Il Tar: a Campo de’ Fiori le bottiglie tornano legali
Ha vinto il ricorso dell’Assovetro contro l’ordinanza
07 July, 2004
Tornano le «bottiglie» a Campo de’ Fiori. E le bevute, nelle caotiche notti romane sotto la statua di Giordano Bruno, non saranno più solo nei bicchieri di carta. Il Tar, il tribunale amministrativo regionale, ha accolto, infatti, il ricorso presentato dall’Assovetro ed ha sospeso l’ordinanza del Campidoglio. Da parte dei giudici amministrativi un provvedimento stringato: si accoglie l’istanza di sospensiva in via provvisoria, e si rinvia alla discussione nel merito alla fine di agosto. Secondo le prime, essenziali, notizie, il Tar avrebbe, infatti, ritenuto che se lo scopo dell’ordinanza riguardava la pulizia della piazza, o meglio delle strade e piazze del centro storico, si doveva pensare ad un maggior intervento dell’Ama; se era una questione di ordine pubblico, si sarebbe dovuto pensare ad una maggiore presenza delle forze dell’ordine. «Rispetto la sentenza del Tribunale, è ovvio - afferma l’assessore al Commercio Daniela Valentini che l’aveva firmata - La sospensiva ci chiede ulteriore documentazione, e faremo la nostra relazione al giudice del Tar in modo completo e puntuale. La nostra ordinanza, infatti, intendeva regolamentare semplicemente la somministrazione delle bevande come permette la normativa nazionale». Presa tra una riunione e l’altra la titolare del Commercio aggiunge solo: «Il nostro obiettivo era quello di tutelare le esigenze del centro storico, e coniugare gli interessi dei residenti con quelli delle migliaia di persone che frequentano queste piazze, oltre che dei commercianti». L’idea dell’assessore Daniela Valentini, e con lei dei residenti, è che adesso le bottiglie a Campo de’ Fiori non dovrebbero ricomparire. Per questo nei prossimi giorni valuterà tutte le soluzioni possibili. La relativa pace nel cuore della capitale è durata, per ora, poco più di due mesi. L’ordinanza, firmata il 20 aprile dall’assessore al Commercio e destinata a durare fino al 10 ottobre, stabiliva che nel centro storico della capitale la notte, dalle 22 alle 6 del mattino, era vietata la «vendita per asporto di contenitori di bevande di ogni tipo, comprese quelel alcoliche di qualsiasi gradazione». Eccezion fatta per il latte, sia in cartone che in vetro. Chi voleva dissetarsi in strada si poteva portare dietro vino, birra o altro, ma solo nei bicchieri di carta. I commercianti che non rispettavano il divieto rischiavano da 100 a 1000 euro di Multa: nessuna ammenda, invece, era prevista per i cittadini. Non erano allora mancate nemmeno le proteste: si parlò di «proibizionismo», mentre molti ragazzi pensarono a portare birra, vino o bevande, in bottiglia da casa. Per Daniela Valentini l’ordinanza non ha mai avuto motivi di ordine pubblico, o tanto meno connotati di proibizionismo, ma era destinata a dare vivibilità al centro storico nelle ore notturne, mantenendo vivacità e il decoro. Era stata preparata in velocità, d’accordo con Confcommercio e Confesercenti, per fronteggiare i gravi episodi di degrado, che si andavano moltiplicando con l’arrivo dell’estate. Pochi giorni prima, infatti, vi era stata l’ennesima maxi-rissa in Campo de’ Fiori e negli altri punti «caldi» delle notti romane. Lilli Garrone