Business ecomafie: in 10 anni 132 miliardi di Euro
Presentato il rapporto di Legambiente sulle illegalità ambientali. Matteoli: raddoppiato il nucleo ecologico dei Carabinieri. Tra i settori in aumento cemento e rifiuti. Regioni più a rischio Campania, Sicilia, Calabria, Puglia. E le altre notizie di Ecosportello News
13 April, 2004
Un giro d'affari colossale che ammonta a 132 miliardi di euro nel decennio 1994 - 2003. Questa l'entità del business dell'ecomafia, secondo l'annuale ricerca di Legambiente, presentata nei giorni scorsi. Nello stesso periodo i reati ambientali accertati sono stati più di 240 mila, più di 150 mila le persone denunciate o arrestate e più di 40 i sequestri effettuati. Il 40% delle infrazioni si concentra nelle quattro regioni ad alta intensità criminale: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Secondo Legambiente il trend dell'illegalità è in crescita. Il 2003 è stato l'anno boom dei reati contro l'ambiente con un +32,6% rispetto al 2002: più di 25 mila ecoreati pari a un business di 18,9 miliardi di euro (+14,2% rispetto al 2002). "Questi dati - ha detto il ministro dell'Ambiente Matteoli alla presentazione dei dati di Legambiente - confermano che la strada intrapresa di consolidare il contesto della legalità, requisito fondamentale della convivenza sociale e della salvaguardia del bene ambientale, è quella giusta". A questo proposito il ministro ha sottolineato il potenziamento del Comando carabinieri per la tutela ambientale, "più che raddoppiato e dotato di maggiori risorse tecnologiche". I settori che fanno registrare il magior aumento di episodi illegali sono quello del cemento e quello dei rifiuti. Il primo fa registrare un più 16%, il secondo più 10%. Aumentano anche i sequestri giudiziari, e ciò è indice di una maggiore incisività dell'azione investigativa: praticamente raddoppiati da un anno con l'altro. Cresce anche il numero delle persone denunciate, precisamente del 18,1% in più rispetto al 2002 e quasi raddoppiato anche il numero degli arresti eseguiti: 163, contro gli 87 del 2002. "Siamo di fronte - ha commentato il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta - a un'economia parallela e sotterranea che oltre ad aggravare il danno ambientale impedisce lo sviluppo di un'economia pulita in grado di stimolare la crescita del Paese". La Campania, secondo il rapporto Ecomafia, si conferma in testa alla classifica per eco-reati seguita, anche nel 2003, da Calabria e Lazio, regione quest'ultima in testa al ciclo del cemento mentre la Sicilia primeggia negativamente per quello dei rifiuti. Nel 2003, per quel che riguarda le nuove costruzioni abusive, secondo le stime elaborate dal Cresme, sono state 40 mila, per una superficie totale di oltre 5,4 milioni di metri quadrati di cemento illegale e un valore immobiliare superiore ai 2,7 miliardi di euro. "Si tratta - scrive Legambiente - di oltre 9mila nuove costruzioni illegali in più rispetto al 2002 che sommate a quelle del 2002, consentono di attribuire all'effetto condono un'impennata di oltre il 40% di cemento illegale 'regalato' al nostro Paese".