«Lo smog ucciderà 89 persone l’anno»
Varese, la previsione in una ricerca di Asl, Arpa e Registro tumori. Gli esperti hanno messo a punto un modello matematico che esamina il Pm10 da ora al 2010
13 November, 2003
VARESE - Da qui al 2010 moriranno in media 89 persone all'anno, residenti a Varese, a causa del Pm10, il pulviscolo che è il più insidioso componente dello smog: una previsione poco confortante che porta la firma di esperti autorevoli. Il dato è infatti frutto di un’indagine presentata ieri mattina, portata a termine dall'Asl di Varese, dall'Arpa e dal Registro dei tumori. La previsione si basa su un modello matematico che prende le mosse da due dati: la mortalità media registrata a Varese per cause riconducibili allo smog e la concentrazione di veleni registrata negli ultimi anni nell'aria della città. Che non è, in Lombardia, quella con l'atmosfera più ammalata. Il dato di 89 morti l'anno fa comunque riflettere poiché rappresenterebbe il 10% circa dei decessi che si registrano ogni anno a Varese. «Il nostro calcolo - spiega Alessandro Borgini, l'esperto che ha condotto la ricerca per conto dell'Arpa - tiene inoltre conto di un dato suscettibile di variazioni: e cioè che nei prossimi anni la percentuale di Pm10 nell'aria di Varese diminuisca o comunque non peggiori; nonostante ciò si arriva al risultato che si è detto». La media di pulviscolo registrata a Varese negli ultimi anni è di circa 40 microgrammi per metro cubo d'aria, una concentrazione che in altri centri, ad esempio a Milano, sale spesso e volentieri sopra quota 60. «La mortalità - dice ancora Borgini - è dovuta a una prolungata esposizione dei polmoni e delle vie respiratorie all'aria inquinata. La fonte di questa forma di inquinamento è rappresentata al 70% dagli scarichi delle automobili: dunque se si vuole ridurre negli anni a venire quella previsione di mortalità occorre intervenire essenzialmente sul traffico cittadino. La ricerca è stata condotta proprio con questo spirito: mettere in guardia contro i pericoli derivati dal perdurante caos viabilistico dei nostri centri storici». Alla ricerca ha collaborato anche il professor Paolo Crosignani, del Registro dei tumori.