Emergenza rifiuti in Campania/1 'Rendiamo pubbliche le discariche'
Facchi: 'Rendiamo trasparente il processo di gestione'
15 March, 2004
La Campania è sempre più stretta nella morsa dell'ennesima emergenza rifiuti mentre nei centri dove hanno sede le discariche cresce la protesta: molte città e numerosi centri, grandi e piccoli, della regione sono di nuovo alle prese con l'immondizia che invade strade e marciapiedi. Il commissario di governo, Corrado Catenacci, al termine di un vertice, ha deciso la riapertura per 30 giorni della discarica di Difesa Grande, nei pressi di Ariano Irpino. Proprio ad Ariano è forte la protesta contro la riapertura della discarica, ma Catenacci sembra intenzionato ad andare avanti, tanto che l'ordinanza sarà notificata anche alle forze dell'ordine. In molte zone della Campania il servizio di raccolta, da sabato scorso, è stato sospeso a causa del blocco degli impianti Cdr (combustibile da rifiuti) andati in tilt dopo che le uniche tre discariche in attività sono state occupate dai manifestanti, come ad Ariano Irpino (Avellino) e Parapoti (Salerno) o chiuse cautelativamente dalla magistratura come quella di Santa Maria la Fossa, in provincia di Caserta. Ne parliamo con Giulio Facchi, ex sub-commissario di Governo, attuale consulente del presidente della Regione, Antonio Bassolino. Dott. Facchi, qual è la situazione attuale? Il blocco delle discariche sta fermando tutto il sistema di raccolta. In Campania si produce CDR, che, in mancanza di impianti di termovalorizzazione, viene stoccato, ed ha quindi bisogno di discariche di supporto. Anche queste sono, ad oggi bloccate. Da qui l’emergenza. Ma ci sono delle situazione decisamente esplosive. Ariano Irpino, ad esempio… Ad Ariano c’è una situazione particolare. Una delibera fissava la chiusura della discarica entro 120 giorni dalla data di promulgazione della delibera stessa, oppure una volta raggiunte le 100.000 tonnellate di rifiuti conferiti. La scadenza era fissata il 4 marzo. Ma ancora non si erano raggiunte le 100.000 tonnellate, da qui la decisione del commissario di prolungare l’apertura della discarica per un mese, conferendo 2000 tonn/giorno per i primi 15 giorni e 1000 per i restanti giorni, e l’insurrezione popolare. Questo è un problema ricorrente.Come si può ovviare? Rendendo pubbliche le discariche, e così più trasparente la loro gestione. Fino ad oggi Fibe, la ditta che gestisce le discariche ha sempre individuato i siti per le nuove discariche nelle stesse aree, dove c’è forte presenza ambientale della camorra. Per capirci: sta pensando di aprire una nuova discarica a San Giuliano, dove già c’era un’altra discarica esaurita nel 2003. Infine, il sistema pubblico campano paga da anni centinaia di lavoratori che erano impiegati negli impianti degli enti locali ora chiusi. Farli tornare a produrre, almeno per pagarsi il proprio stipendio.