In gita all’inceneritore
Sempre più spesso rappresentanti delle pubbliche amministrazioni vanno a visitare impianti all’estero, per trarne informazioni, indicazioni, con l’obiettivo di creare in Italia impianti all’avanguardia
19 November, 2004
Una volta si andava in gita al lago, oggi all’inceneritore. Volendo fare dell’ironia sul tema, ci si potrebbe sbizzarrire, se non fosse che le gite sono serie, estremamente serie, e che hanno un obiettivo ben chiaro: creare in Italia degli impianti che siano all’avanguardia, sia come tecnologia che come soluzioni logistiche. Ed è con questo target che amministratori pubblici, dirigenti di aziende per la gestione dei rifiuti, tecnici vari si recano all’estero per visionare gli esempi “d’eccellenza”. Eco dalle Città ha sentito alcuni fra i più illustri rifiutologi nostrani, ponendo loro il seguente quesito: “tenendo conto della percentuale di Raccolta Differenziata dell’area che smaltisce presso l’impianto, quale inceneritore europeo consiglierebbe di visitare ad un amministratore?” Il più gettonato, ed ovviamente anche il più visitato nella realtà, è l’inceneritore di Vienna. “È stata applicata bene un'idea per rendere meno conflittuale la costruzione dell'impianto – afferma Duccio Bianchi, di Ambiente Italia - Ovvero si è trasformato in motivo di vanto quello che altrove è motivo di "vergogna": con la veste architettonica che hanno dato all'impianto, hanno trasformato un inceneritore in un punto di attrazione turistica”. Dello stesso parere la dott.ssa Anna Trombetta (Coop. Corintea), Beppe Gamba (ex assessore all’ambiente della Provincia di Torino e past president del Coordinamento Italiano delle Agende 21 Locali), Pietro Stramba Badiale (Federambiente), Saverio Zetera (responsabile dell'osservatorio rifiuti della ASM di Brescia). A ruota di Vienna, vengono Heidelberg, “interessante esempio per una cittadina di medie dimensioni, così come ho sentito parlare bene dell’impianto di Malmo” aggiunge Zetera, e Copenhagen: “Sorge a circa un km dalla sirenetta, ed ha emissioni estremamente contenute”, dice Badiale. Ognuno degli intervistati poi, indica impianti sparsi sul continente europeo. “Facendo una divisione per tipologie – continua Duccio Bianchi – sicuramente la Scandinavia è molto interessante per i nuovi impianti a letto fluido. Per quel che riguarda l’incenerimento a griglia, Amsterdam ha un impianto colossale, con quattro linee da 30 tonnellate, e che funziona molto bene. E poi c’è tutta l’area tedesca: Stoccarda, Amburgo, Berlino…”. Anche Giulio Facchi (ex sub commissario governativo per la gestione dell’emergenza rifiuti campana) fa riferimento all’impianto di Amsterdam: “Mi ha colpito molto per la posizione e per l'impatto. E' in riva al mare, prossimo alla città e i rifiuti entrano attraverso il sistema ferroviario, il che significa che non si vede nemmeno l'ombra del rifiuto. Inoltre è interessante Oberhausen: è l'inceneritore dove venivano smaltiti i rifiuti della crisi campana. Senza dubbio dà un'impressione di efficienza totale”. Bruno Torresin , presidente di Seta Spa, l'azienda che raccoglie e smaltisce i rifiuti nella zona dei comuni a Nord di Torino, è reduce da un incontro internazionale di un network europeo in Finlandia. “A Turku – ci dice - abbiamo visitato un termovalorizzatore i cui dirigenti sostengono di essersi avvicinati a una soglia veramente minima di emissioni. Il controllo automatico elettronico ottimizzerebbe in continuazione le condizioni di combustione e il filtraggio… e la raccolta differenziata a Turku è tra il 55 e il 60%”.