Capannori al 90% di raccolta differenziata. Un successo che porta anche il segno della Puglia
In 8 frazioni di Capannori (Lucca) si è raggiunto il 90% di raccolta differenziata grazie alla tariffazione “puntuale”, per la prima volta in Italia, grazie ad una tecnologia sviluppata in Puglia: l'uso di sacchetti con transponder (forniti da un'azienda di Barletta). Intervista ad Attilio Tornavacca, direttore di ESPER, che ha supportato tecnicamente l’amministrazione comunale
05 April, 2012
Capannori, 45000 abitanti, provincia di Lucca sperimenta la tariffa di igiene ambientale “puntuale” in 8 frazioni della zona sud del comune. Coinvolti 6000 abitanti, 1500 famiglie e 335 utenze non domestiche. In due settimane si è passati dall’80% al 90% di raccolta differenziata. Come si è ottenuto questo risultato?
Agendo su vari livelli, che riguardano sia l’ottimizzazione della raccolta ( da multimateriale vetro, plastica e lattine, a monomateriale vetro e congiunta plastica-lattine) sia l’introduzione di incentivanti per la maggiore partecipazione della singola famiglia alla raccolta differenziata. Nel caso di Capannori l’elemento sperimentale, molto innovativo rispetto al panorama nazionale, è quello dell’uso di sacchetti con transponder per quanto riguarda la contabilizzazione del numero di sacchetti di rifiuti indifferenziati conferiti dalla singola famiglia. È la prima volta in Europa che un comune utilizza questa tecnologia ai fini dell’applicazione della tariffazione puntuale.
COME FUNZIONA IL SISTEMA DI TARIFFAZIONE PUNTUALE A CAPANNORI
Il transponder sul singolo sacchetto. Può spiegarne il funzionamento?
In fase di consegna dei sacchetti alle famiglie vengono identificati i codici dei transponder della fascetta di sacchetti dati alla singola famiglia, fascetta che conta in questo caso 25 sacchetti. Quando poi lo stesso sacchetto, ormai utilizzato, quindi pieno, viene raccolto, l’identificazione del codice permetterà di abbinarlo alla famiglia che lo aveva ricevuto in dotazione. Quindi alla fine dell’anno il comune e l’azienda che gestisce il servizio sono nelle condizione di poter sapere quante volte quella famiglia ha utilizzato il sacchetto. Chiaramente la famiglia che li avrà utilizzati tutti non riceverà sconto, la famiglia che ne dovrà richiedere degli altri perché ne ha consumati più di quelli in dotazione pagherà un costo aggiuntivo, viceversa, chi ne ha consumati di meno beneficerà di uno sconto e potrà utilizzare i sacchetti nell’anno successivo.
25 sacchetti significa che si prevede un conferimento ogni 2 settimane. È così?
Questa dotazione era in realtà pensata per sei mesi, così come il progetto prevedeva, quindi potenzialmente un sacchetto a settimana e una raccolta che, nel caso del comune di Capannori, avviene settimanalmente. Si è visto però che, in realtà, facendo attenzione a differenziare bene i rifiuti - e non dimentichiamo che il comune di Capannori è un comune che ha fatto la storia della raccolta differenziata in Italia, arrivando già in precedenza all’80% circa di R.D., e raggiungendo ora, con questo progetto il 90 % nella zona servita – e dunque con un livello così elevato di differenziazione, ciò che rimane come rifiuto indifferenziato è così poco che tendenzialmente le famiglie riempiono per intero il sacchetto ogni 2-3 settimane, o addirittura ogni 3-4 settimane i nuclei familiari con pochi componenti. Questo vuol dire minori costi di raccolta, minori costi di smaltimento e soprattutto miglior utilizzo dei sacchi, perché i cittadini sono spinti a esporre il sacchetto solo quando è pieno, mentre prima lo esponevano comunque anche quando fosse semivuoto.
Precisiamo che si tratta comunque di frazione secca indifferenziata, quindi non ci sono odori.
No, perché l’umido viene raccolto in modo indipendente due volte a settimana, non in sacchetti ma con mastelli o bidoni, rigidi, quindi.
