La Lombardia smaltisce i rifiuti del Sud, Milano li porta in Germania
Ogni giorno, fino a settembre, esportate 600 tonnellate di immondizia: il costo finale sarà di 20 milioni di euro
20 April, 2004
La situazione, per carità, è provvisoria e una spiegazione ce l’ha. Però ci sono dati che occorrerebbe ricordare: quanto a smaltimento rifiuti, e almeno fino al prossimo settembre, la sola città di Milano esporterà e brucerà in Germania, pagando quasi 20 milioni di euro, una quantità di pattume 162 mila volte superiore alle mille tonnellate «napoletane» che la Lombardia - una tantum - ha appena bruciato nei suoi inceneritori di Dalmine e Trezzo d’Adda. Fra le due Regioni, va detto, non c’è paragone: gli standard di smaltimento lombardi, a differenza di quelli italiani nel loro insieme, sono a livello europeo e Milano avrebbe anche ha capacità «tecnica» - secondo l’Amsa - di essere autosufficiente del tutto. Il problema, dicono, è un altro. E si chiama «consenso». Vediamo perché. Ogni cittadino lombardo produce un chilo e mezzo di rifiuti al giorno. Tutti insieme, 13 mila tonnellate: poco meno di cinque milioni di tonnellate l’anno. Il 25% è fatto di carta e vetro, un altro 25 di plastica e affini, il 27 di materiale organico. La Lombardia, complessivamente, è in testa alla classifica nazionale della raccolta differenziata: Lecco è al secondo posto in Italia, Cremona al sesto, Milano al dodicesimo. La città, da sola, nel 2003 ha prodotto 727 mila tonnellate di pattume: di cui 63 mila in vetro e alluminio, 77 mila in carta e cartone, 42 mila in materiale organico. Il 33,5% (222 mila tonnellate) è finito in raccolta differenziata. È molto? L’Amsa fa un paragone: la Germania è a quota 27, la Svezia a 33, l’Italia nel suo insieme a 14. Naturalmente anche Milano fa ricorso alle discariche condannate dal protocollo di Kyoto: per il 25% dei suoi rifiuti. Ma lo fa anche la Danimarca (28%): e il resto d’Italia è a quota 78. Resta la termovalorizzazione: cioè bruciare i rifiuti per trasformarli in energia, cioè in soldi. L’Italia ci riesce all’8%, la Danimarca al 56, Milano al 40. Dove? Nell’impianto di Silla 2, che potrebbe bruciare 1400 tonnellate al giorno ma, per un accordo con i Comuni circostanti, ne brucia solo 900: a nessuno piace troppo il fumo. Ciò che Milano non sa dove mettere, ogni giorno, sono 600 tonnellate: e sono quelle che ogni giorno devono essere portate in Germania. Non da sempre, in verità, perché fino al dicembre scorso venivano regolarmente smaltite nell’impianto Maserati di via Rubattino: che da quattro mesi però è chiuso, in attesa di quello nuovo che solo in settembre sarà ultimato in via Zama. Seccarli e recuperarli qui costerebbe 30 euro a tonnellata: portarli in Germania ne costa 120. Sempre a tonnellata. E fino a settembre bisognerà continuare a farlo. Paolo Foschini