Emilia Romagna. Piano regionale dei rifiuti, l'assessore Freda ha incontrato gli imprenditori del recupero
L'assessore all'Ambiente della Regione Emilia-Romagna, Sabrina Freda, prosegue il confronto con i portatori di interesse per mettere a punto il nuovo Piano regionale dei rifiuti
11 October, 2012
È il recupero di materia, insieme alla riduzione della produzione dei rifiuti, l’obiettivo di fondo del Piano regionale dei rifiuti che sostituirà gli attuali Piani provinciali e che la Regione sta mettendo a punto attraverso un ampio percorso di confronto con le Istituzioni e con i diversi portatori di interesse.
“L’Europa ci dice che entro il 2020 dovremo realizzare un recupero di materia pari al 50% dei rifiuti solidi urbani e al 70% dei rifiuti inerti. Per fare questo occorre migliorare la qualità della raccolta differenziata e sostenere adeguatamente il lavoro delle tante aziende che operano in questo settore, realizzando piattaforme territoriali di recupero. Più in generale occorre fare squadra tra i gestori del servizio pubblico, le istituzioni, il sistema imprenditoriale e consortile”. Lo ha detto ieri a Bologna l’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda oggi a Bologna incontrando gli imprenditori che operano nel campo del recupero dei rifiuti. Già oggi i numeri del “recupero” in Emilia-Romagna sono, per alcune tipologie di materiale, di tutto rispetto: oltre il 99% della carta, il 76% della plastica, il 97% dell’acciaio e dell’alluminio, il 91% del vetro vengono in questo modo rimessi nel ciclo produttivo. Ma i margini di miglioramento ci sono. Per raggiungerli e centrare così gli obiettivi europei, occorre appunto migliorare la qualità, non solo la quantità della raccolta differenziata, favorire il recupero di materia rispetto a quello di energia e fare in modo che il recupero avvenga in luoghi il più possibile vicini a quelli di produzione.”Solo in questo modo - ha sottolineato Freda - potremo costruire una società che finalmente veda il rifiuto come una risorsa, riducendo progressivamente il ricorso alla discarica, fino all’obiettivo della discarica zero, e facendo un ricorso sempre più residuale anche all’incenerimento”.