Veneto, arriva la proposta di legge per vietare nuovi inceneritori e riconvertire i vecchi
Verrà discussa il 22 novembre a Venezia la mozione presentata dai cinque comuni veronesi con la quale si chiede che la Regione vieti la costruzione e il potenziamento di inceneritori nel territorio regionale e riconverta quelli esistenti. Bonfante, vicepresidente del Consiglio Regionale: "Sinceramente non abbiamo grandi speranze che la proposta di legge venga approvata, la Lega Nord veronese è molto forte". Più fiducioso Daniele Nottegar della lista civica Piazza Pulita
20 November, 2012
Vietare in Veneto la costruzione di nuovi inceneritori e il potenziamento di quelli già esistenti e, come alternativa, riconvertire quelli funzionanti per migliorare ulteriormente la differenziazione dei rifiuti. É questo il punto fondamentale della proposta di legge firmata dai sindaci di cinque comuni veronesi (San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo, Zevio, Buttapietra e Castel d'Azzano) che verrà discussa il 22 novembre a Venezia dalla settima commissione regionale che si occupa di territorio e ambiente. Il documento era stato approvato nel corso del 2011 dai Consigli comunali delle cinque municipalità, che sono da tempo in lotta contro l’accensione dell’inceneritore di Cà del Bue alle porte di Verona; un impianto terminato alla fine degli anni ‘90 ed entrato in funzione solo per pochi anni a regime ridotto, la cui ri-attivazione è uno dei punti irrinunciabili sull’agenda politica del sindaco scaligero Flavio Tosi e della sua amministrazione.
Il documento che verrà discusso consta di tre articoli. Il primo oltre al divieto di costruzione e di potenziamento degli inceneritori, in vista di una riconversione di quelli funzionanti in poli ambientali integrati (Pai), prevede che la Regione si impegni a sensibilizzare le aziende a produrre in modo ecologico riconvertendo gli imballaggi non riciclabili in riciclabili. Il secondo prevede l'abrogazione delle norme regionali, contenute nel piano rifiuti, che fanno riferimento alla realizzazione di nuovi inceneritori e al mantenimento di quelli esistenti. L'ultimo articolo impegna la Giunta e il Consiglio del Veneto, ciascuno per le sue competenze, «affinché entro 180 giorni dalla pubblicazione della presente legge sia modificata la delibera consiliare del 2004 relativa al piano rifiuti regionale prevedendo ed indicando la tipologia e la quantità di impianti sostitutivi degli inceneritori previsti e di quelli funzionanti».
L'annuncio dell'imminente esame della proposta di legge è stato dato, tramite il sindaco di San Giovanni Lupatoto Federico Vantini, dal vicepresidente del consiglio regionale Franco Bonfante (Pd), che abbiamo raggiunto per telefono: “La proposta di legge dei cinque comuni veronesi è stata avanzata per due motivi fondamentali. Il primo riguarda la salute dei cittadini. Gli inceneritori inquinano molto e Verona in particolare ha già gravi problemi dal punto di vista dello smog (terza città più inquinata d’Italia nel 2011 dopo Torino e Milano per PM10, ndr), per cui attivare Cà del Bue sarebbe solo sommare un danno ad un altro già esistente. Il secondo motivo riguarda invece la totale inutilità dell’opera. In Veneto, dove tra l’altro c’è una efficientissima raccolta differenziata(una delle più alte d’Italia, ndr), esistono già tre inceneritori, a Schio, Padova e Venezia. Un quarto è totalmente inutile, sia perchè non verrebbe mai raccolta la quantità di rifiuti necessaria da bruciare, sia per ciò che riguarda i costi: infatti se si vuole che l’impianto regga economicamente dovrebbero far arrivare rifiuti da tutta Italia e forse anche dall’Europa. L’amministrazione veronese sta commettendo un errore nel voler attivare Cà del Bue, ma d’altra parte le uniche che potrebbero beneficiarne sono le casse del Comune di Verona. Sinceramente non abbiamo grandi speranze che la proposta di legge venga approvata, la Lega Nord veronese è molto forte”.
Polemico per l’impossibilità di partecipare alla discussione della proposta di legge Daniele Nottegar, della lista civica Piazza Pulita, già presidente delle associazioni Verona Reattiva e Salute Verona, che tramite un comunicato stampa fa sapere: “Noi di Piazza Pulita volevamo assistere alla discussione e ieri abbiamo telefonato alla segreteria della VII commissione e così abbiamo scoperto che la questa non è aperta al pubblico e potrà essere presente solo chi ha ricevuto l' invito. Abbiamo così richiesto di essere invitati ma ci è stato risposto che potranno partecipare solo i cinque sindaci. Non capiamo perchè la discussione su un argomento così importante per i cittadini veronesi debba svolgersi a porte chiuse impedendo di poter verificare direttamente le scelte fatte da chi ne dovrebbe rappresentare gli interessi. Cosa c'è da nascondere?” Nottegar aggiunge comunque fiducioso: “Ci aspettiamo che la proposta di legge venga accolta perchè non ha senso voler costruire un nuovo inceneritore quando dai dati pubblicati da ARPAV sui rifiuti del 2011 c'è stata una diminuzione del 4-5%. E nel 2012 il trend è rimasto quello. I tre inceneritori già in funzione sono sottoutilizzati per mancanza di rifiuti da bruciare. Quindi a chi serve questo nuovo impianto che secondo quanto previsto dal bando dovrà funzionare per 25 anni?”.
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