I RISULTATI QUALI-QUANTITATIVI
Quali sono i risultati quali-quantitativi indotti dalla tariffa?
Ci sono due livelli, uno relativo all’aumento della percentuale della R.D., che, in questo modo, viene incentivata non soltanto attraverso campagne di sensibilizzazione e dunque promozione di senso civico, ma anche da un fattore economico. Infatti in tutti i comuni nei quali abbiamo introdotto questo elemento registriamo normalmente un aumento che sta tra gli 8 e i 10 punti percentuali, e nel caso di Capannori si è confermato questo dato, tanto che siamo passati dall80 al 90% di R.D.
E il secondo livello?
C’è un effetto indiretto che riguarda le attività di riduzione dei rifiuti. Abbiamo potuto verificare, infatti, a partire dal Trentino ormai una decina d’anni fa, che nei territori in cui la tariffazione puntuale viene estesa a più comuni, si crea anche nella piccola distribuzione una maggiore attenzione a immettere in commercio materiale con poco imballaggio, perché anche i cittadini in quanto consumatori cominciano ad essere più attenti anche nel momento in cui fanno la spesa. Infatti, nel momento in cui si ritrovano ad avere molti imballaggi da dover smaltire, soprattutto quelli non riciclabili, subiscono un effetto negativo sul panel dei costi.
Si crea così un ciclo sempre più virtuoso.
Da una parte i cittadini sono più attenti quando fanno la spesa, dall’altra per non perdere i clienti i commercianti cominciano a introdurre vuoti a rendere, detersivi alla spina e tutta una serie di altri prodotti a minor produzione di imballaggio. Questa tendenza determina in più un effetto di sana concorrenza tra i punti vendita, per cui se uno introduce un'iniziativa l’altro non vuole restare indietro e anche lui introduce elementi similari e quindi si crea un percorso di competizione virtuosa per mettere il cittadino nella condizione di poter scegliere. Il risultato è una sempre minore produzione dei rifiuti.
UN SUCCESSO ANCHE TARGATO PUGLIA
Il risultato di Capannori porta anche il segno della Puglia. Può spiegare, infatti, il rapporto di collaborazione che c’è tra il comune toscano e l’azienda pugliese che fornisce appunto i sacchetti con il transponderino, e come è nata l’idea?
Bisogna riconoscere il fatto che un’azienda pugliese che produce sacchetti, e cioè la Smp di Barletta, ha deciso da diverso tempo di investire sulla tecnologia dell’uso di transponder sui sacchetti, tanto che è stata la prima a fornire sacchetti di questo tipo, ancor prima che a Capannori, nel comune di Petriolo, in provincia di Macerata, nell’ambito di una piccola sperimentazione, non con l’intenzione di introdurre la tariffazione puntuale, ma semplicemente per consentire una maggiore possibilità di controllo sui conferimenti, sia del rifiuto indifferenziato che differenziato, quindi plastiche, lattine, multi materiale. Quando abbiamo analizzato le varie ipotesi a livello nazionale che potevano esser messe in campo per il comune di Capannori abbiamo preso in considerazione anche questa, ancora da testare sul campo per quel tipo di utilizzo, ma che ritenevamo avesse le potenzialità per essere applicata con successo anche a Capannori, e i risultati ci hanno dato ragione. Certamente si dovrà ancora lavorare per affinare ulteriormente questo sistema, ma i primi risultati sono molto promettenti.
RACCOLTA DIFFERENZIATA, UN PO' DI STORIA: DAI CODICI A BARRE AI TRANSPONDER
Questa è una tecnologia che nasce per sostituirne una precedente, giusto?
L’uso di etichette con codice a barre sui sacchetti è comparsa nel settore della gestione dei rifiuti già da molti anni. A introdurla per primi sono stati i Comuni dei Navigli in provincia di Milano, e parliamo ormai del 1997, cioè 15 anni fa. Poi è stata ripresa da tanti comuni, tra cui anche comuni del centro sud. Nel 2003 infatti il comune di Mercato San Severino ha introdotto i sacchetti con codici a barre, però nell’ottica di misurare non l’indifferenziato ma i conferimenti differenziati. Il codice a barre, tuttavia, ha posto sin dall’inizio dei problemi riguardanti la possibilità di lettura. Del resto non è come sui prodotti del supermercato, sui quali i codici a barre godono di una superficie liscia, rigida e quindi facilmente leggibile.
