Quinto conto energia, Assosolare: «Ennesima occasione persa»
Il comunicato stampa di Assosolare
10 July, 2012
Venerdì sono stati firmati i Decreti Rinnovabili e Quinto Conto Energia con ulteriori sorprese per il settore delle Rinnovabili ed in particolare per quello del Solare Fotovoltaico. Il comparto - rimasto palesemente inascoltato - aveva riposto le ultime razionali speranze nell’accoglimento delle richieste delle Regioni. Istanze – come dimostrato i testi firmati dai titolari dei dicasteri – rimaste ineusaudite. Dalle richieste avanzate dalla Conferenza Stato-Regioni sembrano essere scaturiti alcuni aggiustamenti peggiorativi anche rispetto alle bozze circolate lo scorso aprile.
Le tariffe sono addirittura state ulteriormente ridotte. Gli operatori affronteranno una decurtazione del 50% rispetto a quanto si prospettava con il Quarto Conto Energia che sarebbe dovuto rimanere valido sino al 2016. Ma il problema per la filiera industriale delle rinnovabili non si ferma qui. Basta leggere le regole di accesso alle tariffe con il Registro obbligatorio, (salvo alcuni casi particolari), per impianti di potenza superiore ai 12 kW, per capire che le intenzioni "di semplificazione" burocratica, espresse nello stesso Decreto, risultano ampiamente smentite. Il GSE sarà nuovamente sommerso da migliaia di richieste per piccoli impianti: tutto il settore delle piccole e medie aziende, che stavano valutando la realizzazione di un impianto o di valorizzare le proprie coperture, si troveranno ben poche banche disposte a finanziarle.
L'intera struttura del Decreto genera incertezza sul risultato finale sia per l’accesso alle tariffe che per la dimensione della stessa. Gli impianti si potranno realizzare con capitali propri, ma il debito bancario dovrà aspettare la firma della Convenzione con il GSE con le tempistiche conseguenti e questo sarà purtroppo, l'unico modo per avere certezza dei ricavi futuri.
Capitolo a parte meritano le norme per i grandi impianti. In particolare per quelli di potenza superiore ad 1 MW: una "grid parity obbligata" con la scelta forzata di ricavare il corrispondente valore del "prezzo zonale orario" al posto della tariffa onnicomprensiva dal GSE, soprattutto nelle regioni del sud. Una norma che vedrà ulteriormente appesantito il GSE (che tra l'altro riceverà un contributo dai soggetti promotori che faranno richiesta di iscrizione al Registro) e che creerà ulteriore incertezza nella pur bassa redditività degli investimenti.
Se si fosse voluto favorire lo sviluppo di un mercato senza incentivi si sarebbe dovuto necessariamente accompagnare queste misure con una profonda ristrutturazione del mercato elettrico italiano, riconoscendo per tempo che è in atto su questo mercato, una profonda trasformazione per effetto dello sviluppo sia del fotovoltaico, sia delle altre fonti elettriche rinnovabili.
Nel corso degli ultimi anni le aziende si sono impegnate a ridurre i costi delle tecnologie tendendo all’obiettivo della grid parity. Questo impegno però in assenza di regole del mercato elettrico si rivela vano limitando la stessa la libertà di investimento sul prodotto. Di fatto il mercato risulta vincolato e controllato da chi decide come utilizzare le reti senza trasparenza per gli operatori.
In un momento di generale crisi, non ci si aspettava un provvedimento unicamente "punitivo", ma un "riequilibrio" sul fronte del sostegno a soluzioni innovative nel settore dell'accumulo e della programmabilità degli impianti fotovoltaici, come più volte richiesto da Assosolare nel passato.