Sanzioni ai Comuni che non raggiungono il 65% di raccolta differenziata: il commento di Facciotto e Fortini
A margine del Congresso ISWA di Firenze il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha ribadito la volontà di penalizzare le amministrazioni che a fine anno non raggiungeranno l'obiettivo del 65% di raccolta differenziata. Eco dalle Città ha raccolto il commento di Walter Facciotto (dg Conai) e Daniele Fortini (presidente Federambiente)
20 September, 2012
Il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ad agosto aveva annunciato sanzioni per i Comuni che non raggiungeranno a fine anno l'obiettivo del 65% di raccolta differenziata. Lo stesso concetto è stato ribadito da Clini a margine del Congresso ISWA di Firenze: «Teoricamente la raccolta differenziata avrebbe dovuto raggiungere il 65% a fine 2012. Sappiamo che questo non avverrà per almeno metà Italia. Credo – ha affermato il ministro - che sia giusto considerare che chi ha già raggiunto l'obiettivo debba essere facilitato e chi non l'ha raggiunto debba essere penalizzato».
Su questo argomento Eco dalle Città ha raccolto il commento di Walter Facciotto (direttore generale Conai) e Daniele Fortini (presidente Federambiente) anche loro presenti a Firenze.
«In realtà le sanzioni ci sono già – ha commentato Facciotto - ci sono le ecotasse per chi non raggiunge già certi obiettivi di raccolta. Certamente qualcosa per lo sviluppo della raccolta differenziata si deve fare e personalmente credo che vadano bene le sanzioni ma prima bisognerebbe capire perché non si sviluppano e poi prendere successivamente dei provvedimenti. Con le sanzioni mi pare che negli ultimi anni non siamo riusciti ad andare molto in là, vi sono anche altri ostacoli da rimuovere laddove non esiste ancora un efficace ed efficiente servizio di raccolta urbana».
«Il Ministro fa bene a sferzare gli Enti locali, a sollecitarli al rispetto delle leggi – ha affermato Fortini -. Quindi è giusta la sollecitazione che lui muove. E anche reale però la fase di difficoltà che incontrano i Comuni nel crescere con la raccolta differenziata (parliamo perlopiù di amministrazioni del Mezzogiorno dove ci sono le situazioni di maggiore arretratezza rispetto agli obiettivi fissati dalla legge). Molto spesso non si tratta di cattiva volontà delle amministrazioni ma di oggettive difficoltà economiche ormai dal 2008 ad oggi. Stiamo parlando di una crisi che si trascina da quattro anni e che sta mettendo in seria difficoltà le amministrazioni. Prima di arrivare alle sanzioni è necessaria una ricognizione che possa verificare dove sono le aree a maggiore sofferenza: per esempio Palermo. E' inaccettabile che la raccolta differenziata del capolouogo siciliano sia al 3% e in tutta la regione al 6%. E' inaccettabile che la raccolta differenziata a Reggio Calabria sia al 4%».
«Dal mio punto di vista – ha continuato il presidente di Federambiente - è quindi inutile dire “Padova fa il 53% la punisco perché non ha fatto il 65”, quando hai quelle situazioni che ho citato prima. Come governo chiamerei piuttosto in causa la Regione Siciliana dicendo “datevi da fare, cosa vi serve. Pianifichiamo e diamoci da fare”. Altrimenti lo strumento della sanzione diventa un atteggiamento burocratico che rischia di essere come in passato, assolutamente inefficace. Inoltre le sanzioni ai Comuni possono essere solamente di ordine economico ovvero amministrativo. Non credo che di questi tempi si possano commissariare i Comuni che non hanno raggiunto il 65% di RD. Allo stesso tempo non credo che a Comuni che sono sull'orlo del baratro si possa dire “ti faccio la multa perché non hai raggiunto la quota di raccolta differenziata”. Quei Comuni non hanno i soldi per pagare la raccolta differenziata, figuriamoci se hanno i soldi per pagare la sanzione. Giudico invece – ha concluso Fortini - utile un tavolo nazionale che faccia punto della situazione per vedere le aree di maggiore criticità ed intervenire su quelle per favorire lo sviluppo della raccolta differenziata”.