Il codice a barre può essere piegato male sul sacchetto?
Si, ma non solo. Può essere sottoposto ad intemperie, può essere sporco, e dunque procurare serie difficoltà di lettura. Con l’uso di transponder tutte queste problematiche vengono superate perché l’identificazione del codice avviene in modo automatico, anche a distanza, senza bisogno di un contatto visivo. Si tratta perciò, a nostro giudizio, di una tecnologia con delle potenzialità molto elevate e speriamo che altre aziende del settore, come questa pugliese, decidano di investire in questo senso così che sia sempre maggiore la possibilità da parte dei comuni di scegliere questa tecnologia. Bisogna dare atto, comunque, alla Puglia di non essere luogo in cui si applicano tecnologie nate in altri contesti, bensì di emergere come un soggetto che è stato in grado di investire sull’innovazione tecnologica e fare da supporto tecnico anche per le realtà più virtuose a livello nazionale, ciò che deve senz’altro costituire motivo d’orgoglio.
La tecnologia dei transponder è stata poi integrata sui mastelli, come quelli che ha attualmente in uso Mola di Bari.
L’uso dei transponder sui contenitori rigidi, parliamo quindi di transponder non "a perdere" ma montati sui contenitori e poi utilizzati per anni, non è certamente una novità. Nel settore della raccolta dei rifiuti i primi transponder sono comparsi più di 10 anni fa. All’epoca costavano 5-6 euro al pezzo, mentre oggi un transponder rigido arriva a costare anche 50 centesimi, cioè 10 volte meno, dati i numeri sempre crescenti di questi dispositivi e l’uso sempre più trasversale di queste tecnologie, non solo nel campo della gestione dei rifiuti, che anzi è arrivato dopo, ma inizialmente nel campo della grande distribuzione, per sostituire il codice a barre. La novità a Capannori è in realtà l’uso di transponder così miniaturizzati e così ridotti, sia in peso che in costi, da poter essere utilizzati anche solo per una volta.
Cosa è accaduto poi a Mola di Bari?
Noi avevamo già progettato il servizio di raccolta domiciliare spinta, con l’ottica di passare poi anche alla tariffazione puntuale. Perciò in sede di gara è già stato stabilito che tutti i contenitori, sia quelli dell’indifferenziato che quelli della RD dovessero essere dotati obbligatoriamente di transponder. In fase poi di stesura del contratto e quindi di acquisto delle attrezzature si è convenuto con la ditta che ha vinto la gara di optare perla tecnologia che nel frattempo è diventata quella d’elezione, cioè quella di RFID UHF, che sta per Ultra High Frequency.
I TRANSPONDER DI ULTIMA GENERAZIONE: LA TECNOLOGIA UHF
In altre parole si è dotata di una tecnologia di ultima generazione. Quali sono i vantaggi rispetto alle prime generazioni?
I transponder di prima generazione, infatti, avevano una distanza di lettura molto ridotta, parliamo di 10 o 15 cm al massimo. Oggi, con i transponder di ultima generazione, si arriva anche a distanze di 1 m - 1,5 m. Poi dipende dall’intensità della frequenza emessa dall'antenna al transponder che risponde, come uno specchio deformante, alla frequenza che gli viene inviata. Questa tecnologia, che è quella utilizzata ormai a livello internazionale, è molto più avanzata di quella comparsa 15 anni fa. A Mola si è utilizzata proprio questa, quindi si è già a breve nelle condizioni di utilizzare la tecnologia dei sacchetti con RFID UHF. Del resto in tutte le gare in cui noi abbiamo supportato le amministrazioni comunali, non solo in Puglia ma un po’ in tutt’Italia, al fine di salvaguardare al massimo la pubblica amministrazione, abbiamo sempre imposto che i mezzi siano dotati del sistema GPS, per sapere in ogni istante dove sono e cosa stanno facendo, dall’altra tutti contenitori devono essere dotati di transponder, per sapere se sono stati vuotati o meno, e tutto questo nell’ottica di favorire anche il controllo sui servizi resi da parte del gestore all’amministrazione. Questi due sistemi, la localizzazione satellitare e l’utilizzo dei transponder sui contenitori, sono tecnologie ormai consolidate, che hanno costi talmente bassi che la differenza di costo tra il dotarsi di contenitori con transponder e averne invece senza è ridicola. D’altra parte questo piccolo costo è ampiamente ripagato dalla possibilità dell’amministrazione comunale di poter controllare in modo curato l’esecuzione oggettiva del servizio.
