopo una flessione del’1% della produzione dei rifiuti nel 2007, nel 2008, complice la crisi economica, la tendenza al ribasso si è rinforzata: meno 2,3% rispetto al 2007. Decremento che, congiuntamente alla crescita della raccolta differenziata, che ha raggiunto il 50% medio in Provincia di Torino, mette in crisi il progetto del secondo impianto di termovalorizzazione previsto a Settimo Torinese e fa esclamare all’assessore all’ambiente della Regione Piemonte Nicola De Ruggiero “Mi auguro che il secondo inceneritore non si faccia”.
“Lavoreremo per non fare il secondo inceneritore”, ha dichiarato l’assessore provinciale Angela Massaglia. “Vi staremo col fiato sul collo” è la promessa di Legambiente, per bocca di Stefano Ciafani.