Bio-edilizia al servizio delle Olimpiadi
Dopo i giornalisti il Villaggio ospiterà gli universitari
20 October, 2003
Emanuela Minucci Nell’architettura, scandita da linee sobrie e modulari, ricorda i campus universitari delle città del Nord. Invece, nascerà lungo il fiume Dora, sull’area industriale ex Italgas a dimostrazione che l’effetto Olimpiadi, almeno a Torino città, non si esaurirà nelle due settimane di gare del febbraio 2006. Stiamo parlando del futuro villaggio-media, o meglio del villaggio per i giornalisti che, concluso l’evento a cinque cerchi, verrà poi destinato all’ampliamento dell’ateneo. Il progetto - un piccolo gioiello di bio-edilizia, stando almeno alla descrizione dei progettisti - è stato presentato ieri mattina dai rappresentanti dell’Università di Torino, dell’Agenzia territoriale della casa, del Toroc e dell’Agenzia Torino 2006. Riuniti attorno al tavolo di un’aula della facoltà di Giurisprudenza, il Rettore Bertolino, l’assessore alla Cultura della Regione Giampiero Leo, quello all’Edilizia privata e all’Urbanistica del Comune Mario Viano, il vicedirettore dell’Agenzia Torino 2006 Giuseppe Amelio, il presidente dell’Atc Giorgio Ardito, il presidente dell’Edisu Maurizio Tomeo. Dietro di loro una magnifica diapositiva di quel gasometro che imprimerà un segno architettonico «forte» a tutta l’area. «Seguendo le prescrizioni degli uffici della Sovrintendenza - è stato spiegato - in merito alla conservazione ambientale del complesso dove troverà spazio il Villaggio Media la progettazione si è posta come fine ultimo la salvaguardia dell’identità dei luoghi. Inoltre tutto il complesso sarà realizzato con l’uso di tecnologie bio-architettoniche». Il progetto prevede quattro palazzine di quattro piani destinate a residenza universitaria e tre edifici ad un piano per servizi di supporto alla residenza e per le «attività di supporto alle persone e alle imprese». La durata dei lavori è prevista attorno ai diciotto mesi e all’interno del campus saranno realizzate anche una palestra, una sala Internet, spazi gioco e video, un ristorante e due locali commerciali. E ci sarà pure un parcheggio di oltre 6 mila metri quadri e composto da 116 auto e 102 box. Tutti i manufatti previsti dal progetto - che verrà realizzato dall’Atc - sono stati concepiti in base a teorie bio-architettoniche. «L’orientamento Nord-Sud per esempio - è stato spiegato con l’ausilio di un computer - è stato studiato in modo tale da fornire il migliore irraggiamento solare e il maggior apporto tecnico gratuito. Tutte le superfici vetrate esposte a Sud sono state dotate di una schermatura esterna mobile in legno in grado di bloccare la radiazione solare nel periodo estivo evitando così il surriscaldamento dell’aria interna, mentre durante l’inverno il sole sarà veicolato all’interno dello stabile consentendo un notevole risparmio energetico nel riscaldamento». E mentre il magnifico Rettore Bertolino dichiarava che l’Università si sta rallegrando «per l’ulteriore slancio che il territorio ricaverà da questo nuovo insediamento: un campus che metterà gli studenti in condizione di vivere la dimensione università non come fatto occasionale, ma permamente», il presidente dell’Atc Giorgio Ardito metteva l’accento sul fatto che anche quest’ultima opera «è il segnale di un livello di collaborazione originale fra istituzioni di diverso colore politico». L’assessore all’Urbanistica Mario Viano, invece, ha sottolineato: «La città ha molto apprezzato la disponibilità sempre dichiarata di Atc ad offrire la propria competenza tecnica ed operativa per il buon esito della sfida olimpica. Siamo quindi particolarmente soddisfatti perché ciò sia potuto avvenire, nell’ambito di un’operazione di recupero urbano significativo anche in rapporto agli utilizzi post-olimpici». E ha aggiunto: «Di più, riteniamo che Atc debba diversificare la propria attività dalla tradizionale edilizia sociale, alle residenze collettive e per speciali categorie, fino ad interventi di matrice pubblica di riqualificazione di tessuti urbani degradati».