«Una punizione». «No, sarà una festa»
Città divise, ma tutti concordano: meglio delle targhe alterne
24 February, 2005
IL piacere di passeggiare, godendosi le bellezze della città «come un vero turista». La soddisfazione di «fare un piccolo sacrificio senza troppi disagi perché tanto non si lavora». Ma anche la preoccupazione «di come portare i figli a giocare a pallone» e la convinzione disincantata «che tanto non serve a nulla». Mancano tre giorni alla prima domenica a piedi (si replicherà il 6 e il 13 marzo) e già si annunciano le polemiche. Accanto agli entusiasti del blocco traffico ci sono quelli che bocciano l’iniziativa «come l’ennesimo provvedimento inutile. Mai come le targhe alterne, ma pur sempre un disagio». «Io e mia moglie lavoriamo tutti i giorni tranne la domenica - racconta Giorgio Rossi, 67 anni, barista -, che diventa l’unico momento per andare a fare la spesa nei centri commerciali che sono sempre aperti. Come faremo per le prossime tre domeniche? Sì certo, possiamo muoverci prima delle 10 o dopo le 18, ma diventa un po’ complicato. E poi, non mi fido tanto dei proclami contro l’inquinamento: più di 20 anni fa per le macchine a gpl si doveva pagare la sovrattassa perché erano considerate più inquinanti delle altre. Oggi si crede esattamente l’opposto». Le partite di pallone dei figli di 10 e 15 anni sono un motivo di disappunto per Walter Marrone, 52 anni, impiegato. «In linea di principio sono d’accordo con la scelta di tenere l’auto in garage per un giorno - dice -, ma certo dovrò inventarmi qualcosa per l’appuntamento sportivo dei miei figli, perché i nostri spostamenti non avvengono in zone servite dai mezzi pubblici». Completamente a favore «perché fa bene alla salute» è la giovane mamma Monica Groppo, 38 anni. «Per un giorno, peraltro non lavorativo, per la maggior parte della gente, si può fare un sacrificio: c’è solo da guadagnarci in benessere. Se migliorerà le condizioni dell’aria? Su questo ho qualche dubbio, ma certo male non fa». Opinione condivisa da Santina Albini, 50 anni, insegnante: «Tutto aiuta a combattere l’inquinamento e comunque l’aspetto più positivo è l’opportunità di scoprire una nuova dimensione della città: rivalutare i suoi angoli più belli, apprezzare con maggiore tranquillità le piazze, i corsi. Per un giorno, insomma, possiamo diventare tutti un po’ turisti». Alle migliori condizioni di vita dei più piccoli pensa Marisa Plutino: «Con quello che respirano tutti i giorni a cause di tutte le auto che girano, potranno camminare, anche se solo per un giorno, in un ambiente più pulito». Stanco di tutte «queste iniziative che non si sa bene a cosa portino di concreto» è invece Enrico Quaranta, 71 anni, pensionato. «Quello che mi infastidisce di più non è tanto l’impossibilità di guidare, quanto l’idea che non è questa la risposta giusta al problema delle polveri sottili. Perché all’origine del loro incremento ci sono gli impianti di riscaldamento e i mezzi pubblici non alimentati a gas metano. Su questi aspetti non si interviene in modo risolutivo, mentre si insiste ingiustamente a vietare la circolazione di auto e moto».