Perché è importante essere supportati da questo tipo di tecnologie nella raccolta differenziata porta a porta?
Questa esigenza era poco avvertita fino a poco tempo fa, quando i servizi di raccolta erano stradali, perché se il contenitore non veniva svuotato quel giorno ma il successivo non era un disastro. Nella raccolta porta a porta, invece, l’esigenza di una puntualità assoluta, di un servizio molto accurato, anche in termini di orari in cui vengono effettuati i servizi, è estremamente importante. La raccolta domiciliare infatti si basa su un appuntamento, su un patto, tra l’amministrazione e i propri cittadini, per cui questi si impegnano a rispettare orari e modalità di conferimento, ma dall’altra parte l’amministrazione, per tramite del gestore del servizio, deve garantire ai cittadini che a questi sforzi corrisponda una puntualità del servizio, in modo da rendere anche il decoro urbano migliorato dal servizio porta a porta, non peggiorato.
Poter controllare sia dove è passato il mezzo e a che ora, sia quali sono i contenitori svuotati, non solo permette di introdurre la tariffazione puntuale se non subito entro un anno, due al massimo, dall’introduzione del porta a porta, ma consente anche fin da subito di controllare meglio in modo più accurato il servizio. Del resto se il soggetto gestore sa di essere controllato in modo molto attento e di poter essere multato, avrà maggiore interesse ad organizzare il servizio in modo efficiente.
L'USO DEI TRANSPONDER UHF SU CONTENITORI RIGIDI IN PUGLIA
Ci sono anche altri comuni in Puglia che stanno seguendo questo esempio?
Triggiano ad esempio ha in questo momento una gara in corso e ha le stesse caratteristiche previste nella gara, lo stesso sarà per Cassano. Abbiamo preparato la gara per Altamura e per una serie di altri comuni che stanno partendo con la gara, Turi, Gravina, Mesagne, ci sono tutta una serie di comuni in cui noi abbiamo preparato documenti di gara o progetti in cui si prevede proprio questo elemento.
Ci saranno alcuni capoluoghi della Puglia che utilizzeranno il sistema dei transponder e del Gps?
Per i capoluoghi abbiamo previsto questo sistema per Lecce, per Barletta e per Trani. A Lecce proprio in questi giorni è in corso di pubblicazione la gara per il nuovo servizio porta a porta in cui proprio uno degli elementi caratterizzanti è questo elemento dell’uso dei transponder su tutti i contenitori.
Quindi questi comuni utilizzano in modo positivo tutte le esperienze e le tecnologie che sono state già sperimentate da altri comuni e hanno al possibilità di utilizzarle per i propri servizi, quindi non è escluso che possano raggiungere le alte percentuali di raccolta differenziata così come Capannori?
Non solo non è escluso ma la Esper ritiene, dagli elementi e dagli studi che abbiamo raccolto finora, ve n’è quasi la certezza. Abbiamo ormai verificato che laddove il servizio viene organizzato bene la cittadinanza risponde bene, che sia Bolzano o che sia Lecce.
Nel caso del comune di Mola di Bari gli ottimi risultati raggiunti sono determinati anche per il fatto che tutte le frazioni sono raccolte in modo porta a porta, anche il vetro, cosa che ad esempio a Rutigliano non avviene.