\"Tutta colpa di chi organizza il lavoro\"
Una netturbina: aree troppo grandi, non ce la facciamo - da La Repubblica del 17.03.2005
17 March, 2005
Dieci anni fa la città era divisa in 500 zone, oggi in 300: non si riesce più a passare tutti i giorni DIEGO LONGHIN -------------------------------------------------------------------------------- «Se la città è sozza non è colpa nostra. E´ vero, ci può essere il collega che non è sempre efficiente, ma non dipende da questo la sporcizia che si vede in giro. Il problema parte dall´alto, da come è organizzato il lavoro». Giovanna Corradetti ha 52 anni e da undici, scopa in mano, lavora come netturbino dell´Amiat, pulendo sei chilometri di strada al giorno. Il tutto in poco più di sette ore. «Quando sono stata assunta - racconta - era diverso. Torino era divisa in 500 zone, molto più piccole delle quasi 300 di oggi. Si poteva fare un lavoro quotidiano. Ora, invece, in una via si passa due volte, massimo tre alla settimana. Le aree sono troppo grandi, in sette ore è impossibile fare il giro perfetto, soprattutto dopo due o tre giorni con lo sporco che si accumula». Giovanna lavora nel quadrilatero che va da corso Bramante a via Onorato Vigliani e da corso Unione Sovietica a corso Unità d´Italia. «Sono diciotto zone - spiega - io faccio la volante, salto da un´area all´altra per sostituire i colleghi. La gente con noi si lamenta, dicono che non lavoriamo bene, fanno le petizioni, ma vorrei vedere loro con la scopa in mano cosa riuscirebbero a combinare». Dovrebbero essere sei chilometri lineari, ma in media sono di più. Nel calcolo non sono compresi i parcheggi o i pezzi di marciapiedi, come davanti alle scuole, di competenza Amiat. Il resto spetta ai commercianti e ai condomini. «A noi tocca spazzare la strada, fino a mezzo metro dal marciapiede, ma arriviamo oltre le auto in sosta. In pratica facciamo il doppio del lavoro e lo stipendio è sempre uguale». Per chi ha un po´ di anzianità intorno ai 1.100 euro, molto meno per gli ultimi assunti, che hanno una busta paga di circa 800 euro al mese. Cifre che non comprendono tra le mansioni anche quella del capro espiatorio. «Non è giusto che la gente se la prenda sempre con noi. Li capisco, ma dovrebbero lamentarsi con l´azienda, non con chi lavora e fa il possibile per tenere pulito». Giovanna però ha una ricetta per rendere la città più linda: «Aumentare il personale e ridurre i chilometri. Si organizzi il lavoro in maniera diversa, a squadre, senza lasciar passare troppo tempo da un giro all´altro. Da quando c´è il divieto di fumo la situazione è peggiorata. Mozziconi sparsi ovunque. Non puntiamo il dito solo sugli spazzini ma anche su chi sporca e poi alza la voce».