Italia: Rallenta l'aumento dei rifiuti, e la RD va al 21,5%
rapporto APAT sul 2003
02 December, 2004
RIFIUTI: CALA LA PRODUZIONE, MA E' LENTA RACCOLTA DIFFERENZIATA (ASCA) - Roma, 2 dic - Gli italiani producono meno rifiuti urbani rispetto al resto d'Europa, ma sono anche piu' lenti, specialmente in alcune Regioni, nella raccolta differenziata degli stessi rifiuti. Sono alcuni degli elementi di spicco contenuti nel Rapporto Rifiuti 2004, realizzato dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) e dall'Osservatorio Nazionale dei Rifiuti (ONR), presentato oggi a Roma.Dal Rapporto risulta che la produzione di rifiuti urbani nel 2003 si attesta a circa 30 milioni di tonnellate, con un incremento, rispetto al 2002, intorno allo 0,6%. Si conferma, pertanto, una decisa diminuzione del tasso complessivo di crescita della produzione, gia' osservata nel triennio precedente, dopo il significativo incremento registrato nel biennio 1998-1999 (il piu' elevato del periodo 1995-2001).La raccolta differenziata, nel 2003, ammonta a oltre 6,4 milioni di tonnellate rispetto ai 5,7 milioni del 2002. La percentuale della raccolta differenziata passa cosi' dal 19,2% del 2002 al 21,5% del 2003, con una crescita della quota percentuale del 3%. Non e' stato pertanto ancora conseguito a livello nazionale l'obiettivo fissato dal D.Lgs 22/97 per il 2001. In termini percentuali l'incremento nell'intero quinquennio 1999-2003, e' pari al 73,3%, pari 2,7 milioni di tonnellate.''Quest' anno - ha sottolineato il Ministro dell' Ambiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli- il rapporto ci mostra dati molto confortanti che dimostrano che gli interventi degli ultimi anni sono stati incisivi.. Si contrae la produzione di rifiuti; gli italiani producono meno rifiuti urbani rispetto agli altri cittadini europei e, questo e' un dato che mi soddisfa molto, e' diminuito sensibilmente lo smaltimento in discarica, la forma di smaltimento piu' dannosa per l'ambiente, mentre aumenta, seppur ancor di poco, il ricorso alla termovalorizzazione. Gli italiani pero' differenziano ancora troppo poco. Il 21,5% raggiunto e' un buon risultato parziale, ma non e' ancora sufficiente per allinearci con gli obiettivi di legge''.Con riferimento alle tre macroaree geografiche si rileva che il Centro, la cui percentuale di raccolta differenziata si colloca al 14,6% nel 2002 ed al 17,1% nel 2003, raggiunge con quattro anni di ritardo il target del 15% individuato dalla normativa per il 1999 mentre il Nord che aveva raggiunto nel 2001, il target del 25% di raccolta differenziata, si colloca nel 2002 e nel 2003, a valori percentuali pari, rispettivamente, al 30,6% e 33,5%; viene quindi sfiorato, ma non raggiunto, l'obiettivo del 35% fissato dal decreto Ronchi per il 2003.Decisamente piu' bassi sono, invece, i tassi di raccolta nel sud Italia; pur se in costante crescita la percentuale si colloca, infatti, al 6,3% nel 2002 ed al 7,7% nel 2003.In termini assoluti la raccolta differenziata si attesta, nel 2003, intorno a 4,6 milioni di tonnellate al Nord, ad 1,1 milioni di tonnellate al Centro ed a poco meno di 760 mila tonnellate al Sud.Res/cdc (segue) RIFIUTI: MENO DISCARICA INDIETRO SU RACCOLTA DIFFERENZIATA MATTEOLI, NON ANCORA RAGGIUNTO TRAGUARDO DI LEGGE (ANSA) - ROMA, 2 DIC - Forte riduzione dello smaltimento in discarica (dal 74,4% al 53,5% in cinque anni), si conferma una decisa diminuzione del tasso complessivo di crescita della produzione di rifiuti, ma ancora la raccolta differenziata resta al palo.Questa la fotografia dell' Italia dei rifiuti scattata dal rapporto annuale realizzato dall' Agenzia per la protezione dell' ambiente (Apat) e dall' Osservatorio Nazionale dei Rifiuti (Onr) e presentato oggi a Roma alla presenza del ministro dell' Ambiente, Altero Matteoli.Nel 2003 la produzione di rifiuti urbani si attesa a circa 30 milioni di tonnellate, con un incremento, rispetto al 2002, intorno allo 0,6%. La raccolta differenziata nel 2003 ammonta ad oltre 6,4 milioni di tonnellate rispetto ai 5,7 del 2002, con una percentuale che passa dal 19,2% al 21,5%. Nonostante questa crescita, l' obiettivo fissato dal decreto legge del '97 per il 2001 a livello nazionale non e' stato ancora raggiunto.''Quest' anno - ha sottolineato Matteoli - il rapporto ci mostra dati molto confortanti che dimostrano che gli interventi negli ultimi anni sono stati incisivi. Si contrae la produzione di rifiuti; gli italiani producono meno rifiuti urbani rispetto agli altri cittadini europei e questo e' un dato che mi soddisfa molto''. ''Lo smaltimento in