Referendum sulla discarica
Lo ha indetto il sindaco diessino Massa, e si dovrebbe svolgere in autunno. Sconcerto nel centrosinistra torinese
22 April, 2004
Giuseppe Sangiorgio L’amministrazione di Montanaro, con sindaco il diessino Riccardino Massa, ha deciso di indire, per l’autunno, un referendum cittadino prima di dare il via libera sul proprio territorio alla costruzione della discarica di servizio ad un inceneritore in discussione da oltre 10 anni e, per ora, nel cassetto di Comune e Provincia. E sulla strada di una struttura che la maggioranza di centro-sinistra al governo di Torino considera «indispensabile», è nuovamente bufera. Con un ostacolo in più, visto che su quel punto di raccolta dell’immondizia, quando e se ci sarà, dovranno convergere tutte le ceneri del circuito integrato - come previsto dalla società di Trattamento dei rifiuti metropolitani (Trm) - in arrivo dal nuovo termovalorizzatore. Così, dopo la presa di posizione del Comune di Rivoli (pur esso a guida ulivista), contro la variante di piano regolatore che consentirebbe di far sorgere il «brucia-rifiuti» sull’area della società «Servizi industriali», adesso nasce un caso Montanaro. E, con malcelato gelo, i Ds della Mole fanno notare al compagno di partito Riccardino Massa che in tal modo, per la soluzione sullo smaltimento dell’immondizia si tornerebbe indietro di almeno tre anni. Ma che cosa vuol fare il sindaco di Montanaro? Indire una consultazione popolare con un solo quesito rivolto a chi vive sul suo territorio: «Vuoi o non vuoi la nuova discarica?». Massa si dice «pressato» dalle associazioni ambientaliste guidate da Rc, dai gruppi di opposizione nel suo Consiglio (in particolare Forza Italia, An e una lista civica), ma assicura che come sindaco e come partito farà campagna per il «sì» alla discarica. La decisione di Montanaro arriva all’improvviso, quando la discarica (circa un milione di metri quadri lungo l’autostrada Torino-Milano, dove attualmente sono aperti i cantieri per l’alta velocità ferroviaria) era scontata, con un «sì» espresso sin dalla fine del 2001. Da Torino, Stefano Esposito, amministratore delegato della società Trm, si dice preoccupato. Osserva che è sempre la solita storia: tutti, a parole, vogliono risolvere il problema rifiuti costruendo un circuito che comprenda discariche ed inceneritore, purché siano distante chilometri dalle proprie abitazioni e dal proprio territorio. «Rispetto - precisa - le decisioni dei Comuni e dei sindaci. Ma da un rinvio all’altro, rischiamo di non avere strutture idonee, neppure nel 2008, con conseguenze “campane” anche sui rifiuti di Torino». Il sindaco Sergio Chiamparino è meno pessimista: «Conosco Riccardino Massa, primo cittadino di Montanaro. È una persona seria. Quindi se ha indetto un referendum, penso l’abbia fatto per rafforzare la scelta di costruire la discarica. Scelta a cui aveva dato via libera già circa tre anni fa. Se poi dovesse saltare l’opzione Montanaro, con la Provincia dovremo trovare altre soluzioni, previste, a suo tempo, dalla Commissione Bobbio». Amareggiato il vice sindaco (con delega all’inceneritore) Marco Calgaro. «Certo - dice - il percorso per arrivare al termovalorizzatore non si ferma. Ma, per riuscire a costruire per almeno trent’anni un sistema valido di raccolta e smaltimento dei rifiuti, ci vuole maggior responsabilità da parte di tutti. E, visto che le proteste “irresponsabili” sono spesso fomentate da esponenti di Rc, vorrei che la questione fosse portata al tavolo provinciale dove il partito di Bertinotti sta cercando l’intesa con l’Ulivo, perché vincere le elezioni è certo importante, ma se dopo sarà possibile governare».