Ma quanti sono davvero i decessi per inquinamento a Milano? Un'analisi più attenta dell'ultimo rapporto ASL
La relazione del Dipartimento Prevenzione ASL di Milano lascia aperti molti interrogativi. Secondo Crosignani, epidemiologo dell’Istituto Tumori, e l’associazione GenitoriAntiSmog, decessi e ricoveri sono molto sottostimati. Colpa dei parametri utilizzati dall’ASL che nasconderebbero una situazione assai più grave
10 July, 2012
La relazione della Struttura Salute e Ambiente del Dipartimento Prevenzione ASL di Milano è arrivata solo in questi giorni all’associazione GenitoriAntiSmog e stima l’impatto dell’inquinamento a Milano sul 2010. Un anno assai migliore, per le condizioni meteo di dispersione degli inquinanti del 2011, di cui non sappiamo ancora nulla. E comunque la conferma della correlazione diretta tra inquinanti e patologie e decessi ora è ufficiale anche per l’ASL, ed entrano in quota anche i ricoverati e morti per inquinamento da Ozono (O3).
Il calcolo dei danni sanitari che Milano (e chissà quante altre altre città italiane), soprattutto nella fascia anziani, devono pagare all’inquinamento atmosferico è pesantissimo. Il Corriere della Sera del 10 luglio già analizzava il dossier ASL che quantifica i decessi del 2010 legati a biossido di azoto (310 morti) e polveri sottili (64 morti per le PM10 e 101 morti per le PM2,5). La novità è che – anche se legati al solo periodo estivo e più esigui come numero – ora sono certificati anche i decessi da Ozono, un gas che abbinato al caldo – provoca molti disturbi respiratori soprattutto in estate. Sarebbero 24 le vittime da Ozono accertate nel 2010.
Pubblichiamo il dossier ASL a firma del Direttore Generale Walter Locatelli e subito ci chiediamo: ma perché questi dati deve ottenerli sempre a fatica l’associazione GenitoriAntiSmog e non vengono più ampiamente pubblicizzati?
La lettura è comunque molto interessante. L’ASL ha lavorato sui dati forniti dall’ARPA e innanzitutto non si capisce se la rilevazione copra tutto l’anno o solo 100 giorni circa. A Milano sono 3 le centraline per i PM10 e 1 sola per i PM 2,5, come si sa più minuscoli e quindi dannosi. 8 le centraline milanesi per il Biossido di Azoto (NO2), dove si vede che la zona peggiore è quella di viale Marche. 3 le centraline di rilevazione dell’Ozono (O3).
L’ASL ha poi incrociato i dati ARPA con le SDO (le schede di dimissione ospedaliera) che riportano decessi e ricoveri.
Il problema è che per le polveri sottili (PM10 e PM 2,5) l’ASL, che deve occuparsi della salute delle persone, inizia a prendere in considerazioni gli effetti sanitari a partire dai giorni di superamento della media annuale di 40 mg/mc, perché questo è il parametro che la legge italiana (D.LGS 155- 13/8/2010) utilizza a partire dal quale si debbano “mettere in atto azioni di risanamento” per PM10, 30 la soglia per le PM 2,5.
Così come il Dossier ASL contempla solo mortalità e ricoveri “a breve termine” perché “la stima dell’impatto del PM10 sulla mortalità a lungo termine … non è stata valutata in quanto la media annua del suddetto inquinante non ha superato la soglia dei 40 mg/mc prevista dalla normativa vigente (D.LGS 155, 13/8/2010 emanato in attuazione della DIRETTIVA 2008/50/CE) a tutela della salute pubblica e valore a partire dal quale devono essere previste azioni di risanamento. Questo evento fa sì che la formula prevista da Martuzzi (quella utilizzata tradizionalmente per il calcolo, ndr) non permetta di calcolare effetti sanitari a lungo termine” (pag. 5, cap. 2.2. del Dossier).
In sostanza è la stessa ASL ad ammettere quello che da anni Crosignani e GenitoriAntiSmog denunciano a Milano. Lo stesso Dossier ASL ricorda poi che già dal 2005 l’OMS ha invitato a ridurre a 10mg/mc per i PM 2,5 e 20 mg/mc per i PM 10, la soglia da considerare per ridurre gli effetti nocivi dell’inquinamento per la salute umana.
Un invito, sembra di capire, rimasto sempre inascoltato.
Il tutto sembra una conferma della gravità della situazione inquinamento a Milano e di conseguenza anche nelle altre città italiane, come confermano fonti autorevoli quali Paolo Crosignani, epidemiologo e primario dell’Istituto dei Tumori, e la stessa associazione GenitoriAntiSmog che da anni combatte perché i cittadini sappiano prima e con maggior chiarezza i dati veri sull’inquinamento a Milano.
In particolare Crosignani ha più volte ribadito come la letteratura medico- scientifica avvalori da tempo il fatto che, per le sole PM 10, danni importanti alla salute si verifichino già al livello dei 20mg/m3.
Il sito web di GenitoriAntiSmog