Terrorismo, vertice europeo i trasporti sorvegliati speciali
Da ieri in vigore un nuovo piano per gli ospedali. Servirebbe per fronteggiare gravi emergenze. Roma, a stazione Termini gli agenti dotati di uno spray anti esplosivi. Il prefetto Serra: "Tutti i cittadini collaborino"
16 March, 2004
In gergo tecnico li chiamano \"soft target\" ma sono gli ambiti della vita quotidiana La presidenza di turno irlandese suggerisce l´istituzione di una Cia europea e una sorta di ministero dell´antiterrorismo CLAUDIA FUSANI ROMA - Non più solo una minaccia alle porte ma un nemico in casa. In Europa e in Italia. Le bombe di Madrid cambiano le agende dei governi e le abitudini dei cittadini. L´obiettivo è mettere insieme norme di sicurezza certe senza cambiare troppo i nostri stili di vita, la libertà di prendere il treno all´ultimo minuto, di salire sulla metropolitana senza avere paura, di andare allo stadio o in luoghi affollati senza guardare con sospetto lo zainetto di chi ci sta accanto. Europa - La presidenza di turno irlandese ha convocato per venerdì prossimo un vertice straordinario dei ministri dell´Interno europei per fronteggiare in maniera coordinata l´emergenza terrorismo. L´Irlanda ha chiesto un pacchetto di undici misure tra cui la nomina di una specie di ministro del terrorismo e la nascita di una Cia europea, un ufficio che coordina e sollecita le informazioni dell´intelligence di ogni paese. In Italia il ministro dell´Interno Beppe Pisanu ha «intensificato» il dispositivo della sicurezza puntando non tanto sulla vigilanza statica degli obiettivi ma sul modo di dare sicurezza. Si è aperta una fase diversa rispetto a quella cominciata dopo l´11 di settembre. Le bombe di Madrid, e prima ancora quelle di Casablanca e Istanbul, hanno dimostrato che le cellule dell´islamismo armato preferiscono non attaccare le ambasciate, superblindate, ma i soft target. La vigilanza e gli obiettivi - Sono quasi novemila i luoghi e i siti sorvegliati, non tutti in modo fisso, da circa 12 mila uomini delle forze dell´ordine, quattromila militari e, quando serve, anche da pattugliamenti aerei. Ci sono caserme, ambasciate, elettrodotti, chiese e luoghi di culto, una lista lunghissima che ha preso forma poco dopo l´11 di settembre e che Pisanu ha deciso di non modificare. Soft target - E´ il buco nero della sicurezza perché si tratta di «luoghi dove c´è alta concentrazione di persone» (ad esempio stadi, trasporti pubblici, piazze, centri commerciali) per loro natura indifesi, dove è impossibile fare controlli a tappeto e non sempre preventivamente individuabili. La linea adottata da prefetture, questure e comandi dei carabinieri punta sulla «massima visibilità delle pattuglie, soprattutto quelle a piedi». Far vedere in giro tanti uomini in divisa. Il questore di Roma Nicola Cavaliere ha dedicato un servizio specifico alle metropolitane, anche con cani antiesplosivo, e ai parchi cittadini. Il prefetto di Roma Achille Serra invita gli stessi cittadini «ad essere compartecipi della sicurezza segnalando ogni cosa o atteggiamento sospetto». Aeroporti - E´ il settore della sicurezza che più è stato rivoluzionato dopo l´11 di settembre. In Italia il Viminale ha puntato soprattutto sul massimo rigore nei controlli a terra mentre rifiuta l´impiego degli sceriffi armati a bordo «nell´interesse della tutela dei viaggiatori». I filtri di controllo fuori e dentro gli scali sono quadruplicati. Treni e metropolitane - Sono \"il problema\". Da giovedì nelle stazioni e sui treni sono aumentati i controlli, pattuglie a piedi, con i cani antiesplosivo, e sulle carrozze dei treni osservano passeggeri e bagagli. Non può bastare. La Polfer di Termini ha a disposizione da pochi giorni il kit-antiesplosivo, uno spray che, spruzzato sui bagagli, li colora se nascondono miscele esplosive. Palazzo Chigi, tramite il Cist, ha predisposto un nuovo piano, a medio termine, che prevede telecamere, metal detector, rilevatori di agenti patogeni, controlli a campione sui bagagli. Sensibilizzato e addestrato anche il personale di Treni Italia su valigie, borse e passeggeri sospetti. Il piano degli ospedali - E´ il piano di emergenza in caso di arrivo in massa di feriti per attentati. L´ospedale pilota è il San Camillo di Roma. Scattata l´emergenza, ogni ospedale deve essere in grado di allertare in poco tempo un´unità di crisi di cinque persone che deve decidere le strategie di intervento coordinando i team leader, medici e infermieri con funzioni definite: l´hospital disaster manager (hdm) che decide quanti posti letto servono nei vari reparti; l´hdm che si occupa dei codici rossi, pazienti in pericolo di vita e quello dei codici gialli, pazienti gravi, quello del pronto soccorso e quello incaricato dell´informazione. Nbc - Il rischio di una bomba sporca e di un attacco batteriologico è stato fronteggiato subito dopo l´11 settembre. Ministero della sanità, dell´Interno e Protezione civile hanno coordinato le procedure di intervento. In ogni provincia vigili del fuoco, polizie e carabinieri hanno aumentato le squadre nbc e le hanno dotate di speciali furgoni per la decontaminazione. Intelligence - Raccogliere informazioni. Il Viminale è consapevole che è questa «la cosa da fare». Informazioni grazie alla tecnologia e alle risorse umane (humint), cioè uomini infiltrati nei luoghi di ritrovo degli islamici. Poiché non è possibile controllare tutto, occorre prevenire il più possibile. Il problema più grosso è la mancanza di agenti di lingua araba.