Speciale de La Stampa: "Dossier /Cieli bui, i Comuni hanno già spento la luce"
Operazione risparmio per l’illuminazione pubblica: la spending review impone tagli a una bolletta che supera il miliardo di euro. Molte realtà locali, però, lo fanno da tempo, e i cittadini lamentano scarsa visibilità su strade e vie. Fino a dove si può arrivare? – da La Stampa del 18.10.2012
18 October, 2012
Di Alessandro Mondo e Antonio Pitoni
Per alcuni Comuni è un’esagerazione: roba che rimanda alla crisi petrolifera degli Anni Settanta. Preoccupano, tra l’altro, le possibili ricadute sulla sicurezza - sociale e stradale - anticipate dalle prime lamentele dei cittadini. Altri, attenti alla valenza ambientale oltre che economica del provvedimento, l’hanno sposato e fatto loro: talora superandolo in virtuosismo. Quasi tutti convengono che dati i consumi insostenibili, abbinati alle tariffe in aumento e ai trasferimenti statali in picchiata, è una strada obbligata. L’operazione «Cieli Bui» parte da un dato. Quello relativo al consumo pro capite per l’illuminazione pubblica: 105 chilowattora contro i 51 della media Ue. Per una spesa annuale, a carico dei comuni italiani, che ha superato il miliardo di euro, manutenzione esclusa. Numeri emblematici, quelli elaborati dall’associazione «Cielo Buio» e reperibili sul sito «Eco dalle Città». Non a caso, il Governo ha disposto nella legge di stabilità lo spegnimento (o l’affievolimento) dell’illuminazione pubblica durante tutte o parte delle ore notturne. Previa individuazione delle reti viarie e delle zone urbane ed extraurbane.
La bolletta per illuminare Torino, ad esempio, è di 35 mila euro a notte: al netto delle riduzioni già operate nel 2011. Ancora troppi. Gianguido Passoni, assessore al Bilancio, pensa a nuove misure: «Nella Loira, zona turistica, dalla mezzanotte in poi molti centri urbani lasciano accese le luci solo nelle zone con una viabilità importante». Incide anche l’impennata delle tariffe: «Mentre i consumi dei primi cinque mesi del 2012 hanno registrato una riduzione complessiva di oltre il 4,50 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011, la bolletta è salita del 15 per cento». Altri numeri fanno riflettere: la potenza sviluppata dai nostri lampioni per superficie utilizzata è più che doppia rispetto alla Germania e quasi quadrupla rispetto al Regno Unito. Effetto, anche, delle sorgenti luminose sovente impiegate: la lampada da 150 watt. Laddove – secondo Diego Bonata, esperto del settore –, quella da 70 consentirebbe di rispettare le leggi di riferimento su oltre il 50% delle strade. E la sicurezza dei cittadini? «È un falso problema: non si tratta di lasciare le città al buio, ma di riordinare i sistemi di illuminazione».
35 mila euro
È quanto spende ogni notte la città di Torino per illuminare il territorio comunale
1 miliardo di euro
È la spesa annuale italiana per l’illuminazione: per alcuni si potrebbe quasi dimezzare
Torino
Per ridurre i costi accensioni selettive
Nel 2011 Torino, forte di 96 mila punti luce, ha consumato in totale oltre 170 milioni di KWh (edifici comunali più illuminazione pubblica) per un fatturato di 30,81 milioni: meno 2,5% rispetto al 2010. Anche così, un assegno quotidiano di 35 mila euro - tanto costa, ogni notte, illuminare la città - è un lusso. Quest’anno l’assessore al Bilancio Passoni ha promosso un tavolo di lavoro per ridurre ulteriormente la spesa. Come? Limitando l’illuminazione decorativa nei giorni festivi, riducendo l’accensione di 20 minuti tra mattino e sera, spegnendo le fontane luminose durante la settimana, rinegoziando contratti e convenzioni. La legge di stabilità imporrà di tagliare ancora: si attendono istruzioni.
Veneto
I soldi della Regione per i progetti locali
La giunta regionale ha stanziato 1.250.000 euro per i 125 Comuni che predisporranno un piano-illuminazione che contenga l’inquinamento luminoso. «Il Veneto – ha commentato l’assessore Maurizio Conte - è stata la prima regione italiana a prendere coscienza del fenomeno, già nel 1997 aveva approvato una normativa in materia». Le somme a bilancio hanno permesso di finanziare tutte le richieste pervenute (al 50% della spesa ritenuta ammissibile e per un importo non superiore a 20.000 euro): in seguito la Regione dovrà valutare e finanziare le richieste di chi vorrà adeguare gli impianti esistenti e realizzare nuovi impianti di illuminazione pubblica e stradale».
