Dal settore dell'usato cinque domande ai candidati premier
La Rete Nazionale Operatori dell'Usato ha deciso di rivolgere 5 domande ai protagonisti della campagna elettorale, per sensibilizzare loro e l'opinione pubblica ai problemi e alle possibilità di sviluppo del riuso in Italia
07 February, 2013
La Rete Nazionale Operatori dell'Usato, che oggi rappresenta un settore che dà impiego a circa ottanta mila lavoratori, intende rafforzare il suo contributo al Paese in campo ambientale, occupazionale, culturale e della coesione sociale. In quest’ottica l’Assemblea Nazionale dei soci di Rete ONU, riunitasi a Verona lo scorso 29 Gennaio, ha deciso di rivolgere cinque domande ai protagonisti della campagna elettorale, per sensibilizzare loro e l'opinione pubblica ai problemi e alle possibilità di sviluppo del riuso nel nostro Paese.
1. Il mercato dell'usato è una realtà storica consolidata nel nostro Paese e conosce oggi un rinnovato interesse, data la sua capacità di rappresentare sia fonte di occupazione che di accesso al consumo in tempi di crisi. Il quadro normativo è però carente e lacunoso e non fornisce gli strumenti corretti per svilupparne pienamente le sue potenzialità. La Rete Nazionale Operatori dell'Usato ha elaborato una proposta per una legge di riordino del settore dell'usato mettendo d'accordo le sue diverse anime. La forza politica che Lei rappresenta ha interesse a riordinare il settore dell'usato per farlo sviluppare come merita ed è disposto ad ascoltare la proposta che la Rete ONU ha elaborato?
2. Nell'ambito degli Stati Generali della Green Economy è stato prodotto un documento finale per punti per costruire l'agenda dello sviluppo sostenibile in Italia. Il punto 24 afferma che “la riduzione dei rifiuti si può fare "sviluppando la preparazione al riutilizzo e le reti di riuso collegate al mercato dell'usato". La forza politica che Lei rappresenta è consapevole dell'interesse pubblico di natura ambientale costituito dal mercato dell'usato ed è disposto ad ascoltare le proposte che la Rete ONU ha elaborato in proposito?
3. Ogni anno finiscono in discarica tonnellate di materiale potenzialmente disponibile al riutilizzo, per un quantitativo stimabile tra il 5 e il 10% dell'intera raccolta. Mentre l'attuale legislazione nazionale accoglie solo formalmente tale possibilità, il quadro normativo europeo ha definitivamente introdotto il riutilizzo e la preparazione al riutilizzo nella gerarchia di priorità per la gestione dei rifiuti. Nell'applicare le direttive europee si gioca una partita importante, che può segnare positivamente o negativamente lo sviluppo del settore dell'usato in Italia, così come la possibilità di uscire dall'emergenza rifiuti e trasformarli in risorsa. La forza politica che Lei rappresenta è d'accordo a inserire il riutilizzo come vettore di sviluppo, e non come attività testimoniale, nella gestione dei rifiuti ed è disposto a discutere delle proposte della Rete Onu in materia, quali le isole ecologiche orientate al riuso, logistiche finalizzate alla preparazione al riutilizzo in ottica di filiera, e il calcolo e la fissazione di obiettivi di riuso nella raccolta differenziata?
4. Il peso fiscale, gli oneri e le procedure autorizzative per il settore dell'usato sono un ostacolo spesso insormontabile per il corretto sviluppo del settore, conseguenza del fatto che sono impostate come omologhe alla filiera del “nuovo”. Così, cooperative sociali e negozi in conto terzi si trovano a dover affrontare oneri uguali alla grande distribuzione, e gli ambulanti, che lavorano nei mercatini una volta alla settimana, quelli degli ambulanti del nuovo che lavorano per tutta la settimana. L'effetto di questo stato di cose è emblematicamente rappresentato dal sommerso che affligge il nostro settore. La forza politica che Lei rappresenta è disponibile a rivedere la materia, per distribuire correttamente pesi e oneri, introdurre misure di fiscalità ecologica e far emergere il sommerso valutando le proposte della Rete Onu in materia?
5. Il settore dell'usato esercita tradizionalmente una funzione d'inclusione sociale, rappresentando un'opportunità di reddito per soggetti deboli e svantaggiati, e costruisce splendide esperienze di solidarietà nella sua componente no profit. La forza politica che Lei rappresenta è interessata a rafforzare tali funzioni ed è disposta a valutare le proposte della Rete Onu quali l'istituzione di Aree di Libero Scambio per legittimare la componente debole e svantaggiata del nostro settore e il rafforzamento delle attività di riutilizzo ad alto indice occupazionale e che permettono il reinserimento di soggetti svantaggiati?