"L’azione va allargata, ma i sindaci da soli non ce la possono fare"
Hüllweck analizza le concentrazioni di inquinamento durante i "quattro giorni" -da Il Giornale di Vicenza del 09.02.2005
09 February, 2005
Il blocco aiuta, ma non risolve di Gian Marco Mancassola «Il blocco aiuta, ma non risolve». Suona come lo slogan di una pubblicità progresso, e invece è il commento finale con cui ieri il sindaco Enrico Hüllweck, dati alla mano, ha bollato l’esperienza dei quattro giorni senza traffico in un quarto della città. Durante il blackout automobilistico c’è stata una riduzione considerevole dei principali inquinanti veicolati dal traffico, ma loro, le famigerate polveri sottili, non sono scese sotto la soglia prevista dalla normativa europea: «Non c’è stata una riduzione eclatante - dice il sindaco -, ma solo modesta». Il blocco riduce, come mostrano i dati riportati nella tabella a fianco (i valori sono espressi in microgrammi di pm10 per metro cubo d’aria; la soglia da rispettare è 50 microgrammi). «Ma evidentemente c’è una massa di polveri che arriva da altre zone, tale da vanificare lo sforzo di chiudere al traffico una specifica area - continua il sindaco -. La sperimentazione ha dimostrato che il blocco non risolve il problema, anche se migliora la situazione. Se vogliamo ridurre le polveri, dobbiamo allargare il raggio d’azione». Un raggio d’azione che potrebbe allargarsi in due direzioni: aumentare le dimensioni della zona rossa («ma a quel punto il disagio da sopportare diventerebbe insostenibile»), oppure considerare il traffico soltanto una delle cause e nemmeno la principale. Come hanno sottolineato ieri Hüllweck e l’assessore all’ecologia Valerio Sorrentino, nel capoluogo, secondo le stime del dipartimento provinciale Arpav, la tipologia e la percentuale delle fonti di emissione di pm10 corrispondono a quanto rilevato a livello nazionale: oltre al traffico - analizza il sindaco - vanno considerate le emissioni dovute all’industria manifatturiera e agli impianti di riscaldamento. Servono interventi strutturali, allora: «E noi ci stiamo pensando: c’è il Logistic city center , c’è la rete di teleriscaldamento, c’è il progetto del tunnel per le auto», prosegue Hüllweck. Ma veniamo al blocco: «Nel caso specifico - si legge nella relazione predisposta dal responsabile dell’ufficio ecologia Elvio Bissoli, in base ai primi dati e in attesa delle valutazioni di carattere scientifico affidate all’Arpav - durante le giornate di blocco del traffico, sicuramente sono state sottratte considerevoli quantità di emissioni di polveri (idrocarburi, composti organici, ossidi di azoto e di zolfo, monossido di carbonio, ammoniaca), che non si traducono, nell’immediato, in minori livelli di concentrazione di pm10, proprio per la caratteristica delle polveri di rimanere a lungo nell’atmosfera urbana. In sostanza, il blocco, quale misura di emergenza, impedisce sicuramente che i valori dell'inquinamento si aggravino ulteriormente». Gli effetti più evidenti e positivi, dunque, vanno cercati nelle curve che rispecchiano l’andamento del monossido di carbonio e del biossido di azoto, che si riducono sensibilmente durante le ore del blocco, per poi risalire a blocco concluso. Hüllweck rifiuta di bocciare l’efficacia dell’ordinanza, che - sostiene - ha avuto il merito di accendere un dibattito nazionale e di far discutere seriamente sul problema e sul ruolo dei sindaci, che non possono essere lasciati soli. Ma ammette che i miglioramenti, anche a confronto con le altre città venete dove erano in vigore limitazioni parziali del traffico, sono stati modesti. «Serve un’azione forte dal punto di vista strutturale - dice - ma non è possibile per i singoli sindaci prendere provvedimenti così forti». Il livello decisionale, in altre parole, va alzato dal Comune alle Regioni e allo Stato: questo - secondo Hüllweck e Sorrentino - è il risultato dei "quattro giorni", questo è quel che Hüllweck ha riferito a Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente dell’Anci.