Colori, vetri, motori: la città Smart ha caldo
- da La Repubblica Torino del 23 agosto 2012
30 August, 2012
di Paolo Hutter
FORSE pensavamo, sotto sotto, di esserne immuni, come abitanti del Nord Ovest. Ma già nel 2003 l' ondata di calore aveva colpito in pieno Torino. Mai prima d' ora un' ondata di calore così intensa si era verificata dopo Ferragosto. Si saranno riaccesi anche i condizionatori degli uffici comunali, per tentare di tenere la temperatura nei 28 gradi..... Ma proviamo a proporre un ragionamento programmatico e politico, e non solo emergenziale. Se è vero, come è vero, che le ondate di calore saranno più frequenti e più intense, bisogna riconoscere che il caldo è diventato un problema maggiore rispetto al freddo e questa consapevolezza dovrebbe ispirare una revisione di molti aspetti della vita cittadina, privata e pubblica. La cementificazione e la motorizzazione hanno fatto diventare le città isole di calore, con una temperatura maggiore rispetto alle zone che possiamo ancora definire prevalentemente agricole. Ma dato che le campagne, e a momenti neanche la montagna e il mare, non sono più un rifugio dal caldo e dall' afa, è di nuovo sulle città che bisogna puntare, ripensandole. La città smart, la città intelligente del futuro dev' essere capace di proteggerci dall' ondata di calore senza moltiplicare il condizionamento d' aria così come lo abbiamo conosciuto, isolando maggiormente gli edifici, coprendo i vetri di cui si è abusato (al posto dei muri), utilizzando le tubature d' acqua del riscaldamento per portarci acqua fredda. Senza sopravalutarne l' efficacia (che è relativa, nell' interno delle case e degli uffici) vanno adottate anche le misure generali di adattamento ai cambiamenti climatici raccomandate dall' Onu, come la forestazione urbanae periurbana, la riduzione ulteriore dell' uso dei motori durante le ondate di calore, anche per proteggerci dall' eccesso di ozono, il cambiamento verso il chiaro dei colori delle strade e dei tetti. (E persino dei veicoli: chi vuole l' auto nera se la parcheggi sotto terra). C' è un grande lavoro da fare col Politecnico, un vero piano di adattamento. Chissà, tra non molto, nelle campagne elettorali conterà la capacità di convincere i cittadini di avere un programma per farli stare un po' più al fresco