Torino Porta Nuova: "Raccolta differenziata? Non se ne parla neanche"
Intervista ad un addetto alle pulizie "in carrozza"
03 May, 2004
di Laura Cardacino Stazione di Torino Porta Nuova ore 10 del mattino. La stazione è a pieno regime: tra viaggiatori che attendono di partire e altri che invece sono appena arrivati. Su alcuni treni giunti da poco e in attesa di ripartire salgono cinque addetti alle pulizie della ditta Mazzoni con i loro sacchi neri e stracci per pulire. Devono fare in fretta tra meno di quaranta minuti il convoglio carico di passeggeri imboccherà i binari con destinazione Susa. Sui sedili delle carrozze si trova ogni tipo di rifiuti: lattine vuote, giornali, resti di una colazione lasciata a metà e bottiglie di plastica. Tutto ciò che trovano viene gettato in un unico sacco nero che si riempie velocemente. “Raccolta differenziata? – ribatte un operaio con il sacco quasi colmo, a chi gli chiede se separano i rifiuti – Non se ne parla neanche. Dobbiamo fare in fretta, prima eravamo in cinquecento a pulire, ora siamo sott’organico: meno della metà. Non c’è tempo per rispettare l’ambiente”. E quando eravate in cinquecento si faceva la raccolta differenziata dei rifiuti? “Nossignora, nessuna direttiva in proposito. Ieri come oggi tutto viene gettato nei sacchi neri che a loro volta finiscono nei container portati via dall’Amiat”. La stessa situazione si verifica ogni giorno dell’anno in pressochè tutte le grandi e piccole stazioni d’Italia. Fare una stima della quantità di rifiuti raccolti sui treni in un anno è praticamente impossibile: la quantità di rifiuti varia a seconda delle fasce orarie nell’arco della giornata, dalla provenienza e destinazione del convoglio e infine dal numero di passeggeri che vi sale a bordo. L’unica cosa certa è che in fatto di rispetto dell’ambiente e raccolta differenziata, a Torino come nel resto del Bel Paese, il treno è anni luce in ritardo.