Rifiuti. Il Consiglio regionale del Piemonte approva al riforma degli ATO
La legge approvata dall’aula prevede che, ai fini dell’organizzazione, il territorio piemontese venga diviso in 4 ambiti territoriali ottimali (Novarese, Vercellese, Biellese e Verbano Cusio Ossola; Astigiano e Alessandrino; Cuneese; Torinese) per la gestione integrata dei rifiuti
23 May, 2012
Il Consiglio regionale, nella seduta odierna, ha approvato il Disegno di Legge 129 presentato dalla Giunta e recante “Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e di gestione integrata dei rifiuti urbani”. Il disegno di legge individua nelle province e nei comuni i soggetti deputati alla governance del sistema dei rifiuti. Spetterà invece alla Regione il ruolo di supervisione rispetto alla scelta delle tariffe, al modello organizzativo e alla verifica della coerenza dei piani d’ambito provinciali rispetto alla pianificazione regionale ove tali funzioni siano relative ad opere strategiche. In questo caso infatti le funzioni sono esercitate dai comuni e dalle province d’intesa con la giunta regionale.
Il servizio idrico integrato continua ad essere gestito dagli Enti locali in forma associata cosi come previsto dalla legge regionale 13 del 1997. Considerata la positiva esperienza maturata grazie alla Legge 13, si è ritenuto opportuno elaborare un modello funzionale che ricalcasse il sistema alla base del servizio idrico, ovvero un sistema che garantisse le legittime istanze di comuni e province, ma soprattutto che mirasse ad assicurare ai cittadini servizi di qualità. Il percorso che ha portato oggi all’approvazione della riforma è stato profondamente meditato e ricco di confronti con i soggetti a vario titolo coinvolti, dagli enti locali agli operatori. Attraverso una ridefinizione degli ambiti territoriali ottimali che, passando da otto a quattro, insisteranno su bacini di popolazione più consistenti, sarà garantita la sostenibilità economica del sistema. Al tempo stesso, per consentire una programmazione della raccolta dei rifiuti idonea alle esigenze dei territori, è stata prevista la possibilità per i comuni di creare delle aree omogenee di dimensioni più limitate.
La legge approvata dall’aula prevede che, ai fini dell’organizzazione, il territorio piemontese venga diviso in 4 ambiti territoriali ottimali (Novarese, Vercellese, Biellese e Verbano Cusio Ossola; Astigiano e Alessandrino; Cuneese; Torinese) per la gestione integrata dei rifiuti.
Il testo prevede, inoltre, al fine di garantire il giusto riconoscimento delle specificità e del peso dei soggetti interessati dalla riforma, la creazione presso ciascun ambito territoriale di una Conferenza d’ambito, composta da presidenti delle province e da rappresentanze dei sindaci dei comuni ricompresi negli ambiti territoriali ottimali. Tale articolazione permetterà di organizzare i servizi secondo le diverse esigenze del territorio, grazie ad una concertazione che prevede il parere obbligatorio e vincolante dei comuni.
Il provvedimento era stato predisposto dalla Giunta regionale a seguito dell’emanazione della Legge Finanziaria 2010 che disponeva la soppressione delle Autorità d’ambito ottimale per la gestione delle risorse idriche e per la gestione integrata dei rifiuti a partire dal 1 gennaio 2011 e demandava alle Regioni l’attribuzione, con propria legge, delle funzioni già spettanti a tali autorità nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. Con l’approvazione del Decreto Milleproroghe da parte del Consiglio dei Ministri, il termine è stato poi prorogato al 31 dicembre 2012.
“Quella approvata quest’oggi - dichiara l’assessore all’Ambiente Roberto Ravello - è una grande riforma strutturale del sistema che, attraverso passaggi strategici, vede per la prima volta la Regione intervenire direttamente nella pianificazione delle opere strategiche, dei diversi ambiti ottimali e per quel che attiene al controllo del sistema di gestione. Il riordino e la riduzione degli ambiti supera poi quelle che fino ad oggi sono state le regole dettate dalla geografia amministrativa, criterio che non sempre permette di rispondere alle reali esigenze del territorio".
"Abbiamo pensato ad un modello di governo - ha continuato l'assessore - che, attraverso la responsabilizzazione e la partecipazione dei diversi livelli istituzionali, possa essere vincente per continuare a garantire i livelli di qualità raggiunti e possibilmente migliorarli. Il superamento del sistema attuale dei consorzi permetterà l’abbattimento dei costi e delle sovrastrutture e ci consentirà di ottenere risparmi potenzialmente reinvestibili nel sistema. La nostra società inevitabilmente crea rifiuti: se da un lato, si mettono in campo azioni per limitarne la produzione, dall’altro è fondamentale organizzare un sistema efficiente in grado di gestire i rifiuti prodotti in modo tale da renderli non più soltanto un problema, anche una risorsa.”