Treni e stazioni, scatta il piano Controlli antibomba e vigilantes
Misure speciali per i convogli dei pendolari, la Polfer raddoppia le pattuglie
16 March, 2004
ROMA - Il primo controllo scatta a mezz’ora dalla partenza, quando le carrozze sono ancora vuote. La pattuglia sale sul treno e verifica gli scompartimenti, cerca tra i sedili, accerta che non ci siano pacchi o borse abbandonate. La bonifica viene ripetuta nella stazione di arrivo, quando i passeggeri sono scesi. E’ la procedura di sicurezza decisa dopo le stragi di Madrid. Potenziata ulteriormente rispetto a quanto già veniva fatto dopo l’11 settembre. Riguarda tutti i convogli, ma si concentra su quelli dei pendolari. Mentre al Viminale si studiano nuovi dispositivi di sicurezza e si valuta la possibilità di videosorvegliare monumenti e luoghi di culto, l’attenzione degli apparati di prevenzione si concentra sulla rete ferroviaria e sulle metropolitane, da sempre ritenute uno dei possibili obiettivi dei terroristi. Nessun allarmismo, ma impegno forte per tentare di scongiurare al massimo i rischi pur nella consapevolezza, come ripetono gli esperti, che «il nemico ha già dimostrato di poter colpire ovunque e dunque qualsiasi dispositivo può rivelarsi inutile di fronte a chi rivendica come ideale quello di provocare la morte». «A Casablanca - sottolinea un investigatore - le esplosioni sono avvenute in bar e ristoranti. In Turchia sono entrati nelle moschee. Adesso potrebbero aver preso di mira uno stadio, un centro commerciale. Non seguono uno schema preciso: il loro intento è soltanto quello di distruggere, annientare gli alleati degli Stati Uniti». In alcune città è stato raddoppiato il numero degli agenti Polfer, affiancati nel loro lavoro dai vigilantes privati. Il primo impegno è nelle stazioni. Ci sono i controlli casuali dei documenti e dei bagagli e ci sono quelli fissi nei depositi, con la possibilità di aprire valigie e plichi. A Roma è ormai da tempo in funzione il Rapiscan, una sofisticata apparecchiatura che consente la verifica radiologica del contenuto. E’ stato anche disposto il turno fisso di un artificiere che interviene in caso di emergenza ed è in grado di valutare la pericolosità della borsa o del pacco lasciati incustoditi. Nei casi sospetti la zona viene isolata e si interviene con gli strumenti computerizzati. Su ogni treno salgono almeno due agenti in divisa, ma anche alcuni poliziotti in borghese che si confondono tra i passeggeri e hanno maggiori possibilità di intervenire in caso di pericolo. I binari vengono sorvegliati dalle Ferrovie, le forze dell’ordine li percorrono a piedi soltanto se c’è una segnalazione specifica e in questo caso c’è la possibilità di bloccare il traffico. I ponti e le gallerie sono invece vigilati con servizi di ronda decisi dalle questure. Una procedura particolare è scattata nelle metropolitane. Sotto stretta sorveglianza ci sono anche i porti. In questo caso il timore non riguarda un possibile attentato, ma il trasporto di armi ed esplosivi che potrebbero essere nascosti nelle stive dei mercantili o nei container. F. Sar.