Sacchetti, AssoEcoPlast: “Più del 70% della bioplastica in Italia finisce in discarica: è un gigante con i piedi d'argilla”
AssoEcoPlast, l'associazione che promuove la plastica biodegradabile additivata fa il punto sulla questione sacchetti in Italia , dopo la notizia dell'accordo tra Assobioplastiche e Regione Liguria per promuovere una campagna informativa sulla Legge 24 marzo 2012 e l'uso del compostabile
08 June, 2012
Assobioplastiche ha annunciato di aver firmato un protocollo d'intesa con la Regione Liguria per lanciare una campagna informativa sui contenuti della Legge 24 marzo 2012, che regola il commercio dei sacchetti. “Con questa campagna cercheremo di comunicare anche lo spirito più profondo della legge: adottare comportamenti e stili di vita che all’usa e getta dissipativo prediligono la conservazione delle risorse, il recupero e il riciclo” ha dichiarato il Presidente dell'associazione Marco Versari.
“Ed è proprio questa demonizzazione del sacchetto che non sopportiamo più. Basta chiamarlo usa e getta! - commenta Claudio Maestrini, presidente di Assoecoplast - Ma chi l'ha detto che i vecchi shopper non si potevano riutilizzare? Si riutilizzavano eccome, e alla fine venivano usati per contenere l'immondizia, mentre adesso compriamo i sacchi di plastica apposta, spesso senza alcuna certificazione sulla provenienza e sui materiali con cui sono stati prodotti. Questa campagna è mistificatoria, e se venisse fuori che è stata cofinanziata da una Regione la situazione sarebbe ancora più grave”. Ma al di là delle opinioni che si possono avere a riguardo, i dubbi interpretativi sollevati sulla legge ormai sono stati chiariti dal sottosegretario Fanelli nella risposta scritta al senatore Ferrante...
“Attenzione, noi non abbiamo mai avuto dubbi sulla questione delle linee guida di Unionplast: per come è scritta la legge è evidente che per ora le categorie di sacchetti commercializzabili sono due e non tre: (Ndr: i compostabili e i riutilizzabili con determinati spessori e percentuale di plastica riciclata) Fanelli ha chiarito questo nella risposta scritta, ma non ha mai detto che la partita per il biodegradabile non compostabile sia chiusa. La legge dice che queste due categorie sono le uniche commercializzabili fino all'emenazione di un decreto di natura non regolamentare, che dovrà essere adottato dai Ministri dell'ambiente e dello sviluppo economico dopo aver sentito le commissioni parlamentari. Prima di dire che gli additivi sono fuori dai giochi aspettiamo il decreto, e speriamo di poter arrivare ad un confronto sereno, con esperti che siano davvero super partes”. Per la stessa legge, il decreto dovrà essere adottato entro il 31 dicembre 2012. nel frattempo però niente multe ancora fino al 1° gennaio 2014... quindi, di fatto, ad oggi vale tutto? “Non dovrebbe essere così e sia chiaro che questa proroga delle sanzioni non l'abbiamo chiesta noi. E' il male minore, ci ha permesso di respirare un po', ma non ci sta certo avvantaggiando. Semmai a risalire sono le vendite degli shopper in plastica, quelli non biodegradabili, perché il costo è nettamente inferiore, soprattutto ora che le aziende svendono la merce pur di ricavarci ancora qualcosa. Però, l'abbiamo sempre detto, e in questo siamo d'accordo anche con Assobioplastiche in linea di principio: la confusione danneggia tutti”. In linea di principio. “E poi c'è un altro problema: si stra trasformando la bioplastica in un campione nazionale, sovvenzionandola e sostenendola in ogni modo anche a costo di distruggere completamente altre filiere produttive, ma così sta creando un mercato protetto, che in realtà è un gigante con i piedi di argilla. Ad oggi più del 70% della bioplastica in commercio finisce in discarica, non certo nel compost. Assobioplastiche dice che i lavoratori a rischio sarebbero al massimo 2000 in tutta Italia. Ma fossero anche solo mille, vi sembra poco in anni di crisi come questi?”.