Guido Viale: "Serve un database per identificare i prodotti"
Intervista all'esperto rifiutologo
03 June, 2005
<b>di Sergio Capelli</b>
<b>Dott. Viale, l’Italia recepisce la direttiva europea sul recupero e riciclo dei rifiuti elettronici. Cosa cambierà?</b>
Il nodo principale è come si muoverà l’associazione che riunisce i produttori di prodotti elettronici. Secondo la direttiva farà capo a loro il recupero e il riciclo dei prodotti dimessi. Tempo fa l’associazione aveva dichiarato di voler fondare un consorzio dedicato
<b>Ma quali saranno i loro oneri secondo la direttiva?</b>
I produttori dovranno occuparsi dello smaltimento del messo in commercio. E’ stato stimata una produzione di rifiuti elettronici pari a 16 Kg per abitante. Per il 2006 l’obiettivo di recupero è del 25%. Ovviamente essendo basato sul peso, saranno molto importanti lavatrici e frigoriferi… e peseranno molto sul conto totale, a discapito di oggetti più piccoli, ma più numerosi e di vita più breve, come i cellulari e i pc
Per quel che riguardarà i rifiuti “storici”, ovvero quelli che le aziende hanno accumulato nei loro magazzini, lo smaltimento sarà a carico dell’azienda stessa.
<b>Quali saranno le modalità di raccolta- recupero?</b>
Probabilmente per quel che riguarda il nuovo, ad ogni acquisto corrisponderà una resa di un vecchio, oppure una lettere di liberatoria, in cui si dichiara di non aver restituito nulla.
<b>Sembrerebbe facile…</b>
Teniamo conto che il recupero è molto più difficoltoso della produzione: quando arriva un prodotto non si sa cosa ci sia dentro, come sia costruito… servirebbe un database che indicizzasse tutto. Ma questo sarebbe compito del settore pubblico…
Teniamo conto del fatto che in questa direttiva rientrano tutti i rifiuti elettronici: dal frullino al cellulare di ultima generazione, dalla lavatrice al tostapane.. una gamma sterminata di prodotti.
<b>Opportunità…</b>
Questa direttiva è una grossa opportunità, anche dal punto di vista del “business”.
Innanzitutto, a condizione che il consorzio che si occuperà ai rifiuti elettronici paghi a sufficienza, per chi si occuperà di raccolta.
Inoltre tutto il settore del recupero è da creare: ad oggi i rifiuti elettronici finiscono in discarica, oppure in Cina dove esistono interi distretti industriali che li smaltiscono in modo assolutamente primitivo. E’ un settore assolutamente da costruire, quindi con grandi possibilità di espansione e di crescita.