Reggio Emilia
Perfino Calatrava ha pagato pegno
Anche i ponti di Calatrava hanno pagato pegno. E non poteva essere diversamente dato che Reggio Emilia, come tutti i Comuni, deve lavorare di lima. Stando ai dati riportati sul giornale on-line «Eco dalle Città», i risultati non si sono fatti attendere: al netto dell’operazione «Cieli bui», il Comune ha risparmiato nell’ultimo anno 400 mila euro. Da due anni è in atto uno spegnimento ragionato, frutto di un piano energetico basato su priorità. Nelle rotonde i corpi illuminanti sono stati ridotti da 8 a 4, spenti i lampioni lungo le piste ciclabili, ridotto il flusso luminoso in alcune fasce orarie. Su 35 mila punti luce, circa sei mila sono già stati spenti. Altri interventi sono allo studio.
Bologna
“Il governo si muove come un troglodita”
«L’ operazione “Cieli bui” mi sembra il provvedimento di un governo troglodita». Non usa mezzi termini il segretario del Pd di Bologna Raffaele Donini, che commenta la notizia dei tagli all’illuminazione pubblica sulla bacheca di Facebook. Parole dirette anche a placare la rabbia dei cittadini, esasperati dai continui guasti alla rete elettrica stradale che in queste settimane ha trasformato la città in una dark city. L’assessore ai lavori pubblici Malagoli ha contestato la decisione del governo Monti: «L’illuminazione di strade e aree urbane è importante per la sicurezza stradale e per la vivibilità. Faremo di tutto perché il provvedimento non mini la serenità dei cittadini».
Andora (Savona)
“Siamo in anticipo di cinque anni”
Ad Andora, in provincia di Savona, si sono mossi con anticipo. «Già dal 2007», spiega il sindaco Franco Floris. Cinque anni prima delle nuove disposizioni del governo Monti, attivando un contratto con l’Enel che permetterà al Comune di risparmiare 350 mila euro in 15 anni, ma anche di assicurarsi, a costo zero, l’installazione di nuovi punti luce e riconvertire l’intera rete con tecnologie a risparmio energetico. «La nostra rete pubblica - spiega il primo cittadino - è stata ampliata di 125 nuovi punti luce e tutti gli impianti sono stati messi in sicurezza. L’Enel si è aggiudicata l’appalto, paga l’energia consumata, mettendoci al riparo dagli aumenti delle tariffe e ha rinnovato l’intera rete».
Todi (Perugia)
Meno 100 mila euro con nuovi punti luce
A Todi, in Provincia di Perugia, hanno stabilito un record: è il primo comune d’Italia ad aver aderito alla convenzione Consip che affida direttamente per nove anni alla società Enel Sole la gestione degli impianti di illuminazione. Attraverso un contratto che punta a incentivare il risparmio energetico e la messa a norma degli impianti, oltre alla possibilità di richiedere interventi di riqualificazione energetica e di manutenzione straordinaria. Come annunciato dal sindaco Antonino Ruggiamo lo scorso marzo, già da aprile sono iniziati i lavori di sostituzione dei punti luce con nuovi corpi illuminanti ad altissima efficienza energetica. Obiettivo: risparmiare 100 mila euro l’anno.
Torraca (Salerno)
“Siamo la prima Led City al mondo”
È giusto ridurre i consumi, ma non bisogna spegnere le città: si può risparmiare mantenendo lo stesso grado di luminosità, basta investire in nuove tecnologie». Non ha dubbi Daniele Filizzola, vice sindaco di Torraca, comune di 1500 abitanti in provincia di Salerno trasformato nella prima Led City al mondo. Con 180 mila euro sette anni fa sono stati sostituti i 700 punti luce pubblici con impianti al Led, che hanno portato un risparmio delle bollette del 68% e costi di manutenzione ridotti dell’80% grazie alla durata ventennale delle lampade. Abbassando anche l’inquinamento luminoso. «Un progetto pilota replicabile su larga scala: metropoli come Toronto si stanno ispirando al nostro modello».
Bari
Lampioni intelligenti che si autoregolano
A Bari si punta su un nuovo sistema sperimentale di telegestione incentrato sull’installazione di lampioni a luminosità variabile. Non si tratta di una rivoluzione: già da cinque anni il comune oggi guidato dal sindaco Michele Emiliano ha provveduto a dotarsi di regolatori, attivi sul 60 per cento dei lampioni, che consentono di abbassare automaticamente l’intensità della luce dopo la mezzanotte (da 220 a 180 volt) in alcune zone della città. Con il nuovo bando (scaduto due giorni fa) si punta ad abbattere i consumi del 30-40%. Con una novità: l’introduzione di regolatori singoli per aumentare l’intensità luminosa su una singola strada abbassandola sulle altre vie della stessa zona.