Palazzo Cisterna ha chiuso con l'inceneritore - da La Stampa del 24.07.2004
NELL'ULTIMO CONSIGLIO PRIMA DELLA PAUSA ESTIVA L'OPPOSIZIONE SI SPACCA E AN, FORZA ITALIA E LEGA LASCIANO L'AULA
26 July, 2004
Alessandro Monndo Tiene la maggioranza, pur con qualche scricchiolìo, si spacca l'opposizione. L'inceneritore in formato subalpino, per Saitta «coerente con il nostro programma di governo», ha debuttato fra i banchi del Consiglio provinciale: l'ultimo in vista delle ferie, il primo sul tema. Con una sorpresa. Il confronto fra maggioranza e minoranza, atteso ieri mattina, non c'è stato. Giusto il tempo di avviare i lavori, poi Alleanza nazionale, Forza Italia e Lega hanno abbandonato l'aula per protestare contro «l'esproprio» del Consiglio ad opera di Saitta, reo di aver annunciato ai media, in anteprima, la scelta del Gerbido. «Così non va - ha protestato a nome di tutti Barbara Bonino, An -. Non c'è stata la volontà di coinvolgere il Consiglio». Morale: i tre partiti di minoranza sono saliti sull'Aventino, scelta deplorata da Saitta, ritagliandosi una conferenza stampa per conto loro durante la quale hanno ribadito come il presidente «sia schiacciato sulle posizioni di Chiamparino» e più in generale dei Ds. Non solo. «L'ambito ottimale per l' inceneritore è fissato dalla legge sul territorio provinciale - ha aggiunto la Bonino -, mentre la scelta del Gerbido appare tagliata sui desiderata di Torino». «Decisione frettolosa, che passa sulla testa dei cittadini», è intervenuta Carmela Loiaconi (Forza Italia). Per Arturo Calligaro (Lega) «anche Saitta, come la Bresso, si è candidato a ruota di scorta di Palazzo civico». E l'Udc? Si è ben guardata dal lasciare l'aula, affidando invece all' assessore regionale Franco Maria Botta - sfidante diretto di Saitta alle ultime elezioni -, il compito di replicare alle comunicazioni del presidente: «Lei scarica ogni responsabilità sulla Regione ma farebbe meglio a interrogarsi sull'operato della Bresso...». Inutile dire che, nonostante il «fair play» di facciata, la defezione non è stata gradita dagli «aventiniani». «Questi pretendono di comportarsi come facevano i democristiani senza averne i voti», ha sbottato più tardi Agostino Ghiglia, presidente provinciale di An. Altri hanno fatto notare con disappunto come quello di ieri sia il secondo tiro giocato dall'Udc dopo l'astensione del partito sul voto relativo al programma di Saitta. Secca la replica di Giancarlo Vacca Cavalot, capogruppo Udc: «Gli atteggiamenti radicali, specie quelli di An, sono incomprensibili. Ho la sensazione che cerchino di apparire per certificare all'esterno la conferma della loro esistenza in vita. Non abbiamo bisogno di pasdaràn. L'opposizione si fa sulla sostanza, non sulla forma. E noi vogliamo fare un'opposizione seria a Saitta, senza sconti e, sia chiaro, senza intrallazzi». Riferimento non casuale, quello dell'Udc, che chiama in causa l'elezione del forzista Cerchio alla vicepresidenza del Consiglio provinciale: «Sono andati a trattare con la maggioranza. O vogliamo dimenticare che Vallero, Rifondazione, è stato eletto in prima battuta anche con i voti di Forza Italia e An?». Acque meno agitate sul fronte della maggioranza, nonostante Verdi, Rifondazione e Comunisti italiani abbiano chiarito come Saitta resti un «sorvegliato speciale». Fra i nodi sottolineati: l'attenzione alle tecnologie e l'informazione verso i cittadini (De Masi, Verdi); i «colpevoli ritardi sulla raccolta differenziata» e le emissioni del futuro inceneritore (D'Elia, Rifondazione); la rilocalizzazione della «Servizi Industriali», con relativa bonifica (Bertolotto, Comunisti italiani). Soddisfatta la Margherita (Lubatti), che si appella al senso di responsabilità della minoranza; apprezzamento dello Sdi (Ricca) per l'approccio di Saitta; richiesta di precise garanzie da parte di Petrarulo (Lista Di Pietro). Mentre per Esposito, Ds, non si torna indietro: anzi, è tempo di decidere pure sul secondo inceneritore