discarica - ha proseguito il ministro - e' diminuito sensibilmente, mentre aumenta, seppure ancora di poco, il ricorso alla termovalorizzazione. Gli italiani pero' differenziano ancora poco: il 21,5% raggiunto e' un buon risultato parziale, ma non e' ancora sufficiente per allinearci con gli obiettivi di legge''.In particolare, nella classifica geografica al centro la raccolta differenziata si colloca al 14,6% nel 2002 e al 17,1% nel 2003 raggiungendo con 4 anni di ritardo il target del 15% individuato dalla normativa per il '99. Il Nord nel 2002 e nel 2003 si colloca al 30,6%e 33,5%, sfiorando l'obiettivo del 35% fissato dal decreto Ronchi per il 2003; nettamente piu' bassi i tassi di raccolta nel sud Italia pur se in costante crescita (6,3% nel 2002 e 7,7% nel 2003). In tutto quindi nel 2003 la raccolta differenziata al nord ha raggiunto i 4,6 milioni di tonnellate, al centro 1,1 e al sud poco meno di 760 mila.Lombardia e Veneto guidano la classifica con rispettivamente il 40% e 42%. (ANSA). Rifiuti. Rapporto Apat: in 5 anni -20% quelli in discarica Cresce differenziata: +73,3% in 5 anni, +2,3% nel 2002-2003 (DIRE) - Roma- gli italiani nel 2003 hanno prodotto circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani, con un incremento rispetto al 2002 piuttosto basso, lo 0,6%: comunque sono sufficienti a riempire una discarica alta 30 metri con supoerficie pari all'isola di procida, oppure, in due anni, a riempire di sacchi neri l'isola d'elba. Di rifiuti se ne mandano pero' meno in discarica: nel periodo 1999-2003 la percentuale e' passata dal 74,4% al 53,5%, e in italia si sta anche un po' piu' attenti a cosa si butta e dove, visto che la percentuale di differenziata e' passata dal 19,2% del 2002 al 21,5% del 2003, cioe' 6,45 milioni di tonnellate rispetto ai 5,7 milioni di tonnellate dell'anno precedente. Il paese, sulla differenziata, resta a tre velocita', con una percentuale che supera il 30% al nord, e' al 15% al centro e rimane sotto il 10% al sud.questi sono alcuni dei dati del rapporto rifiuti 2004, presentato oggi dall'agenzia per la protezione dell'ambiente e del territorio (Apat) e dall'osservatori nazionale rifiuti (onr), alla presenza del ministro per l'ambiente Matteoli e del presidente della Commissione Ambiente del Senato Emiddio Novi."quest' anno- ha sottolineato Matteoli- il rapporto ci mostra dati molto confortanti che dimostrano che gli interventi degli ultimi anni sono stati incisivi. Gli italiani producono meno rifiuti urbani rispetto agli altri cittadini europei e, questo e' un dato che mi soddisfa molto, e' diminuito sensibilmente lo smaltimento in discarica, la forma di smaltimento piu' dannosa per l'ambiente, mentre aumenta, seppur ancor di poco, il ricorso alla termovalorizzazione. Gli italiani pero' differenziano ancora troppo poco. Il 21,5% raggiunto e' un buon risultato parziale, ma non e' ancora sufficiente per allinearci con gli obiettivi di legge" (ran/ segue) 14:29 02-12-04 Rifiuti. Rapporto Apat: in 5 anni -20% quelli in discarica (DIRE) - Roma- e rispetto quali possano essere i modi per incentivare il ricorso alla differenziata, matteoli spiega che si puo' fare "quello che stiamo facendo da tempo, purtroppo non con grande successo: le amministrazioni sono prese da tanti problemi avendo a disposizione meno risorse e quindi- aggiunge il ministro- molte trascurano la raccolta differenziata". E per raggiungere "gli obiettivi politici che questo governo si e' posto- aggiunge Matteoli- e' indispensabile, se ce la facciamo, arrivare all'obiettivo del 35% su tutto il territorio nazionale, risolvendo in larga parte il problema dello smaltimento dei rifiuti, fermo restando che occorre costruire i termovalorizzatori: aumentare la raccolta differenziata senza costruirli impedirebbe comunque di raggiungere il risultato, ma mi pare che di questo si siano convinte anche le regioni".come ha ricordato matteoli nel suo intervento, la quota di rifiuti avviati in Italia al termovalorizzatore e' circa la meta' di quella europea: 9,3% contro 18%. Resta la preoccupazione sui rischi per la salute delle popolazioni vicine agli impianti."anche in questo ambito la normativa e' sintomo delle problematiche emerse e strumento di miglioramento- ha spiegato Matteoli- e' in fase di perfezionamento il decreto sull'incenerimento dei rifiuti, che prevede l'innalzamento dei limiti di emissione, severi metodi di campionamento e controllo, norme tecniche per gli impianti in grado di assicurare effettivamente la protezione dell'ambiente e dei cittadini contro le emissioni".(ran/ dire) 14:29 02-12-04