Brindisi, processo Enel. Costituzione parte civile di Legambiente Puglia | Il testo integrale
Legambiente Puglia: «Chiediamo al P.M. l’adeguamento del capo di imputazione alle reali condotte contestate agli imputati». L’attività di trasporto, movimentazione e stoccaggio del carbone[/b] dal molo portuale di Costa Morena alla centrale Enel di Cerano, ha prodotto negli anni “danni”, “insudiciamenti” ed “imbrattamenti”
10 January, 2013
Legambiente, in merito al procedimento penale contro i dirigenti Enel di Brindisi (udienza dello scorso 7 gennaio) ritiene necessario specificare alla cittadinanza, di cui è portatrice dell’interesse collettivo, che è stata fornita una informazione parziale e non esaustiva della vicenda citata. Legambiente tiene a ribadire che la richiesta risarcitoria è stata avanzata come rivendica per la lesione del bene statutariamente perseguito dall’Ente attraverso le notevoli attività compiute sul territorio dai propri soci, nonché per la lesione del diritto soggetivizzato alla personalità associativa, ecc.
Inoltre, sempre la difesa dell’associazione, specifica che la presenza nel processo doveva permettersi anche alla luce delle condotte esplicitate e contestate nell’imputazione dal procedente, come previsto codicisticamente, e non unicamente con riferimento a quanto indicato come articoli del codice penale scelti dal P.M. a qualificazione del capo di imputazione.
Infatti nel decreto di citazione a giudizio, lì dove si contestano formalmente reati quali il getto pericoloso di cose previsto ex art. 674 c.p. e il danneggiamento di cose mobili o immobili previsto ex art. 635 c.p., si descrivono condotte violative del principio di precauzione previsto ex art. 301 comma 1° del Testo Unico Ambientale per la rilevata contaminazione dei terreni così come risulta negli atti di indagine e dalle perizie dei consulenti del Pubblico Ministero.
Al riguardo, sebbene ritenuto irrituale dalle difese degli imputati, la stessa Legambiente nel suo atto di costituzione di parte civile ha chiaramente evidenziato quanto sopra specificato e preannunciato una formale richiesta al P.M. di adeguamento del capo di imputazione alle reali condotte contestate agli imputati, così come ben descritte dal Pubblico Ministero nel suo atto di citazione diretta a giudizio e come risultanti delle indagini e dalle perizie espletate.
Legambiente, alla luce di quanto accertato dalle indagini svolte, ritiene, infatti, che l’attività di trasporto, movimentazione e stoccaggio del carbone dal molo portuale di Costa Morena alla centrale Enel di Cerano, ha prodotto negli anni “danni”, “insudiciamenti” ed “imbrattamenti” e, come conseguenza di tali condotte, modifiche dello stato composizionale ai terreni, alla falda ed alle colture ivi presenti, tanto da aver creato un “danno ambientale”.
Circa le richieste di estromissione del Comune di Brindisi e della Provincia l’associazione ritiene ingiustificate ed infondate le argomentazioni avanzate dalle difese dei dirigenti dell’Enel poiché nessun atto, sia amministrativo che privatistico, avente ad oggetto l’inquinamento prodotto sui terreni in cui insiste l’impianto, il carbonile ed il nastro trasportatore - ovvero unicamente sulla proprietà Enel e non sul territorio circostante - potrebbe giustificare l’esclusione di Comune e Provincia dal processo come asserito dai difensori.