Bloccare l'inceneritore di Parma? Gli attivisti ci credono ancora
A poco più di due mesi dalla prevista accensione (fine marzo-inizio aprile 2013) Eco dalle Città ha intervistato Aldo Caffagnini, presidente di GCR - Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma, l'associazione che si batte contro la costruzione dell'inceneritore di Ugozzolo
24 January, 2013
Cosa è successo in questi mesi per cui il sindaco Pizzarotti pensava di interrompere la costruzione dell'inceneritore e non ci è riuscito?
La Giunta si è insediata quando ormai erano già state concesse ad Iren tutte le autorizzazioni per la costruzione dell'impianto. Sul fronte penale anche le richieste di sequestro dell'impianto sono state respinte: secondo il Tribunale infatti non era necessario interrompere la costruzione dell'impianto in quanto il sequestro non necessario per il prosieguo delle indagini per corruzione.
L'amministrazione ha comunque passato sotto la lente d'ingrandimento l'iter dei procedimenti autorizzativi. Grazie a questa analisi è emerso che la convenzione con Iren per la gestione dei rifiuti urbani di Parma sarebbe scaduta nel 2011. Questo significa che Iren starebbe operando senza un contratto valido. Ne consegue che ha costruito l'inceneritore senza i presupposti di un contratto valido: ufficialmente non avrebbe i rifiuti da conferire all'impianto.
Questa di Iren la giudico una mossa azzardata se non c'è un contratto di servizio attivo. Non ci sarebbe quindi l'obbligo di conferire i rifiuti in quell'impianto, per di più sconveniente se a Parma il prezzo di smaltimento sarà di 160 euro a tonnellata mentre a Brescia, ad esempio, è di 70 euro.
A chi spetta decidere dove portare a smaltimento i rifiuti?
Spetta ad ogni ambito territoriale ottimale (Atesir) che ora in Emilia Romagna fanno capo alla Regione. In quel contesto vengono costruiti i contratti e lì verrà anche riformulato il destino dei rifiuti residui che saranno affidati al miglior offerente.
Pensate ancora che l'inceneritore non si accenderà?
Pensiamo che ci siano ancora tanti "inciampi" che non sono stati risolti. Un esempio è il fatto che si stia andando avanti sul procedimento corruttivo. Ci crediamo ancora nella possibilità che l'impianto non parta. E se dovesse partire ci chiediamo che senso abbia portare lì i rifiuti.
Pensa che il Comune di Parma abbia compiuto qualche errore nel tentativo di interrompere la costruzione dell'impianto?
Secondo me hanno seguito tutte le strade percorribili nel tentativo di bloccare l'opera. Non c'erano altre possibilità. L'amministrazione Pizzarotti però non si è fermata a quel "no" ma sta riprogettando il sistema di raccolta dei rifiuti con l'obiettivo di arrivare al 72-75 di raccolta differenziata. Per ovviare all'impianto bisogna anche dimostrare materialmente che non ci sono i numeri per tenerlo in vita. Questo si fa aumentando la quantità di raccolta differenziata e riducendo il rifiuto indifferenziato. A quel punto potremo decidere in che modo trattare la parte residua. E non prima com'è stato fatto quando si decise di costuire l'inceneritore.