Pm10, a Vicenza la maglia nera
Prima città italiana ad aver superato i 35 giorni con polveri fuori norma - da Il Giornale di Vicenza del 08.02.2005
08 February, 2005
Gian Marco Mancassola Non si era mai vista una serie così negativa: 36 giorni su 37, da Capodanno a domenica scorsa, sono stati contrassegnati da valori di pm10 fuori norma. Questo significa che le polveri sottili sono state sotto il limite dei 50 microgrammi per metro cubo d’aria soltanto una volta nel 2005. Le regole dettate a livello europeo dicono che i limiti non possono essere superati più di 35 volte in un anno. Consumati i bonus, diventa necessaria la sospensione delle attività che contribuiscono al superamento dei limiti. Il rischio, per i sindaci, è che piombino a loro carico diffide, esposti, denunce. Vicenza ha toccato i 35 sforamenti sabato scorso, nel secondo giorno di blocco totale del traffico dentro la circonvallazione. Con Padova e Verona, le due sorelle disposte lungo la A4 in piena pianura padana, è stata la prima città in Italia a superare la soglia. Nemmeno il blocco del traffico, dunque, è riuscito nell’impresa di frenare la corsa delle polveri. Legambiente ha già consegnato alle tre città venete la "maglia nera". Giovedì scorso, ultimo giorno di circolazione libera, la centralina Arpav di viale Milano aveva registrato 107 microgrammi. Venerdì, primo giorno di blocco, erano 76, sabato 57, ma domenica 81. Ieri, intanto, sono stati comunicati i primi dati delle altre due centraline: si tratta dei sensori collocati nel quartiere Italia, all’interno della zona rossa, e in via Spalato, all’esterno. Nel primo giorno di blocco il quartiere Italia ha registrato 66 microgrammi, mentre via Spalato 81 (in viale Milano erano 76). «Prima di emettere sentenze - avvertono il sindaco Enrico Hüllweck e l’assessore alla mobilità Claudio Cicero - aspettiamo di avere in mano tutti i dati completi». Questo non avverrà, però, prima di domani, quando sarà completa la serie dei dati validati sui quattro giorni nelle tre centraline. Il giudizio sul blocco resta fino ad allora sospeso, ma Hüllweck anticipa già che a suo parere «il blocco ha sicuramente funzionato: innanzitutto non ci sono soltanto le polveri sottili, ma anche altri inquinanti come il benzene, i cui livelli sono scesi. E poi siamo riusciti a far parlare del problema, in modo serio in tutta Italia. Non è poco». La serie completa dei dati vicentini è attesa a Roma sia al ministero dell’Ambiente, sia all’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani. Di fronte alle preoccupazioni manifestate in queste ore dai sindaci delle tante città che sono in procinto di superare i 35 sforamenti, il ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli, ha annunciato un incontro per la prossima settimana per «concordare una serie di misure per aiutare le amministrazioni a rispettare i limiti contenuti nella direttiva comunitaria». Fra le soluzioni che si prospettano, c’è l’ipotesi di aumentare il numero dei giorni in cui è possibile superare la soglia dei 50 microgrammi, oppure introdurre un margine di errore nella misurazione del pm10, che permetterebbe di recuperare alcuni giorni già contati come fuori legge. Il Governo sta quindi studiando un decreto ad hoc per superare almeno temporaneamente l’emergenza. L’esperienza di Vicenza e del suo blocco, per la prima volta portato sulle strade cittadine anche in giorni feriali, sarà al centro delle analisi a livello nazionale, come conferma il sindaco Hüllweck: «Noi la nostra parte l’abbiamo fatta. Ora attendiamo di vedere chi farà la prossima mossa. Ma è un’attesa concreta, basata su accordi presi prima dell’iniziativa». «Bisognerebbe eliminare completamente le automobili - ha detto ieri il ministro dei Trasporti Pietro Lunardi -, ma questo non è possibile». Per il Veneto in particolare, «la spiegazione è di carattere climatico - precisa Lucio Passi per Legambiente Veneto -. Nella regione vi è stato solo un giorno di neve e uno di pioggia e questo ha finito per penalizzare il Veneto più di altre regioni». D’altra parte, meteo buono o cattivo, il pm10 resta uno degli inquinanti più pericolosi: secondo la recente indagine "Misa2" condotta dalle università di Firenze, Padova e Torino, i limiti fissati dalle direttive europee riguardanti il pm10, se applicate, avrebbero contribuito a evitare circa 900 decessi all’anno. Senza contare le patologie, dalle malattie cardiovascolari all’asma, dalla bronchite cronica alle malattie polmonari, con i bambini soggetti particolarmente a rischio. «Quella delle polveri è un’emergenza, una vera e propria guerra - conclude Enrico Hüllweck, sindaco e medico - lo smog è un esercito che ci ammazza. Non bastano piccoli interventi, come le targhe alterne o le domeniche a piedi. Per questo attendiamo di avere risposte ampie a tutti i livelli: non possono lasciare i sindaci da soli a combattere questa battaglia».