Sabato 20 ottobre manifestazione contro l'inceneritore del Gerbido
Sabato 20 ottobre ritrovo alle 14,30 di fronte al Municipio di Torino per un corteo che si snoderà nel centro storico per urlare "tutta l’indignazione di cittadini torinesi responsabili, preoccupati per un domani che si prospetta nero a causa di un’amministrazione cieca e sorda agli appelli su quanto un impianto come quello in costruzione al Gerbido potrebbe inquinare, far ammalare e costare, se sarà inaugurato". La manifestazione è convocata dal Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero Torino - on line il comunicato stampa
19 October, 2012
Sabato 20 ottobre verrà finalmente il momento di levare a gran voce un forte NO contro la costruzione dell’inceneritore del Gerbido e un convinto SI a metodi alternativi di gestione dei rifiuti: riduzione a monte delle quantità prodotte (almeno del 10%), raccolta differenziata a quota 65-70%, trattamento a freddo del residuo indifferenziato.
Il ritrovo sarà di fronte a Palazzo Civico (piazza Palazzo di Città 1) alle 14,30: il corteo percorrerà poi via Garibaldi, piazza Castello, via Po, via Rossini per terminare in via Verdi con un presidio di fronte agli studi RAI. Per tutta la durata della manifestazione ci sarà un banchetto in piazza Castello angolo via Garibaldi, dove i cittadini residenti nei Comuni della cintura di Torino potranno firmare per le petizioni popolari da presentare ai diversi Consigli Comunali: ricordiamo che la petizione popolare al Comune di Torino è stata già presentata e discussa il 18 ottobre a Palazzo Civico nel corso della seduta della VI Commissione Consiliare Permanente (Ambiente).
La costruzione di nuovi inceneritori è una pratica ormai neppure più presa in considerazione negli altri Paesi europei. Anche in Italia, inoltre, le amministrazioni locali (indipendentemente dal colore politico) iniziano a rendersi conto di quanto l’incenerimento sia dannoso all’ambiente e alla salute, inutile e costoso: lo dimostrano le recenti chiusure degli inceneritori di Vercelli, Mergozzo e Reggio Emilia, il previsto fermo di quello di Acerra, le linee guida della Regione Emilia Romagna, che, se tradotte in piani e leggi, disporranno il blocco alla costruzione di nuovi impianti di questo tipo e la graduale chiusura di quelli già esistenti, inoltre le stesse dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, il quale ha affermato ultimamente che “gli inceneritori sono ormai superati”. Infine c’è l’invito dell’Unione Europea a non incenerire più materiale riciclabile (recuperabile anche dalla porzione indifferenziata) entro il 2020. A questo punto sorge spontanea la domanda: perché “chi comanda a Torino” va controcorrente e si ostina a non voler abbandonare lo scellerato proposito di far partire il Gerbido già nella primavera 2013?