In via Arquata l’Atc punta sull’energia rinnovabile
Coinvolti nel progetto docenti del Politecnico, Centro Ricerche Fiat, Aem e Comune
12 July, 2005
Giovanna Favro
Un intero quartiere che non inquina - o quasi - e risparmia energia. I palazzi Atc di via Arquata conquisteranno tra pochi mesi un primato italiano: saranno la prima «comunità ad alta efficienza energetica», il primo spicchio di città a sperimentare un pacchetto di misure mai visto prima sia per l’autoproduzione di energia, sia per la riduzione dei consumi e degli inquinanti. Il progetto si chiama «Polycity», e lo portano avanti, grazie a un finanziamento della Commissione europea, Torino, Barcellona e Stoccarda. Nella nostra città coinvolge Politecnico, Centro Ricerche Fiat, Aem, Atc e Comune: dei tre programmi, quello torinese è il solo a riguardare non un quartiere di nuova edificazione, né case in periferia, ma palazzine datate, collocate nel cuore della città, sui cui tetti e sulle cui facciate spunteranno tra pochi mesi mille e 500 metri quadrati di pannelli solari di ultima generazione, con lampade per il risparmio energetico, nuovi vetri e serramenti, e l’arrivo di «contatori intelligenti» per i consumi d’acqua e di energia. Ogni variazione del rubinetto, così come degli elettrodomestici, sarà monitorata da sistemi telematici al Centro ricerche Fiat e all’Atc.
Ad essere interessati da «Polycity» saranno 16 delle 30 palazzine Atc di via Arquata, più il palazzo di 10 piani che accoglie gli uffici dell’Agenzia territoriale per la casa. In tutto, circa 2 mila e 500 tra impiegati e residenti, con una superficie di circa 90 mila metri quadri. L’idea è di fornire elettricità, calore d’inverno e fresco d’estate, oltre all’acqua calda, utilizzando fonti rinnovabili, come l’energia solare, e riducendo al massimo oltre ai consumi (30-40%) l’impatto ambientale, con un calo degli inquinanti che verrà attentamente misurato. L’energia elettrica prodotta dai pannelli solari sarà utilizzata dai palazzi, ma anche immessa nella rete e venduta all’Aem.
Il progetto è stato presentato ieri mattina al Politecnico. Il pro-rettore Marco Mezzalama e il docente Michele Tartaglia hanno chiarito gli obiettivi dell’ateneo: «Avvieremo ricerche e programmi formativi per manager e studenti, mettendo a disposizione della società, e innanzitutto del contesto torinese, il know how e le tecnologie elaborati nei nostri laboratori». Roberto Tricarico, assessore alla Casa, ha sottolineato che «L’esperimento di via Arquata, sede di un contratto di quartiere, è un’occasione utile non solo sul piano dell’eco-compatibilità, ma anche per coinvolgere i cittadini, che possono essere veri attori di una svolta sostenibile». Se Giorgio Ardito, presidente Atc, ha spiegato l’impegno dell’azienda per la sostenibilità ambientale, è toccato a Pasquale Campanile (Centro Ricerche Fiat), ad Aldo Fiamberti e a Luigi Fazari (Aem) entrare nei dettagli tecnici dell’iniziativa.
«Applicheremo al settore civile - ha detto Campanile - le competenze di ambito economico ed energetico che abbiamo sviluppato nel settore dell’automotive. Per 5 anni studieremo su un intero quartiere i risultati di una delle più grandi installazioni di fotovoltaico in Italia: analizzeremo risparmio, sostenibilità tecnica e ambientale, ricadute sociali e sui servizi, e soddisfazione degli utenti. Il modello è studiato in modo da essere applicabile, terminata la sperimentazione in via Arquata, anche ad altri quartieri». E Fazari: «Installeremo i pannelli sui tetti dei 16 edifici residenziali. Sulla palazzina degli uffici Atc i pannelli avranno invece l’aspetto di tende para-sole collocate all’altezza delle finestre di ogni piano. Negli appartamenti sostituiremo 500 serramenti degli alloggi più esposti al sole». Arriveranno doppi vetri assai particolari, con l’intercapedine riempita di un gas inerte (anziché l’aria), a fungere da isolante, e lampade a basso consumo negli spazi comuni.
Infine, i contatori intelligenti: «I consumi d’acqua - dice Fazari - sono oggi calcolati a persona. I nuovi contatori consentiranno invece di far pagare agli inquilini i metri cubi realmente utilizzati da ognuno, con un monitoraggio puntuale delle variazioni dei consumi energetici».