Gerbido. Cavallari: «A breve un progetto di trasformazione dell'inceneritore in impianto di trattamento a freddo»
In occasione del corteo di sabato 20 ottobre, che ha visto sfilare per le vie del centro di Torino i comitati contrari alla costruzione dell’impianto del Gerbido, Eco dalle Città ha intervistato Pierclaudio Cavallari, referente rifiuti dell’Associazione Pro Natura
22 October, 2012
Sabato 20 ottobre, si è svolto il corteo a cui hanno partecipato i comitati che si battono contro la costruzione dell’impianto del Gerbido, riuniti sotto le bandiere del Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero Torino. Più di 1000 persone (secondo gli organizzatori) si sono date appuntamento in piazza Palazzo di Città per manifestare il proprio dissenso di fronte a quella che definiscono “la sciagurata scelta di costruire l’inceneritore”. I manifestanti hanno sfilato lungo via Garibaldi, piazza Castello, via Po, via Rossini e sono arrivati di fronte alla sede RAI di via Verdi.
A margine della manifestazione, Eco dalle Città ha intervistato Pierclaudio Cavallari, referente rifiuti dell’Associazione Pro Natura:
Ha ancora senso scendere in piazza con l'impianto in fase di ultimazione? Non è troppo tardi?
E' da tren'anni che ci impegniamo su questo tema. Un certo significato e un certo peso l'ha data la costruzione del camino: la gente ha visto sorgere la torre di 120 metri e ha realizzato ciò che sta accadendo e ha capito che occorre impegnarsi e mobilitarsi per cercare di fermare l'inceneritore.
La realizzazione del camino ha quindi risvegliato gli animi?
Questa manifestazione ne è una dimostrazione.
Come continuerà la mobilitazione?
Abbiamo già preparato una nuova petizione che si sviluppa su due punti fondamentali: la trasformazione dell'impianto del Gerbido in un impianto a freddo e la ripubblicizzazione di Amiat in azienda speciale (allo stesso modo come viene chiesto per Smat).
Entro pochi giorni inoltre avremo a disposizione e presenteremo un progetto di trasformazione dell'inceneritore in impianto di trattamento a freddo con valutazioni ingegneristiche ed economiche. Si tratta della vera alternativa in loco all'inceneritore. L'impianto in costruzione è convertibile in un impianto di trattamento a freddo.
L'impianto di trattamento a freddo avrebbe le stesse dimensioni del Gerbido?
No, nel nostro progetto si parla di arrivare al 65-70% di raccolta differenziata. I numeri del Gerbido (421 mila tonnellate) sono pesate sulla realtà attuale con Torino al 42% di raccolta differenziata. Rispettando gli obiettivi di legge per la RD e arrivando almeno al 65%, i numeri cambiano, ovviamente. Il trattamento che dovrà essere fatto per gestire il residuo, sarà quindi molto minore e con l'impianto che noi proponiamo riusciremmo a recuperare materia al 95%.
Ci sarebbe tuttavia un periodo transitorio prima di arrivare al 65%...
E' un problema di scelta politica. Vercelli docet: fino a un anno fa era la maglia nera della raccolta differenziata in Piemonte con il 23%. Dopo una grossa spinta (fatta anche da noi) Vercelli si è dotata di un progetto di raccolta differenziata. In un anno è passata dal 23 al 65%. Quindi è una decisione politica. Se Vercelli, una provincia del Piemonte, in un anno ha fatto questo salto di qualità questo può accadere da altre parti. A Torino invece si decide di non investire (sottolineo la parola) in raccolta differenziata: l'investimento in raccolta differenziata ha un ritorno economico in due anni perché i costi sono molto più bassi rispetto al termovalorizzatore.
Manifestazione contro l’inceneritore: più di 1000 persone in piazza per gridare che un’alternativa c’è - comunicato stampa Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero Torino del 21.10.2012